In sala dal 4 Marzo | Il mènage à trois: poetico e ironico, o no?
Procacci, già produttore di film che hanno stravolto negli ultimi mesi i dati del box office, come il recente Qualunquemente con Antonio Albanese, riflettendo sull’importanza di questo genere nell’industria cinematografica ha affermato che: <<La commedia non è la soluzione di tutti i problemi del nostro cinema, nonostante gli straordinari incassi di questo momento e la sintonia perfetta che sembra aver trovato con il pubblico La vita facile è una commedia con caratteristiche attoriali, registiche e di scrittura molto importanti, con una ricchezza narrativa che sfrutta tutto l’arco del film e non solo alcune sue parti, né ruota attorno ad un singolo talento, come molti film fanno. La commedia è solo uno dei modi per raccontare la realtà nel modo più leggero, ma bisogna stare molto attenti a non fare in modo che resti l’unico e il solo. Il pericolo c’è ed è attuale>>.
In realtà, scegliendo, in sintonia con il titolo del film, un’analisi facile, questo film affronta, malgrado l’ambientazione europea ed africana, una tematica molto abusata nella cultura cinematografica, spesso trasposizione di opere letterarie, come il capolavoro francese di François Truffaut Jules e Jim, tratto dal romanzo di Henri-Pierre Rochè, dove il mènage a trois assume una valenza decisamente poetica e il ruolo di femme fatale, di cui sono vittima i due amici durante la Prima Guerra Mondiale, è affidato a Jeanne Moreau, che il regista della Nouvelle Vague ha il pregio di immortalare, come una dea greca, mentre canta Le Tourbillon.