La città invisibile | Una fiaba per ricominciare
Cosa succede all’Aquila a più di un anno dal disastro naturale?
Ce lo raccontano gli occhi e la cinepresa di Giuseppe Tandoi, pugliese di nascita e aquilano di adozione, nonchè ex studente dell’Accademia dell’Immagine.
“Avevo già in mente quale sarebbe stata la mia opera prima” rivela nel corso della conferenza stampa “poi gli eventi mi hanno fatto cambiare idea”.
“La città invisibile” è una pellicola nata con l’intento di infondere speranza e fiducia nelle infinite possibilità della vita e dell’amore, in un momento in cui l’Aquila sembra essere una città inesistente.
Al centro un gruppo di giovani e le loro storie.
Lucilla (Barbara Ronchi) è una studentessa di medicina che durante il terremoto perde tutta la sua famiglia, tranne il bizzarro nonno Carmine (Riccardo Garrone), che decide di vivere su un albero come se con questo gesto volesse prendere le distanze da una terra che lo ha tradito e ferito.
Lucilla collabora con l’infermeria della tendopoli e, in questo modo, continua a portare avanti la sua missione di aiutare il prossimo.
E’ una ragazza molto riservata e la sua visione dell’amore è d’altri tempi.
E’ sempre disponibile e amichevole con tutti ma si capisce che dietro i suoi sorrisi nasconde il macigno della sofferenza.
Anche Alan studiava medicina prima del terremoto ma il suo sogno è quello di diventare di raggiungere il successo con la sua rock band, della quale fa parte anche Remo (Nicola Nocella), vivace compagno di avventure che ne combina di tutti i colori.
L’università per Alan, è solo una copertura per tener buono il padre, medico da diverse generazioni, che desidera lo stesso percorso professionale anche per il figlio.
Lucilla e Alan sono molto diversi e, probabilmente, nella vita di tutti i giorni non si sarebbero mai incontrati se non fosse stato per una delle poche conseguenze costruttive che la calamità porta con sé: quella di far venire allo scoperto i sentimenti umani, nella forza delle loro fragilità, e avvicinare anche i cuori più distanti.
Altra storia è quella tra Sorin (Leon Cino) un extracomunitario e Valeria (Roberta Scardola) ragazza un po’ superficiale e fashion victim.
Valeria ha un sogno ricorrente durante il quale rivede la persona che l’ha salvata.
Quando si accorge che si tratta di Sorin se ne innamora ma il loro amore viene contrastato dai pregiudizi a sfondo razzista della famiglia di lei e rischia di frantumarsi prima ancora di nascere.
Per fortuna nella tendopoli c’è Don Juan (Gabriele Cirilli) che con la sua opera riporta l’equilibrio e ricuce gli strappi procurati dal dolore, dall’orgoglio e dal pregiudizio.
Il tono del film è volutamente leggero, lo sguardo sui fatti è giovane e senza alcun riferimento politico.
Il film uscirà nelle sale a fine Agosto e il 10% degli incassi sarà devoluto alla ricostruzione di una chiesa dell’Aquila: S. Maria degli Angeli.
La scelta della data di uscita, coincide con la festa della Perdonanza, una ricorrenza sacra molto sentita dagli aquilani per la capacità di risvegliare negli individui la forza del perdono che stimola a rinascere e ricominciare. Proprio come in una fiaba.
Patrizia Ruscio