Una donna sullo scranno di Pietro | Tra storia e leggenda
Alla base della pellicola il romanzo Pope Joan. Scritto dall’americana Donna Woolfolk Cross, pubblicato nel 1996, è divenuto immediatamente un bestseller.
La storia narra di una bambina, Johanna, nata in un villaggio ai margini del Sacro Romano Impero. Brillante e talentuosa si ribella ai pesanti obblighi sociali che impongono alle donne il distacco dai libri e della scrittura e le condannano ad una vita di totale ignoranza. Insieme al fratello frequenta, unica ragazza, la scuola della Cattedrale di Dorstadt, studia greco e latino. Il Conte Gerold la prende sotto la sua ala protettrice e pian piano i due si innamorano. Ma la guerra incombe e quando il fratello muore durante un attacco nemico Johanna prende la decisione che le cambierà la vita.
Assume il nome del giovane morto e, travestita da uomo, entra nel monastero di Fulda. Là vivrà per molti anni come un monaco, studiando i classici greci ed esercitando la funzione di medico. Ma quando la sua vera identità sta per essere scoperta, a Johanna, che adesso si fa chiamare Johannes Anglicus, non rimane che fuggire. In abito di pellegrino giunge a Roma. Là si sparge la notizia che Papa Sergio è gravemente malato. Chiamata al suo capezzale, Johanna lo cura, e ne diviene, sempre in veste di monaco, la consigliera più fidata. Alla morte del Papa, avvelenato dai suoi oppositori, Johanna, che da tutti è creduta uomo, viene eletta Papa per acclamazione popolare. A Roma intanto è arrivato anche Gerold e i due, dopo essersi ritrovati, non resistono all`amore che provano l`uno per l`altra… Il prezzo che pagheranno sarà altissimo.
Johanna adulta è interpetata dall`androgina Johanna Wokalek. Non nuova a ruoli contro corrente è stata protagonista del film di Uli Edel, La Banda Baader Meinhof. L`australiano David Wenham già Faramir ne Il Signore degli Anelli di Peter Jackson è il Conte Gerold. A John Goodman il ruolo di Papa Sergio.
La pellicola ben tratteggiata nella prima parte, quella dell`infanzia e della giovinezza di Johanna, è invece un po` forzata mano a mano che procede. Il personaggio della giovane donna è ben sviluppato e dotato di fascino mentre gli altri sono solo abbozzati, quello di Papa Sergio sfiora la caricatura. Il finale è diluito e sfumato, quasi poetico.
La leggenda molto più cruda narra che che un giorno – dopo due anni e mezzo di pontificato esemplare, papa populi veniva chiamata Johanna – durante la tradizionale processione che si snodava tra San Giovanni in Laterano, allora residenza dei papi, e San Pietro in Vaticano, vicino al Colosseo, imboccata la via dei SS. Quattro, alla curva di Via dei Querceti il cavallo scartò, Johanna cadde e tra i dolori, nella polvere, diede alla luce prematuramente un bambino. Il popolo tradito, si sa, può trasformarsi nel peggiore dei carnefici, la legò per i piedi al cavallo trascinandola per le vie di Roma, lapidandola poi a morte. Nel luogo della caduta sorge ancora oggi un`edicola devozionale, che sarebbe, sempre secondo la leggenda, dedicata alla sua memoria.
I due anni e mezzo di pontificato si situerebbero tra Leone IV e Benedetto III, dall’853 all’855. La sua esistenza è citata in più di 500 cronache, comprese quelle di Petrarca e Boccaccio. La sua statua è stata esposta per secoli accanto a quella di altri papi nella Cattedrale di Siena.
La scrittrice Donna Woolfolk Cross, professoressa di letteratura inglese, ha impiegato sette anni per raccogliere e catalogare la documentazione necessaria a stilare le pagine di un romanzo che sfiora la storia. Parla di verità a lungo negata, cancellata e rimossa.
Più probabilmente si tratta di un mito medioevale, originatosi dalla satira antipapale. Dal forte scontro dell`epoca tra papato e impero, di una leggenda che faceva leva sulle paure del tempo.
Francesca Bani