Masterclass | Jim Belushi
L`edizione 2011 del RomaFictionFest si apre con l`evento speciale che vede ospite Jim Belushi. Due ore di puro relax e risate in cui l`attore brillante racconta le origini della sua carriera e il suo lavoro di attore, le esperienze dietro la macchina da presa e la sua grande passione per la musica.
Jim parla anche della sua famiglia, delle sue radici albanesi, del suo rapporto con il padre e di quello talvolta burrascoso ma pieno d`affetto con il fratello maggiore, il celebre Blues Brothers John, morto a soli 33 anni all`apice della carriera.
Sul grande schermo scorrono le immagini di un divertente episodio natalizio della serie La vita secondo Jim sit-com che lo ha visto protagonista, in America ma anche in Italia, per ben otto stagioni. Prodotta dalla ABC narra le vicissitudini di un quarantenne, sposato, padre di famiglia, Jim appunto, che racchiude in sé gli stereotipi dell`uomo pigro, maschilista, immaturo, irresponsabile, sempre intento a mangiare, bere e suonare con la sua band.
Una fortunata serie che ha consacrato Belushi anche sul piccolo schermo.
"Adoro la Tv – dice Belushi – ormai è rimasto l`unico luogo della cretività, dove trovano spazio film indipendenti. Al cinema puoi vedere solo pellicole d`azione, film a grosso budget o d`animazione per famiglie. In America tutti guardano alla Tv, anche i grandi registi, da Scorsese a Oliver Stone, è il futuro".
Del successo della serie dice: "Ero stanco di vedere sit-com stupide in cui gli uomini fanno e dicono cose che nella vita reale non farebbero mai, come chiedere scusa alla moglie!". Ride. "Volevo che la serie mostrasse un rapporto vero tra genitori e figli, tra marito e moglie, che avesse dei momenti di onestà in cui i protagonisti si confrontassero e trovassero una soluzione ai loro problemi. Volevo una serie che fosse adatta a tutti, adulti e bambini, senza volgarità e scherzi pesanti. All`inizio è stato molto difficile, una lotta con la produzione e con gli autori. Poi quando lo show è decollato, ho potuto impormi sempre più, sono stato coinvolto nelle storie, nella scrittura e sono arrivato a dirigere diversi episodi.
Adesso sto lavorando ad un nuovo show per la Tv, parla del rapporto tra un padre e una figlia, ma non posso raccontare troppo, nel nostro mestiere ci sono molti ladri d`idee!", scherza.
Parla dei suoi inizi a Chicago al Saturday Night Live insieme al fratello e all`amico Dan Aykroyd. Del debutto sul grande shermo con Strade violente di Michael Mann che vedeva protagonista James Caan. E del film girato in Italia con Francesco Rosi, Dimenticare Palermo.
Delle difficoltà del lavoro di attore. "Quello che è complicato, alla fine di una giornata di lavoro, è lasciarsi tutto alle spalle, è una lotta continua con il rewind, potevo far meglio, quella battuta avrei potuto dirla così, quella scena girarla diversamente, può diventare un`ossessione. Bisogna riuscire a convincersi di aver dato il massimo. E poi è necessario tenere insieme lo show e il business. Mantenendo l`equilibrio. Noi recitiamo per un pubblico ma non possiamo pensare solo al successo, è necessario lavorare su se stessi, sui personaggi e sulla scrittura".
Le sue serie preferite sono Lost, Dexter e i Borgia. Non si occupa di politica, "un attore non dovrebbe farlo", spiega. "Ho lavorato alla campagna elettorale di Arnold Schwarzenegger e l`ho sempre sostenuto perché lui è un amico, non lo rifarei per nessun altro. Lo adoro, dichiara, è uno degli uomini più brillanti che abbia mai incontrato".
E del suo rapporto con la musica dice "Dan (Aykroyd) mi ha convinto a salire sul palco ed esibirmi con la Blues Brothers Band. All`inizio non volevo vestire i panni di mio fratello John, ma lui sa essere molto persuasivo! Adoro il blues ma anche il jazz e il rap. Suono l`armonica". Improvvisa qualche frase musicale tra gli applausi. E canta mentre firma gli autografi.
Francesca Bani