Karl Gustav Jung, psicoanalista e filosofo svizzero, riteneva che la vera identità di un individuo fosse tenuta insieme dalla conciliazione tra il carattere femminile nell’uomo, l’Anima, e quello maschile nella donna, l’Animus. Tramite questa conciliazione tra le parti si palesa la presenza di un Sacro Femmineo che garantisce l’equilibrio all’interno dell’identificazione del soggetto con il sé stesso reale, cosa che non accadrebbe se una delle due parti andasse a mancare e “La sposa” della serie televisiva di Rai Uno lo dimostra chiaramente: come riuscire a conciliare la gestione dell’emotività e della forza personale se una delle parti viene a mancare?
Maria, la sposa interpretata da Serena Rossi protagonista delle sei puntate che arricchiranno la programmazione di Rai 1 per le prossime domeniche a partire da quella del 16 gennaio, è l’emblema della subordinazione femminile come donna costretta a vendere se stessa per salvare l’economia della propria famiglia con un matrimonio per pretura nella Calabria del 1967. Maria, in realtà, è l’emblema di molti altri aspetti che hanno caratterizzato e talvolta caratterizzano gli schemi socio–culturali odierni: la discriminazione verso un sud Italia molto più povero della parte settentrionale della penisola; lo stigma culturale verso un mancato matrimonio “ancora a quell’età”; la rinuncia all’unico e grande amore in virtù del dovere e dell’aspettativa sociale; la disparità e la violenza di genere «Tu non sei un uomo e parli un po’ troppo per essere una donna»; la guerra tra i poveri per un lavoro; ma Maria è anche la rappresentazione dell’amorevolezza umana, non solo strettamente materna, e della capacità di disinnescare le brutture di un dovere per rintracciarvi un bagliore di luce che rimandi l’immaginario alle onde del mare.
«Qual è la cosa che ti piace di più? Il mare» chiede la sorella alla sposa prima della sua partenza e proprio quella distesa di acqua cristallina incorniciata dal verde degli alberi e della vegetazione che Maria vedrà scorrere via davanti ai suoi occhi, sarà sempre il punto di riferimento a cui rivolgere lo sguardo quando le sue stesse forze sembrano abbandonarla. Lo specchio di acqua salata e le luci che incorniciavano così bene gli scorci sui vicoli cari a “La sposa” li ricercherà all’interno di qualsiasi angolo della casa, tra lavoro, musica e colori, aprendo le luci scure che caratterizzano la scenografia intorno alla sua seconda vita nel tentativo di scacciare le ombre che incombono su un territorio sconosciuto e sulla casa di Italo e Vittorio Bassi, due uomini complessi che alternano verso di lei compassione e freddezza e su cui incombe la sospensione di un giudizio posatasi sulle ali bianche dei gabbiani nell’ultima inquadratura: che fine ha fatto Giorgia, la prima moglie di Italo, di cui si sono perse le tracce?
L’appuntamento di domenica 23 gennaio su Rai 1 potrà forse chiarire quale sia la vera storia della famiglia Bassi prima dell’arrivo della sposa.

Cristina Quattrociocchi