“Is there a time for keeping your distance, a time to turn your eyes away. Is there a time for keeping your head down…” così cantava Bono Vox con i suoi Passengers (U2 + Brian Eno) nella ballata “Miss Sarajevo”, diventata emblema della protesta contro la guerra in Bosnia ed Erzegovina nel lontano 1995.

Ma nel 2022 e nella pellicola “L’altra Luna”, diretta da Carlo Chiaramonte, il quadro storico per la città è cambiato: fortunatamente quelle immagini di terrore ed orrore, raccontate e mostrate da molti registi, come Emir Kusturica in “Underground”, sono solo un lontano ricordo e la città di Sarajevo appare come una normale capitale europea, cosmopolita, ospitale, libera ed aperta, soprattutto a varie forme d’amore.

Sarajevo è la stessa città della reginetta Inela Nogic, che con il suo striscione “Don’t Let Them Kill Us” al tempo della guerra dei Balcani ispirò la ballata degli U2 e l’omonimo documentario sulla guerra diretto da Bill Marley: tuttavia nella pellicola di Chiaramonte Sarajevo non è più la città teatro di guerra, ma una città teatro d’amore tra giovani che frequentano la sera, come i loro coetanei dell’Europa occidentale, i pub, bevono narghilè insieme, studiano letteratura condividendo emozioni, effusioni e baci.

È proprio il nuovo volto della città di Sarajevo, il suo nuovo tempo, a non rendere banale questa pellicola incentrata su una tradizionale storia d’amore, che improvvisamente viene trasvolta, raccontata in modo ciclico aprendo e chiudendo nella stessa modalità con gli interrogativi di un terzo personaggio. In sala dal 16 giugno distribuita da Hurricane e Steno Production.

Alessandra Alfonsi