L’angolo di Michele Anselmi
“Peppermint” significa menta piperita, quella che bisogna avere nel sangue per non soccombere nelle difficoltà. Ma, per essere più chiari, c’è un sottotitolo che recita “L’angelo della vendetta”, come un vecchio “revenge movie” di Abel Ferrara del 1981. Il francese Pierre Morel, specializzatosi in tosti film d’azione con “Io vi troverò”, si sposta a Los Angeles per far deflagrare una storia di vendetta, diciamo una variazione muliebre sul tema del “Giustiziere della notte”. Non che sia una novità, basterebbe pensare a “Il buio nell’anima” di Neil Jordan con Jodie Foster, tanto per non citare solo “Kill Bill”; anche se la presenza della 46enne Jennifer Garner, attrice versatile e poco muscolare, introduce un elemento di curiosità, purtroppo presto disperso dal film che esce il 21 marzo nelle sale, targato Lucky Red & Universal. Chi è Riley North e perché si nasconde in un vecchio furgone scrostato, ricolmo di armi da guerra, laddove vivono accampati i barboni di Los Angeles? Il film ce la mostra subito all’opera, feroce ed efficace nell’eliminare un narcotrafficante forse adescato con la scusa del sesso. Ferita a una coscia, si ricuce da sola come Rambo e di lì a poco è di nuovo pronta a fare sfracelli.In realtà era una brava madre di famiglia, dolce e premurosa, ma cinque anni prima i sicari del boss Garcia hanno freddato per strada suo marito e sua figlia, e da allora, scappata da una clinica psichiatrica dov’era stata pure richiusa per vilipendio alla Corte, la donna ha deciso di trasformarsi in un’implacabile “vigilante”. Bicipiti torniti, canottiera bianca, giubbetto antiproiettile e capelli scarmigliati, Riley va dritta al sodo, con una sola strategia in testa: far fuori tutti coloro che distrussero la sua vita familiare. Secondo un modello consolidato, le gesta sempre più audaci dell’eroina vindice mettono in allarme polizia ed Fbi, decisi a beccarla: “Sta diventando un classico merdaio da social media” sentiamo dire, ma è solo l’inizio della mattanza.“Peppermint – L’angelo della vendetta” sfodera tutto il repertorio del genere d’azione, e anche se non nasce da un “graphic novel” è un po’ come se venisse da lì. Psicologie azzerate, qualche visione a intermittenza, sparatorie acrobatiche, arti marziali miste, sangue in quantità e le solite esplosioni. Si vede che Jennifer Garner, riposte le pistole sin dai tempi di “The Kingdom” (2007), s’è preparata con cura al cimento armato, ma anche lei sembra poco convinta di fronte a un film di grana grossa dove tutti fanno la faccia feroce o praticano il doppio gioco.
Michele Anselmi