L` ALTRO CINEMA | EXTRA
a cura di Mario Sesti
Si può far ridere con l`Olocausto? Nella traccia aperta da Mihaileanu (Train de Vie) e Benigni (la vita è bella), una commedia, Simon Konianski di torrenziale autoironia ebrea che farebbe morir dal ridere anche Woody Allen (soprattutto lui). Il regista: Micha Wald .
Può un marine diventare regista personale della guerra come nel film di De Palma (Redacted)? Severe Clear, dimostra che è successo davvero, l`occupazione registrata in video dal vivo da un soldato diventa un film pazzesco. Il suo nome: Mike Scotti
E ancora:
La mania del vino: le pazzie dei produttori californiani e dei giornalisti e dei viticultori nel divertentissimo Corked! (letteralmente significa: Sa di tappo) , tra Mel Brooks e i fratelli Coen, ma anche Rupi del Vino, in anteprima mondiale, di Ermanno Olmi, su un area della Valtellina dove si coltivano le vigne "strappando alla montagna la terra a graffi" . Gli americani che hanno passato tutto il tempo tra le vigne californiane: Paul Hawley e Ross Clendeman
Un film perduto per più di 20 anni di Martin Scorsese: American Boy / American Prince, un doc su Steven Prince sulle cui tracce trent’anni dopo si è rimesso il regista Tommy Pallotta.
Betty Park, regista americana che ha passato un anno a filmare le donne boliviane che fanno lucha libre (wrestling) in Mamachas del Ring.
Michael Sladek, autore di un film, divertente e spietato, sul più grande bluff del mondo dell`arte, Mark Kostabi (in Con Artist: come dimostra il finale, c` è cascato pure il papa).
Human Comedy in Tokyo di un regista giapponese che rifà Rohmer, a Tokyo, come un copista giapponese che si mettesse a rifare Rembrandt o Vermeer nei dettagli. Si chiama: Koji Fukada.
E poi i gli italiani:
Elisa Fuksas ne L`Italia del nostro scontento denuncia il paese più devastato da brutture architettoniche del mondo, oppure Claudio Giovannesi che racconta tre italiani di seconda generazione (un rumeno, un nordafricano, una ucraina), adolescenti, ad Ostia in Fratelli d`Italia), oppure H.O.T.(Human Organ Trafic), che sul suo argomento fa una inchiesta davvero tosta e lui si chiama Roberto Orazi, oppure Matarazzo (cineasta sperimentale) e Di Marino (critico sperimentale) che in Latta e Caffè, raccontano Riccardo Dalisi, il designer napoletano ambientalista, famoso per le sue caffettiere alte tre metri e per le sue sedie senza colla.
La sezione più ricca, ghiotta, multiforme
Il Sole 24 ore
La più sperimentale e innovativa"
Il Corriere della Sera
Finalmente una prospettiva diversa dalla quale iniziare a studiare e strutturare un festival
Il Messaggero
Il duetto (dopo Bellocchio/Bertolucci e Servillo/Verdone delle scorse edizioni) è ormai quasi un classico: e metterà in scena Muccino e Tornatore. I grandi incontri vedranno come protagonisti Meryl Streep e Richard Gere ma anche Paulo Coelho, autore, invece, di una sperimentazione senza precedenti, poiché è la prima volta che uno scrittore realizza un film da un suo romanzo grazie alla collaborazione incessante, via internet, con i suoi lettori. In questa sezione – che per la prima volta approderà anche in un`altra città, Bologna, dove tra l`11 e il 15 novembre il Cinema Lumière della Cineteca di Bologna proporrà un`ampia selezione dell`Altro Cinema | Extra – c`è spazio per inediti o ritrovamenti di due maestri come Olmi e Scorsese, per le donne che fanno wrestling in Bolivia (Mamachas del ring) e per i bambini che fanno pugilato a Cuba (Sons of Cuba); c`è un innovativo e comico road movie nei luoghi dell`olocausto (Simon Konianski) e un road movie interamente ambientato in una casa (Bunny and the Bull). C`è l`Iraq filmato da un marine (Severe Clear) e il Giappone sconosciuto di due anteprime (Gravity`s Clown e Human Comedy in Tokyo). Un’altra traccia: l`incontro di arte e racconto. Ci sono ritratti di grandi artisti come Maria Lai, Antonio Ligabue, Riccardo Dalisi, Mark Kostabi, ma è l`inventiva dell`immagine e del suono (cioè del cinema), che trasforma l`arte in narrazione, a esplorare nuove e promettenti strade: che è anche ciò che emerge dall`omaggio (Evento Speciale) ad una personalità come Heath Ledger che – lo mostreranno molti materiali inediti – sull`Arte e sul Video aveva investito quanto su se stesso attore. Qualcosa di assai vicino all`arte è anche l`animazione dei futuri Lasseter (i giovani diplomati della University of Southern California di cui L`Altro Cinema | Extra presenta in anteprima uno straordinario programma di shorts) e i cortissimi d`autore del progetto Onedreamrush: 42 x 42 (tra cui David Lynch, Kenneth Anger, Harmony Korine) che saranno accompagnati da un incontro con una regista ed attrice come Asia Argento ("Filmaker: istruzioni per l`uso") capace di abitare il cinema di genere del padre come quello di Olivier Assayas o Abel Ferrara e anche di ideare e dirigere propri film. E poi c`è il documentario italiano. Che non è più soltanto un hobby o un`epidemia o un`espressione geografica, come dimostra anche il viaggio di Olmi, formatosi nel documentario e al documentario ritornato di recente con amore e convinzione. È un cinema provvisto di uno sguardo a raggi X sul Paese robusto e versatile, adulto e rivelatore in film come: L`Italia del nostro scontento, Fratelli d`Italia, L’Aquila bella mè. Il cinema della realtà sta cominciando a parlare sul serio (da quest`anno, grazie al Presidente Rondi, è stato istituito un premio ufficiale per i doc: il Marc`Aurelio d`Argento). E racconta (e rovescia e dissoda) un paesaggio che è quasi impossibile trovare in tv o nel cinema – anche se è quello in cui viviamo.
La sezione L’Altro Cinema | Extra è curata da Mario Sesti
Alla fine di ogni proiezione ufficiale è previsto un incontro con i registi.
Costo dei biglietti: 5,50 euro – sono possibili riduzioni
Per info: extra@romacinemafest.org
DOCUMENTARI IN CONCORSO
Venerdì 16 Ottobre, h 20:30 Sala Petrassi
American Prince/American Boy: a Profile of Steven Prince
di Martin Scorsese / Tommy Pallotta, Usa, 1978 / 2009, 104’
REPLICA: 17/10 Teatro Studio, 15:00
REPLICA: 18/10 Metropolitan 1 , 22:30
Nel 1978 Scorsese gira un documentario sul suo amico Steven Prince. Un film perduto, per più di vent`anni, in cui il regista di Toro Scatenato e Goodfellas svelava una vita “molto più affascinante di qualunque sceneggiatura”, incastonata al tramonto di un’epoca, sorprendente e pericolosa, capace di passare indenne (o quasi) attraverso la droga, la criminalità, il cinema e un’indole che cede senza ansia ad ogni avventura. Trent’anni dopo, il regista Tommy Pallotta si rimette sulle tracce di Prince per realizzare un nuovo capitolo della saga della sua vita. L’infanzia, lo sballo, le armi e una serie di racconti iperbolici a cui lo stesso Tarantino ha ammesso essersi ispirato. Due imperdibili ritratti d’autore.
Martedì 20 Ottobre, h 18:30 Sala Petrassi
CON ARTIST
di Michael Sladek, Usa, 2009, 88’
REPLICA: 21/10 Teatro Studio, 17:30
Mark Kostabi è un artista di livello internazionale, capace di vendere più di mille opere all’anno. I suoi quadri hanno tutti una caratteristica unica e stravagante: non sono dipinti da lui, bensì dalla sua factory composta da decine di “impiegati di bottega” che realizzano i suoi progetti. Michael Sladek racconta con ironia e velocità da fumetto, la cavalcata inarrestabile di Kostabi verso il successo. Dai colori della pop-art all’esplosività del post-punk, una vita in bilico tra talento e astuzia, provocazione e profitto, il plauso degli esordi e la definitiva emarginazione dai salotti buoni, dalle gallerie di SoHo approda a Frascati dove Kostabi inaugura una scultura dedicata al Santo Padre.
Lunedì 19 Ottobre, h 20:00 Teatro Studio
Fratelli d’Italia
di Claudio Giovannesi, Italia, 2009, 90’
REPLICA: 20/10 Petrassi, 16:30
Tre adolescenti stranieri, o meglio, italiani di seconda generazione, porgono alla videocamera, senza cautele, aspirazioni, affetti, humour e rabbia. L`attesa, il risentimento, il sogno e anche l`ironia o l`isolamento come difesa: un laboratorio multiculturale a cielo aperto dove la cadenza rumena, i riti islamici e un fidanzato in Ukraina scandiscono un vissuto a cavallo tra mondi remoti e incombenti il cui unico spazio di sintesi è la vita e il corpo di un teenager. Tutti frequentano lo stesso istituto tecnico di Ostia, dove l`occhio mobile e fiancheggiatore del film costruisce, con scattante curiosità e alcun pregiudizio, la scena viva e cruciale dell`identità e dell`integrazione.
Giovedì 22 Ottobre, h 20:00 Teatro Studio
Garbo, the Man Who Saved the World
di Edmon Roch, Spagna, 2009, 88’
REPLICA: 23/10 Teatro Studio, 09:00
1940. Joan Pujol è un ex allevatore di polli che un giorno decide di intraprendere la carriera di spia internazionale. Tenta di farsi arruolare prima dagli inglesi, poi dai nazisti, poi di nuovo dagli alleati, che inspiegabilmente decidono di affidargli una serie di missioni col nome in codice di “Garbo”. Il suo apporto alla vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale rimane una congettura eccitante. Uno scrittore inglese si mette sulle sue tracce per trovare questo straordinario eroe per caso. Continuamente in bilico tra finzione e realtà, lo spagnolo Edmon Roch racconta una biografia a metà tra Peter Sellers e James Bond, con una provvista lussureggiante e spiritosa di citazioni da film.
Giovedì 22 Ottobre, h 19:30 Sala Sinopoli
I Knew It Was You
di Richard Shepard, Usa, 2009, 40’
John Cazale è un attore il cui nome probabilmente non dice niente alla maggior parte della gente – ma di cui già Coppola, Al Pacino e Sidney Lumet hanno parlato a lungo negli incontri che si sono svolti al Festival di Roma. È morto nel 1978, a quarantadue anni, con cinque film all’attivo. Questi film sono: La conversazione, Quel pomeriggio di un giorno da cani, Il cacciatore e Il padrino I e II nella parte di Fredo. Attraverso interviste ad Al Pacino, Francis Ford Coppola, Robert De Niro e Meryl Streep, sua compagna all’epoca della sua morte, ripercorriamo la vita e la carriera di uno degli attori più sorprendenti di Hollywood: la tecnica nascosta e perfetta, lo spirito randagio, la fine troppo ingiusta.
Sabato 17 Ottobre, h 20:00 Teatro Studio
L’Altro Cinema / Occhio sul Mondo
L’Italia del nostro scontento
di Elisa Fuksas, Francesca Muci, Lucrezia Le Moli, Italia, 2009, 90’
REPLICA: 18/10 Teatro Studio, 15:00
REPLICA: 19/10 Metropolitan 1, 17:30
Verde, Bianco, Rosso: tre colori per tre capitoli dedicati ad altrettanti temi dell’Italia contemporanea. Nel primo, che riflette sull’ambiente, Elisa Fuksas racconta lo scempio della cementificazione selvaggia e che continua a devastare il paesaggio senza nessuna remora di carattere estetico. Nel secondo, dedicato ai giovani, Lucrezia Le Moli spazza via molti dei luoghi comuni e delle caricature che abitualmente cercano di descrivere un’intera generazione. Nell’ultimo capitolo, Francesca Muci traccia un quadro lucido e sincero, imparziale e rivelatore, della percezione che gli Italiani hanno della politica. Tre piccole grandi indagini pervase da una saggezza disarmante e da un senso adulto e competente del cinema della realtà.
Martedì 20 Ottobre, h 22:30 Teatro Studio
L’Altro Cinema/ Occhio sul Mondo
Latta e Cafè
di Antonello Matarazzo, in collaborazione con Bruno Di Marino, Italia, 2009, 63`
REPLICA: 22/10 Villa Medici – Sala Michel Piccoli, 20:30
Riccardo Dalisi, tra i maggiori designer italiani, è parte di una generazione di inventori e operatori culturali che hanno lavorato a Napoli segnando la scena urbanistica e naturale della città. Antonello Matarazzo, uno dei più interessanti artisti visuali contemporanei, capace di raffinate contrazioni visive, in collaborazione con Bruno Di Marino, studioso di cinema sperimentale, raccontano Dalisi e la sua torrenziale inventiva formale, che spazia dalle maschere alle sculture alle sedie, raccogliendo testimonianze di amici e colleghi: non c`è angolo di strada, o caffetteria o scuola di cui abbia disegnato le forme che non abiti lo spazio che occupa come se facesse parte del paesaggio da sempre.
Martedì 20 Ottobre, h 20:00 Teatro Studio
Mamachas del Ring
di Betty M. Park, Bolivia, 2009, 75’
REPLICA: 21/10 Teatro Studio, 15:00
REPLICA: 22/10 Metropolitan 1, 22:30
Sulle pendici delle Ande boliviane, un gruppo di indomite donne locali organizza un campionato femminile di “lucha libre” – l’equivalente del wrestling americano – scontrandosi con la diffidenza e i pregiudizi del paese intero. In poco tempo, però, diventano le beniamine del pubblico e si ritrovano a dover affrontare il combattimento più ostico, contro la gelosia e l’avidità di chi vuole sfruttarne l’immagine vincente. Lo sfrenato talento visivo della regista Betty M. Park integra con animazioni in stop-motion una storia di riscatto femminile dai colori sgargianti, in cui la dignità e la tradizione, il documento e la caricatura, si coalizzano contro ogni sopruso. Una incursione unica nel suo genere.
Mercoledì 21 Ottobre, h 22:30 Teatro Studio
PIN2011 Recollection of the Street
di Torsten König, Germania, 2009, 53`
REPLICA : 22/10 Teatro Studio, 17:30
Pin 2011 è il tag – ovvero il nome d’arte che i writers utilizzano per firmare i propri graffiti – di un geniale e misconosciuto artista tedesco che il documentario segue incessantemente e di cui cela fino alla fine il volto. Una sorta di fuorilegge dell’arte di strada, capace di immaginare graffiti tridimensionali e di disseminarli su pareti urbane fino in Portogallo. Un pedinamento avvincente e febbrile che si interroga in continuazione sul senso del fare arte contro un sistema che emargina e distrugge: il diario di un creatore isolato e clandestino su cui incombe un senso di minaccia e fatalità. Il finale tragico e inaspettato trasforma la sua stessa vita in un messaggio allarmante.
Mercoledì 21 Ottobre, h 20:30 Sala Petrassi
The One Man Beatles
di Cosimo Messeri, Italia, 2009, 56’
REPLICA: 22/10 Teatro Studio, 15:00
Alla ricerca di Emitt Rhodes, misteriosa star dimenticata del pop americano degli anni Sessanta/Settanta: qualcuno scrisse che era l’alter ego segreto di Paul McCartney. Ma queste teorie vengono smentite dallo stesso Emitt, scovato in un angolo d`America e riportato davanti ad una videocamera dopo tanti anni rintanato nella sua casetta piena di chitarre e amplificatori vintage. Le sue parole rivelano un passato di rimpianti. La sua voce e la sua musica, un talento puro come cristallo. Cosimo Messeri trascrive il suo sogno americano in un diario stralunato ed entusiasta – ma il ritratto di ambizioni irrealizzate e solitudine che scopre ha il sapore di Cechov. Prodotto da Angelo Barbagallo e Carlo Mazzacurati.
Venerdì 16 Ottobre, h 20:00 Teatro Studio
Severe Clear
di Kristian Fraga, Usa, 2009, 93’
REPLICA : 17/10 Teatro Studio, 10:00
Il materiale girato dal luogotenente dei Marines Mike Scotti durante l’invasione dell’Iraq del 2003 non sarebbe mai dovuto diventare un documentario. Nella sua videocamera si depositano i suoni più torvi e le immagini più crude della guerra. Al suo ritorno, insieme al filmmaker Kristian Fraga, ha ricostruito i suoi anni nel deserto in cui il cinema dà forma alla spietata realtà del campo di battaglia, creando un prodotto dall’effetto dirompente. Nell’epoca della “guerra in televisione” che, spesso, occulta la verità e crea un abisso tra i nostri occhi e le cose, Severe Clear proietterà lo spettatore in un vissuto palpitante e minaccioso rielaborato da uno stile che non ha padri oltre se stesso.
Mercoledì 21 Ottobre, h 20:00 Teatro Studio
Sons of Cuba
di Andrew Lang, Gran Bretagna, 2009, 88`
REPLICA: 22/10 Petrassi, 16:30
L’Havana Boxing Academy è il luogo nel quale Cuba fa crescere alcuni dei migliori pugili del mondo. L’accesso è riservato ai bambini di nove anni ospitati dal centro per tutto il periodo della loro formazione atletica. La boxe è spesso l’unico modo per uscire da una situazione di povertà e indigenza ma anche l’occasione per onorare nel mondo la forza della rivoluzione cubana. L`occhio di Andrew Lang entra all’interno di spazi fino ad ora inaccessibili mostrando la vita quotidiana di tre piccoli aspiranti campioni olimpici nel corso di otto mesi di durissimo allenamento. L`agonismo e la disciplina fisica si mescolano con sofferenze e conflitti che rendono la loro infanzia eroica e commovente.
LUNGOMETRAGGI FUORI CONCORSO
Domenica 18 Ottobre, h 20:00 Teatro Studio
The Afterlight
di Alexei Kaleina, Craig Macneill, Usa, 2009, 87’
REPLICA: 19/10 Teatro Studio, 10:00
Una giovane coppia si trasferisce in una casa isolata per tentare di dimenticare il proprio difficile passato, ma una serie di eventi legati al trascorrere di giorni e di notti, alla scoperta di oggetti, all`incrociarsi accidentale delle loro strade, finiranno per cambiare le loro vite e quelle dei personaggi in cui si imbatteranno. The Afterlight è un esordio ricco di suggestioni che mostra con fierezza le sue eco antonioniane (e forse anche ascedenze russe o lituane, nella vocazione lirica del paesaggio e nel mistero dei pensieri dei personaggi). I due giovani registi, Alexei Kaleina e Craig Macneill, parlano con precisione, fascino e competenza la lingua di un cinema in cui il racconto è sospinto come una brezza dalla pura immagine.
Lunedì 19 Ottobre, h 20:00 Sala Petrassi
Bancs Publics
di Bruno Podalydès, Francia, 2009, 110`
REPLICA: 20/10 Teatro Studio, 15:00
REPLICA: 23/10 Metropolitan 1, 17:30
Un drappo nero con su scritto “uomo solo” sventola a una finestra di un condominio parigino. Uno scherzo o una richiesta d`aiuto? E` ciò che si chiedono gli impiegati dell’ufficio di fronte. Mentre si preoccupano di indagare, in una piazza di Versailles si intrecciano conversazioni di ogni tipo e in un supermarket di bricolage, impiegati e utenti si scambiano malumori e assurdità. Una prestigiosa divisione d`attori francesi (tra cui Mathieu Amalric, Pierre Arditi, Josiane Balasko, Catherine Deneuve, Chiara Mastroianni) popola questa commedia bizzarra e lunare, fatta di musica e fughe surreali. Un festoso carillon gremito di facce di cinema, che alterna dolci cantilene a gustosa satira.
Domenica 18 Ottobre, h 20:30 Sala Petrassi
Bunny & the Bull
di Paul King, Gran Bretagna, 2009, 95`
REPLICA: 19/10 Petrassi, 18:00
Stephen Turnbull non esce dal proprio appartamento da mesi e vive all’interno di una routine protettiva ma asfissiante. Sconvolto, costretto a cambiare il ritmo della sua vita vagando all’interno della propria mente per cercare le ragioni della propria alienazione. Ripercorre così, nel suo labrintico archivio mentale, il folle viaggio in Europa fatto con Bunny, il suo amico più caro interamente dipendente da sesso, alcol e gioco d’azzardo. Nel segno visionario e poliforme di Gilliam e Gondry, un film in cui ogni scena reca la sorpresa di un nuovo set imprevedibile e stilizzato. Sogno e veglia, fantasia e verità si mescolano nel primo road movie girato interamente in un appartamento.
Sabato 17 Ottobre, h 22:30 Teatro Studio
Corked!
di Paul Hawley, Ross Clendenen, Usa, 2009, 90’
REPLICA: 18/10 Teatro Studio, 17:30
REPLICA: 20/10 Metropolitan 1, 17:30
"Corked" è il vino che sa di tappo: niente di peggio per un gourmet, niente di più vergognoso per un produttore, niente di più inconcepibile per un critico gastronomico, soprattutto in California dove rinomati professionisti sovrintendono ogni fase perché il vino conservi sempre l’alta qualità per cui è rinomato. Una divertentissima e gustosa satira condotta come se fosse un accurato reportage, che, invece, si prende gioco degli stereotipi legati alla cultura del vino che negli ultimi anni ha invaso gli Stati Uniti. Finti esperti di settore, improbabili critici enologici, bizzarre compagnie produttrici e folli investitori, protagonisti di una commedia sofisticata in forma di cronaca documentaria.
Venerdì 16 Ottobre, h 22:30 Teatro Studio
L’altro cinema / La Fabbrica dei Progetti
Het Leven Uit Een Dag
di Mark De Cloe, Olanda, 2009, 98’
REPLICA: 17/10 Casa del Cinema, 19:00
In un mondo dove la vita dura solo un giorno, un paradiso dorato e irreale, Benny e Gini si innamorano perdutamente. Ma solo 24 ore non sono sufficienti per vivere tutte le loro emozioni. C’è solo un modo per ingannare il loro destino, un’unica via di fuga, grazie alla morte: l’inferno. Che è il mondo reale, il nostro. Dove è possibile innamorarsi di persone diverse, prendersi una sbronza e vedere le stagioni che passano. Un talento nascente, Mark De Cloe, trasforma un racconto assurdo e sorprendente in un’esperienza visiva tersa e intensa. Una storia, il cui progetto fu presentato a Roma a La Fabbrica dei Progetti, che nessuno aveva mai raccontato, ininterrottamente battuta da un occhio avido e sperimentale.
Giovedì 22 Ottobre, h 22:30 Teatro Studio
Graviti’s Clowns
di Jun-ichi Mori, Giappone, 2009, 119`
REPLICA: 23/10 Teatro Studio, 11:00
Izumi e Haru sono due fratelli molto diversi: il primo è un biologo timido e preciso, il secondo è uno studente alienato e solitario, ignaro frutto della violenza brutale di uno stupratore. La loro vita prosegue tranquilla fino a quando il padre naturale di Haru non esce di prigione. Nel frattempo un piromane infesta le strade segnando le scene del crimine con graffiti enigmatici. L`epilogo, grazie alla decifrazione delle scritte, chiuderà i conti con il passato che incombe su ogni istante della loro vita. Il segreto dell`intimità della famiglia – caro ad un grande poeta del cinema come Ozu – e il mystery del thriller: una fusione altrettanto misteriosa e inedita.
Sabato 17 ottobre, h 17.30 Teatro Studio
My Flesh My blood
di Marcin Wrona, Polonia, 2009, 90`
REPLICA : 18/10 Teatro Studio, 10:00
Igor è un pugile che non può più combattere perché il suo cervello è fortemente danneggiato a causa di danni subiti nella sua attività in passato. Yien Ha è invece una immigrata vietnamita che lavora in un piccolo ristorante etnico. Lui vuole un figlio per lasciare il segno del proprio passaggio, lei ha bisogno di un permesso di soggiorno per restare in Polonia. Stringeranno un accordo con cui ognuno potrà ottenere quello che vuole. Un film scabro ed asciutto privo di ogni cedimento al sentimentalismo che procede senza intoppi verso un finale amaro ma inevitabile. Un esempio di come anche il cinema, nell`Europa dell`est, sembra attingere a nuovi modelli con sicurezza e libertà.
Giovedì 22 Ottobre, h 20:30 Sala Petrassi
Rewizyta
di Krzysztof Zanussi, Polonia, 2009, 96`
REPLICA: 23/10 Teatro studio, 15:00
Che fine fanno i personaggi di un film dopo che il film è finito, ha terminato la sua vita nelle sale e viene archiviato dalla memoria? Per scoprirlo, Zanussi prende il giovane protagonista del suo ultimo film (Serce na dloni) – lo scorso anno al Festival di Roma, vincitore del premio per il miglior attore con Bohdan Stupka – e lo manda a intervistare grandi attori del cinema polacco come Zbigniew Zapasiewicz, Małgorzata Zajączkowska, Daniel Olbrychski, e i personaggi che lo stesso Zanussi ha affidato loro in film come Zicie rodzinne, 1971; Barwy Ochronne, 1977; Constans, 1980. Risultato: un esperimento cinematografico senza precedenti in cui i film del passato riprendono vita in un nuovo film.
Sabato 17 Ottobre, h 20:30 Sala Petrassi
Extra/La Fabbrica dei Progetti
Simon Konianski
di Micha Wald, Francia/Belgio/Canada, 2009, 100’
REPLICA: 18/10 Casa del Cinema, 19:00
REPLICA: 19/10 Metropolitan 2, 17:00
A 35 anni suonati, Simon torna a vivere con suo padre, reduce dai lager. I due si rendono la vita impossibile, ma quando suo padre muore, Simon decide di esaudire le sue ultime volontà: essere sepolto nel villaggio in cui è nato. Ne scaturisce un road movie inedito in cui Simon, insieme al figlioletto, copre un tracciato picaresco e comico accompagnato dal fantasma conviviale del padre e una serie di personaggi da fumetto pop. Il progetto di Micha Wald, già presentato a Roma, nel 2007, a La Fabbrica dei Progetti, una volta film, finisce dalle parti di Milehanu e Benigni, ovvero tra i pochissimi capaci di trattare il retaggio dell`olocausto con uno spirito da commedia.
Lunedì 19 Ottobre, h 22:30 Teatro Studio
Human Comedy in Tokyo
di Koji Fukada, Giappone, 2009, 140`
REPLICA: 20/10 Teatro Studio, 17:30
Tre episodi intrecciati da un filo tenue e indistruttibile, tre storie di vita ordinaria, con i quali un giovane autore nipponico rende omaggio a Rohmer e al cinema francese con la stessa dedizione con la quale un pittore potrebbe rifare Vermeer e Rembrandt. Al centro, il rapporto tra noi e gli altri e l`incapacità di prevederne gli esiti in amore, nell`amicizia e nella società. Una conoscenza occasionale, la mostra fotografica di una dilettante, un doloroso incidente d`auto spingono ogni protagonista a mettere in gioco lo sguardo sulla propria esistenza. Lo stile controllato e impassibile scava però a inaudite profondità dei personaggi mostrandoci una Tokyo inedita per il cinema e a tratti irriconoscibile.
L’ALTRO CINEMA | EXTRA EVENTI SPECIALI
Giovedì 22 Ottobre, h 18:30 Sala Petrassi
Antonio Ligabue : fiction e realtà
di Salvatore Nocita, Italia, 2009, 70’
A trent’anni di distanza dallo sceneggiato Ligabue realizzato per la RAI, l’attore Flavio Bucci, che in quell’occasione interpretò il grande pittore, guida lo spettatore in un viaggio attraverso la vita, i luoghi e le opere di Antonio Ligabue. Grazie alla preziosa raccolta di immagini inedite e al contributo di esperti e testimoni, Salvatore Nocita ritorna sulle tracce di una delle figure più controverse dell’arte contemporanea italiana, per approfondirne la vita travagliata e la controversa e inimitabile espressione artistica (in mostra all`Auditorium grazie ad una selezione di opere dell`artista).
Mercoledì 21 Ottobre, h 18:30 sala Detrassi
Immota Manet
di Gianfranco Pannone con gli allievi dell’Accademia dell’Immagine de L’Aquila, Italia, 2009, 10`
A seguire :
L’Aquila bella mè
Ad aprile, Gianfranco Pannone, con gli allievi dell’Accademia del Cinema de L’Aquila, stava preparando un documentario dedicato a Ignazio Silone. Il sisma di aprile ha fermato tutto, anche la scuola che ha subito ingenti danni. Così è nato Immota manet, documentario breve dove convivono le immagini del terremoto e i brani tratti da "Uscita di sicurezza" di Silone. Lo scrittore abruzzese racconta del terremoto del 1915 in cui perse la madre ed altri cari e lascia, infine, un monito rivolto a tutti coloro che approfittarono di quella catastrofe per rimediare affari con i fondi economici destinati alla ricostruzione. Un monito che ci riporta ai timori dei nostri giorni.
Domenica 18 Ottobre, h 18:00 Sala Petrassi
Rupi del Vino
di Ermanno Olmi, Italia, 2009, 54`
REPLICA: 19/10 Teatro Studio, 15:00
"Cinque sono i motivi per bere: l`arrivo di un amico, la bontà del vino, la sete presente e quella che verrà, e qualunque altro": le rupi del vino, in Valtellina, sono quei terrazzamenti abbarbicati sui pendii delle montagne, ancor oggi ricavati con il lavoro manuale, secondo una tradizione del 1400. È lì che crescono i vitigni di vini prelibati. Olmi che ha iniziato il cinema con lo sguardo documentario e che vi è ritornato nelle ultime stagioni con lo stesso amore e stupore degli inizi ripete il viaggio di Mario Soldati, al quale è dedicato il film, nella sua opera L`avventura in Valtellina. In anteprima mondiale, l`incanto delle opere, del gusto e del paesaggio di una cultura millenaria.
Martedì 20 ottobre, h 22:30 Teatro Studio
L’Altro Cinema/ Occhio sul Mondo
Maria Lai. Ansia d`infinito/ Aim to Infinity (Proiettato dopo Latta e Caffè)
di Clarita Di Giovanni, Italia, 2009, 50`
Allieva a Venezia di uno dei più grandi scultori europei del `900, Arturo Martini, Maria Lai è tra le artiste più importanti della sua generazione. Le sue creazioni, che spaziano dalla grafica ad ogni tipo di forma plastica, sono continuamente alla ricerca di tecniche e manufatti di multiforme natura ma il segno del suo universo visionario e stratificato rimane inconfondibile. I quadri, i paesaggi scolpiti, gli allestimenti tessili, i disegni, accompagnati dalla voce dell’artista sarda sono impaginati da una fluida, delicata e inventiva impaginatura del video e della musica che ripercorre la biografia e l`evoluzione di una creatività mai a corto di risorse la cui modernità è ancora oggi prodigiosamente vitale.
Venerdì 16 Ottobre, h 17:30 Teatro Studio
Corti USC di AA.VV., 2007 – 2009Usa, 62’
Dopo il grande successo del programma di animazione Cal Arts dell’anno scorso, continua il viaggio di L’Altro Cinema | Extra alla scoperta dei giovani talenti formati nelle migliori scuole di animazione americane. E’ la volta della USC, ovvero la University of Southern California. Fondata nel 1880, legata alle personalità di Lucas e Spielberg che si sono formati al suo interno, è soprattutto famosa per la sua facoltà di Cinema, la School of Cinematic Arts, che offre anche programmi e corsi di animazione. In poco più di un’ora, lo spettatore ha la possibilità di saggiare attraverso una ricca scelta di corti, il futuro del cinema nelle mani dei più potenti creatori di immagini e storie, ancora cuccioli, dal tratto in perenne fluttuazione e movimento.
Domenica 18 Ottobre, h 22:30 Teatro Studio
H.O.T. – Human Organ Traffic
di Roberto Orazi, Italia, 2009, 60’
In un modo dove ormai la frattura tra ricchezza e povertà è un abisso, c`è chi cede parti del proprio corpo a commercianti di vita, a volte con gratitudine per l`offerta di questa chance. Per molti, tuttavia, quel denaro rappresenta solo una fugace e momentanea illusione. Roberto Orazi, dal Brasile all`India, racconta, forse per la prima volta, la vera dinamica e soprattutto la realtà esistenziale del dramma del traffico internazionale di organi: vite unite da un’effimera speranza e divise da quel confine astratto ma invalicabile che separa il Nord e il Sud del Mondo. Grazie ad un cinema secco, livido, inappellabile, il doc evoca atmosfere da thriller e da reportage sotto copertura.
Venerdì 23 Ottobre, h 16:00 Sala Petrassi
Proiezione speciale Alice nella città – L’altro Cinema | Extra
Sotto il Celio Azzurro
di Edoardo Winspeare, Italia, 2009, 80’
REPLICA: 23/10 h: 19:30 Salacinemaikea
MARC’AURELIO D’ORO ALLA CARRIERA PER MERYL STREEP
Da dove iniziare a parlare per descrivere l’importanza e la grandezza di un’attrice come Meryl Streep? L’interprete che il Festival di Roma premierà quest’anno per la carriera, la personalità e lo stile, così come negli anni scorsi ha fatto con Sean Connery, Sophia Loren e Al Pacino, gode di una tale popolarità che da una parte è superfluo spiegare il perché di questo riconoscimento, dall’altra, proprio per questo, è importante cercare di osservare più da vicino le cause di un tale successo. Mrs Streep, da questo punto di vista, appare almeno altrettanto determinata e provvista di risorse quanto molti dei suoi personaggi. Ha iniziato a vincere premi appena apparsa sullo schermo (l’Emmy Award per Holocaust), detiene il record di nomination (15 per l’Oscar®, 23 per i Golden Globe) e l’anno scorso, con Mamma mia!, ha definitivamente confutato il pregiudizio che fosse troppo dotata nel dramma per diventare simpatica e divertente in una commedia (convinzione che le commedie degli anni ’80 e 90, come Heartburn, She Devil e La morte ti fa bella, anche a causa del loro modesto esito al box office, avevano radicato ad Hollywood). Considerata come l’attrice di maggiore talento della sua generazione alla fine degli anni ’70, la Streep fu costretta ad affrontare, nel decennio successivo, la freddezza delle major americane superati i trent’anni, che le fece dire che gli studios non le offrivano ruoli di primo piano perché vederla ricordava ai dirigenti l’età della prima moglie. È considerata l’attrice più brava nell’affrontare parti di donne dall’accento straniero, ha una pelle di porcellana, una massa luminosa di capelli che cattura la luce dell’inquadratura, un mimetismo virtuosistico, un ovale di una espressività minuta e ininterrotta ed è in possesso di una tecnica impeccabile e completa (la voce addestrata dalle lezioni di canto di gioventù, solide basi di danza): forse più di quanto sia successo a Kathrine Hepburn o a Bette Davis o a Jane Fonda durante la loro epoca – tutte attrici che come lei hanno avuto l’abilità e la fortuna di incarnare un modello di eccellenza d’attore sullo schermo – la Streep ha dovuto innanzitutto affrontare gli anticorpi generati inevitabilmente da chi viene identificato con una macchina troppo perfetta per essere anche vera. “Un delizioso robot”, disse John Cazale, il grande attore del Padrino e di Quel pomeriggio di un giorno da cani, al quale la Streep fu legata sentimentalmente e che accudì fino alla morte prematura subito dopo Il cacciatore (di Cazale, a Roma, hanno parlato a lungo sia Coppola che Al Pacino e quest’anno, d’intesa con Meryl Streep, tra i film della retrospettiva verrà proiettato anche I Knew It Was You, che rievoca la breve ma folgorante carriera di questo attore straordinario). Sembra incredibile, soprattutto per il pubblico di oggi che conosce la Streep come una delle attrici di più alta temperatura emotiva, ma la sua più grande battaglia è stata lottare contro l’impressione di freddezza e perfezione della sua strepitosa apparenza sullo schermo. La scelta dei film della retrospettiva/omaggio all’attrice (da lei stessa approvata) confuta con larga maggioranza questi anticorpi. Quante hanno sfidato senza protezione il rifiuto di una tradizionale identità materna (in film come Kramer contro Kramer o Un grido nel buio o The Mancuhrian Candidate) e quante hanno esplorato oltre i confini già noti il romanticismo di personaggi femminili costretti dall’epoca o dalla soggezione maschile in confini troppo stretti o umilianti (in film come La donna del tenente francese, Plenty, La mia Africa)? La Streep ha conquistato nell’immaginario cinematografico, ma anche nella cultura, nuovi, sconosciuti territori all’identità femminile, spesso tutt’altro che rassicuranti o gratificanti. Se in film come Innamorarsi o I ponti di Madison County affronta con radicalità e raffinatezza memorabili donne costrette alla rinuncia, sono film come Il diavolo veste Prada o Mamma Mia! (o Il dubbio) che, seppure in modi drasticamente difformi, le consentono di schizzare ritratti di donne che sembrano sapere bene come avere a che fare con le strategie di dominio, potere, controllo, ricerca del piacere tipiche del mondo maschile. In realtà Mrs Streep è insuperabile proprio nella narrazione complessa di entrambi gli aspetti (come in film sottovalutati come One True Thing o Adaptation): non c’è personaggio di spessore che abbia interpretato che non viva fino in fondo la battaglia tra controllo e disfatta nell’affrontare le proprie emozioni. È per questo che tutti la amano. Da La scelta di Sophie a Il diavolo veste Prada, forse gli antipodi di una galleria straordinariamente ampia (tipica dei più grandi attori), da una madre/martire ad una madre/matrigna, questa attrice sembra scoprire insieme a noi l’inaudito, ovvero quanto si somiglino la tirannia e il panico, l’accanimento e la vulnerabilità estrema, come se in ogni istante siano entrambi in agguato e lei sia lì sullo schermo per affrontare per noi, come un delizioso guerriero, entrambi. Di questa guerra, questa straordinaria attrice, non fa che inviarci bollettini accurati, dolorosi e commoventi, ad ogni film, da più di trent’anni. Non una sola emozione da lei provocata sullo schermo che non ci ricordi qualcosa di familiare e, forse, inconfessabile.
LA RETROSPETTIVA SU MERYL STREEP
Venerdi 16 ottobre,h 18.30 Studio 3
La voce dell’amore / One True Thing
di Carl Franklin, 1998, Usa, 127’
Venerdi 16 ottobre,h 21.30 Studio 3
Kramer contro Kramer / Kramer vs. Kramer
di Robert Benton, 1979, Usa, 105’
Sabato 17 ottobre, h 18.30 Studio 3
La donna del tenente francese / The French Lieutenant`s Woman
di Karel Reisz, 1981, Usa/Uk, 123’
Sabato 17 ottobre, 21.30 Studio 3
La scelta di Sophie / Sophie`s Choice
di Alan J. Pakula, 1982, Usa, 150’
Domenica 18 ottobre, h18.30 Studio 3
Innamorarsi / Falling in Love
di Ulu Grosbard, 1984, Usa, 106’
Domenica 18 ottobre, h 21.30 Studio 3
Plenty / Plenty
di Fred Schepisi, 1985, Uk/Usa, 121’
Lunedi 19 ottobre, h 18.30 Studio 3
Un grido nella notte / Cry in the Dark
di Fred Schepisi, 1988, Usa, 120’
Lunedi 19 ottobre, h.21.30 Studio 3
La mia Africa / Out of Africa
di Sydney Pollack,1985, Usa, 160’
Martedi 20 ottobre, h 18.30 Studio 3
Manhattan / Manhattan
di Woody Allen, 1979, Usa, 96’
REPLICA: 21/10 Metropolitan 1, 17:30
Martedi 20 ottobre, h 21.30 Studio 3
I ponti di Madison County / The Bridges of Madison County
di Clint Eastwood, 1995, Usa, 135’
Mercoledì 21 ottobre, h 18.30 Studio 3
Il ladro di orchidee / Adaptation
di Spike Jonze, 2002, Usa, 114’
Mercoledì 21 ottobre, h 21.30 Studio 3
The Manchurian Candidate / The Manchurian Candidate
di Jonathan Demme, 2004, Usa, 130’
Giovedi 22 ottobre, h 18.30 Studio 3
Il diavolo veste Prada / The Devil Wears Prada
di David Frankel, 2006, Usa, 110’
Giovedi 22 ottobre, h 21.30 Studio 3
Mamma mia! / Mamma Mia!
di Phyllida Lloyd, 2008, Usa/Uk, 104’
RETROSPETTIVA SU LUIGI ZAMPA
(in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale)
Da tempo aspettavo un’occasione per ricordare Luigi Zampa, una delle personalità più rappresentative della storia del cinema italiano, un amico cui mi sono legato dai primi anni del dopoguerra con stima e ammirazione, considerandolo un osservatore intelligente e fine dei tempi in cui vivevamo, pronto a riderne quando serviva, ma pronto anche a prendere la frusta quando lo sentiva necessario.
Ricordo il nostro primo incontro, una mattina del ’47 al cinema Rivoli di Roma per la proiezione di Vivere in pace. Erano gli anni del Neorealismo, nelle sue cifre più riarse e più nere. A lui, e a Suso Cecchi d’Amico che gli aveva sceneggiato il film, dissi subito: “Avete inventato il Neorealismo rosa”. Quanta fragranza, infatti, e quanto umorismo in quel film che, pur con gli stessi temi e lo stesso interprete (Aldo Fabrizi) di Roma città aperta, sapeva voltarli se non in burla certo in festa e in allegria, pur concedendo spazi anche ai sospiri.
Era però ancora un film per ricordare. L’attualità premeva e Zampa non se la lasciò sfuggire. Quello stesso anno L’Onorevole Angelina, protagonista Anna Magnani, segnò una data e precisò, chiarissime, le linee fra il risentito e l’ironico che Zampa avrebbe spesso seguito. Gli ci voleva al fianco uno scrittore, e dopo i primi felici contributi di Suso Cecchi d’Amico, eccolo trovarlo, solido e amaro, in Vitaliano Brancati. Ne nasce una trilogia apertamente “italiana” – Anni difficili, Anni facili, L’arte di arrangiarsi – che, per analogia con quello che si faceva allora in quegli anni nel nostro cinema, fra il ’47 e il ’55, qualcuno credette di poter inserire nel filone della commedia all’italiana. Lo era, invece, solo molto in superficie, perché in quei tre film Zampa, rileggendo Brancati, era riuscito ad esprimere anche quelle polemiche e quelle delusioni che, pur nella gioia della democrazia ritrovata, covavano in molti per certi risultati non ancora raggiunti e per certe vittorie sociali non ancora ottenute.
Da quell’impegno pur con grazia, all’impegno severo di Processo alla città, da un’idea di Francesco Rosi ed Ettore Giannini: il suo capolavoro e una delle opere più vivide e più forti del cinema italiano dei Cinquanta. Al centro uno scandalo primo Novecento, di sfondo molti rimandi all’attualità, personaggi a tutto tondo, un racconto serrato ma anche fluido, con il respiro largo delle opere riuscite. Anche nel linguaggio, anche nelle immagini.
Gli chiesi una volta delle sue regie. “Non debbono vedersi – affermò – un regista non deve mettere in mostra sé stesso perché si dica quanto è bravo, deve raccontare e basta, e tanto più sarà bravo quanto più sarà riuscito a far credere nei personaggi, a commuovere o divertire con loro. Perché lo spettatore, in un film ben fatto, non deve rimanere all’esterno della storia, ma deve poterci entrare per viverla con i suoi personaggi”.
Il suo credo cinematografico. Lo si ritroverà anche nel resto della sua carriera quando, pur mantenendo ancora certe attenzioni al sociale, comincerà a preferire apertamente la commedia (salvo ne La Romana di Moravia, protagonista Gina Lollobrigida). Basterebbero pochi titoli – Ladro lui ladra lei, Il vigile, Il medico della mutua, Anni ruggenti – per dimostrarci, specie quelle volte in cui si faceva avanti Alberto Sordi come attore, quanto Zampa, pur avendo dimostrato di saper dominare molti generi, i suoi migliori ferri del mestiere avesse finito per impugnarli adesso a livello di allegria: mai però smodato e corrivo, com’era spesso la moda di quegli anni, sempre invece con un gusto e un controllo che gli consentivano, con qualche sberleffo amaro, di imporsi perfino nel “grottesco”, ritornando non di rado anche al serio. “Perché oggi – mi diceva – sono troppi quelli che fanno solo ridere, io, quando posso, cerco sempre di aggiungervi qualche pensierino. Anche quando diverte, è sempre bene che il cinema rifletta.”
Per riflettere, agli inizi dei Settanta, si cimentò, con La contestazione generale, sui temi che, dopo il Sessantotto, erano in voga in quegli anni, al cinema e dappertutto. Forse non era compiuto fino in fondo ma la “zampata” di Zampa, come io mi divertivo a definirla, la si ritrovava ancora in modo spesso prepotente. Come la si ritroverà, ne sono certo, nei film migliori che, a vario titolo, sono stati ricompresi in questa sua Retrospettiva, realizzata con l`indispensabile apporto e collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e curata con l’abituale competenza dall’amico e collega Mario Sesti, riflesso meditato del suo impegno ed anche sue tante, felicissime occasioni di successo.
Gian Luigi Rondi
I FILM DELLA RETROSPETTIVA SU LUIGI ZAMPA
Sabato 17 ottobre, h 11:00 Studio 3
Fra Diavolo
di Luigi Zampa, Italia, 1942, 88`
Venerdì 16 Ottobre, h 17:00 Cinema Trevi
Signorinette
di Luigi Zampa, Italia, 1942, 86’
Venerdì 16 Ottobre, h 19:00 Cinema Trevi
Un americano in vacanza
REPLICA: 18/10 Studio 3, 15:00
Sabato 17 Ottobre, h 15:00 Studio 3
Vivere in pace
di Luigi Zampa, Italia, 1947, 89`
REPLICA: 20/10 Cinema Trevi, 17:00
Domenica 18 Ottobre, h 11:00 Studio 3
L’onorevole Angelina
di Luigi Zampa, Italia, 1947, 95`
REPLICA: 20/10 Cinema Trevi, 21:00
Lunedi 19 ottobre, h 11:00 Studio 3
Cuori senza frontiere
di Luigi Zampa, Italia, 1950, 90`
REPLICA: 20/10 Cinema Trevi, 19:00
Sabato 17 ottobre, h 17:00 Cinema Trevi
E’ più facile che un cammello…
di Luigi Zampa, Italia – Francia, 1950, 81’
Venerdì 16 Ottobre, h 21:00 Cinema Trevi
Signori, in carrozza!
di Luigi Zampa, Italia – Francia, 1951, 100’
Lunedì 19 ottobre, h 15:00 Studio 3
Processo alla città
di Luigi Zampa, Italia, 1952, 98`
REPLICA: 21/10 Cinema Trevi, 21:00
Sabato 17 ottobre, h 19:00 Cinema Trevi
Anni facili
di Luigi Zampa, Italia, 1953, 98’
Venerdì 16 ottobre, h 15:00 Teatro Studio
La romana
di Luigi Zampa, Italia, 1954, 91`
REPLICA: 22/10 Cinema Trevi, 21:30
Mercoledì 21 Ottobre, h 17:00 Cinema Trevi
L’arte di arrangiarsi
REPLICA: 22/10 Studio 3, 15:00
di Luigi Zampa, Italia, 1954, 100`
Sabato 17 ottobre, h 21:00 Cinema Trevi
Ladro lui, ladra lei
di Luigi Zampa, Italia, 1958, 105’
Domenica 18 Ottobre, h 17:00 Cinema Trevi
Il magistrato
di Luigi Zampa, Italia – Spagna, 1959, 105’
Mercoledì 21 Ottobre, h 19:00 Cinema Trevi
Il vigile
di Luigi Zampa, Italia, 1961, 109`
REPLICA: 23/10 Studio 3, 11:00
Mercoledì 21 Ottobre, h 11:00 Studio 3
Anni ruggenti
di Luigi Zampa, Italia, 1962, 110`
Venerdì 23 Ottobre, h 15:00 Cinema Trevi
Frenesia dell’estate
di Luigi Zampa, Italia/Francia, 1964, 100`
REPLICA: 22/10 Cinema Trevi, 17:00
Domenica 18 Ottobre, h 19:00 Cinema Trevi
Una questione d’onore
di Luigi Zampa, Italia – Francia, 113’
Domenica 18 Ottobre, h 21:00 Cinema Trevi
Le dolci signore
di Luigi Zampa, Italia, 1967, 112’
Giovedi 22 ottobre, h 11:00 Studio 3
Il medico della mutua
di Luigi Zampa, Italia, 1968, 98`
REPLICA: 23/10 Cinema Trevi, 19:00
Giovedì 22 Ottobre, h 19:00 Cinema Trevi
Contestazione generale
di Luigi Zampa, Italia, 1970, 131` (Film in 4 episodi)
REPLICA: 23/10 Studio 3, 17:30
Mercoledì 21 Ottobre, h 15:00 Studio 3
Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata
REPLICA: 23/10 Cinema Trevi, 21:00
di Luigi Zampa, Italia, 1972, 115`
Venerdì 23 Ottobre, h 17:00 Cinema Trevi
Bisturi, la mafia bianca
di Luigi Zampa, Italia, 1973, 102’
Lunedì 19 Ottobre, h 17:00 Cinema Trevi
Gente di rispetto
di Luigi Zampa, Italia, 1975, 113’
Lunedì 19 Ottobre, h 19:00 Cinema Trevi
Il mostro
di Luigi Zampa, Italia, 1977, 99’
Lunedì 19 Ottobre, h 21:00 Cinema Trevi
Letti selvaggi
di Luigi Zampa, Italia – Spagna, 1979, 106’
Le proiezioni avranno luogo presso l’Auditorium Parco della Musica e il cinema Trevi
GLI INCONTRI
GABRIELE MUCCINO E GIUSEPPE TORNATORE
Gabriele Muccino e Giuseppe Tornatore saranno protagonisti di un Duetto: la fortunata formula d`incontri, ideata da Mario Sesti, che negli anni passati ha visto dialogare di fronte al pubblico e ai giornalisti del Festival, Marco Bellocchio e Bernardo Bertolucci, Toni Servillo e Carlo Verdone. "Ho molta simpatia per Gabriele Muccino – dice Tornatore – sia perché credo si tratti di uno dei pochi registi di recente affermazione che si sia fatto le ossa con la gavetta dei serial popolari e dei contributi filmati per trasmissioni tv, sia perché lavorare in America, come fa lui, per un regista europeo, significa un po` superare le colonne d`Ercole e sottoporsi ai codici di comportamento di un’industria particolarmente dura e difficile". "Per me il lavoro di Tornatore – dice invece Gabriele Muccino – è sempre stato la dimostrazione di come i film possano trasmettere un grande amore per la propria terra e il cinema del proprio Paese". "Quando uscì L`ultimo bacio – aggiunge Tornatore – ed ebbe un successo straordinario, io me ne rallegrai – credo che quando un film italiano va bene, tutti coloro che fanno cinema dovrebbero essere felici anche se so che non è sempre così – e devo dire che in quel film si raccontava in modo molto disarmato e sincero la crisi di un trentenne che proprio alle soglie della paternità viene trascinato da una storia d`amore per una adolescente che mette completamente sotto sopra la sua vita e le sue certezze". "Nuovo Cinema Paradiso è stato decisivo per me – ricorda Muccino – lo vidi due volte ancor prima che andasse a Cannes: è un film che ha contato tantissimo nella mia decisione di voler diventare regista". "Mi piace molto come dirige gli attori – dice Tornatore del cinema di Muccino – si vede che dietro la loro prestazione c`è un lavoro trascinante, energico, scrupoloso". “È forse l`unico regista italiano di oggi – dice Muccino di Giuseppe Tornatore – che possa idealmente collegarsi ad una tradizione che da Zavattini porta a Germi e a Leone: un cinema capace di grandi racconti epici e allo stesso tempo di una attenzione profonda per la vita degli uomini qualsiasi, degli umili e gli invisibili". Ognuno dei due sceglierà delle scene che ama dei film dell`altro ed entrambi le commenteranno in un incontro aperto sia al pubblico, che potrà acquistare i biglietti, che alla stampa, della sezione L`Altro Cinema | Extra del Festival Internazionale del Film di Roma (15 – 23 ottobre).
PAULO COELHO
Il grande scrittore, assai popolare in tutto il mondo, presenterà in anteprima mondiale Paulo Coelho`s The Experimental Witch, lungometraggio basato sul suo libroLa strega di Portobello. Si tratta di un esperimento del tutto inedito che L`Altro Cinema | Extra ospita in anteprima mondiale. La pellicola è nata, infatti, da un`idea di Coelho, che ha coinvolto numerosi filmmakers e aspiranti registi, invitandoli online a tradurre in immagini la sua opera. In questo modo si è aperto un vero e proprio concorso sul web a conclusione del quale lo scrittore, ha scelto i migliori filmati pervenutigli, ciascuno dei quali è diventato poi un capitolo del film (corrispondente ai monologhi dei vari personaggi di cui è costituito tutto il libro). Dice Coelho, a proposito: “Come scrittore, il processo creativo è sempre stato solitario: sono sempre da solo quando affronto la pagina bianca e le mie emozioni. Naturalmente, una volta che il libro è pubblicato incontro i lettori e raccolgo reazioni ed impressioni su come immaginano e vivono la storia che gli propongo. Prima mi dispiaceva sempre non essere in grado di scavare più a fondo nel loro intuito. Con Internet tutto questo è cambiato: Paulo Coelho`s The Experimental Witch ha costituito una magnifica opportunità di incontrare finalmente la mente, l’intuito e la sensibilità dei miei lettori. Attraverso la loro creazione, in un certo senso il mio libro è come rinato. Sono stato estremamente felice di constatare che questo progetto è riuscito a raccogliere così tanto da una tale varietà di persone. Sono più che mai convinto che creare è condividere”. Dopo la proiezione, Paulo Coelho, Lucio Dalla ed Elisabetta Sgarbi (che ha supervisionato insieme a Coelho l`intero progetto) parleranno di fronte al pubblico del film ma anche della inedita contaminazione di letteratura, cinema e nuove tecnologie che esso mette in campo per la prima volta.
RICHARD GERE
Come ai suoi tempi Clark Gable, è difficile trovarlo nei panni del cattivo (ma ne fa uno davvero notevole in Internal Affairs). Richard Gere, per certi versi, è l`unica star maschile di oggi che possieda il passo e l`aura che ricordano età mitiche di Hollywood: quelle in cui le star scendevano da lunghe cadillac o da biplani e offrivano a folle assiepate sorrisi composti e distinzione aristocratica. Un metro e ottanta di buona salute, muscolatura apollinea, buon uomore e sensibilità non convenzionale per i diritti umani e per la speranza buddista della pace universale, Gere ha qualcosa della "star" classica più di George Clooney o di De Niro. Comparso in un epoca che è a metà tra i due, ha portamento e appeal che non sarebbero dispiaciuti a Douglas Fairbanks o a Errol Flynn. Infatti, sebbene la prima apparizione con la quale si mette in luce sullo schermo è ad opera di uno dei registi più appartati, personali e anticonformisti degli anni `70 (Terrence Malick: che ha affrontato e vinto la propria resistenza a mostrarsi in pubblico proprio per il Festival di Roma nel 2007), il quale lo sceglie come antagonista di Sam Shepard nel magnifico I giorni del cielo, la sua scalata ai vertici dello star system inizia con lo scatto prodigioso di due film che gravitano intorno all`estetica del corpo, della griffe e della divisa (American Gigolo e Ufficiale e gentiluomo). Da allora Gere – se si esclude la digressione sorprendente del criminale vitalista e romantico di Breathless che addirittura rifaceva l`eroe eponimo delle nouvelle vague di qualsiasi latitudine, ovvero il Belmondo di A bout de souffle – sembra destinato a personaggi che hanno una incoercibile inclinazione al bene come quelli James Stewart ma anche, spesso, il rango di una specie fiabesca (consoli onorari, psicanalisti, dottori, persino una parte biblica – Re David – e un Lancillotto). Anche nel film che ne consacra definitivamente lo status regale di Maschio Primario identificato con il miglior Buon Partito possibile in qualsiasi cultura e dal punto di vista di una donna di qualsiasi etnia, ovvero Pretty Woman – nel quale è un uomo di notevole agiatezza economica che riscatta una donna inizialmente ricercata per prestazioni sessuali, riconoscendone alla fine lo statuto sociale di pari grado – perfino in quello, Richard Gere è più vicino alla versione contemporanea più smaliziata del Principe Azzurro, di quanto qualsiasi altro attore di analoga fama, affermatosi prima o dopo di lui. Come ogni sangue nobile sa ballare alla perfezione (Chicago, Shall We Dance) e suona con competenza almeno uno strumento (Cotton Club). Naturalmente è un avversario indomito del Male (Red Corner, The Jackal, Primal Fear) ma a volte nei film rivela caratteri di vitalità burlesca e personalità multipla che mostrano un aspetto borderline generalmente in ombra nel mainstream hollywoodiano (in film interessanti e non convenzionali come Dr. T and The Women, The Hoax, Sommersby). Di tutto ciò, che ha alimentato una carriera straordinaria ed una galleria insostituibile di storie e personaggi Richard Gere parlerà con giornalisti e spettatori, in uno di quegli incontri che ormai sono diventati una tradizione, molto amata, del nostro Festival.
MERYL STREEP
Come è ormai tradizione, anche il premio Marc`Aurelio d`Oro alla carriera di quest`anno (Acting Award), come accaduto in passato per Sean Connery, Sophia Loren, Al Pacino, prevede un incontro e un`approfondita conversazione di fronte alla platea con spettatori e giornalisti: un programma il cui interesse è stato paragonato, in passato, ad una vera e propria master class. Antonio Monda e Mario Sesti dialogheranno sul palcoscenico con Meryl Streep commentando alcune celebri scene che hanno scelto insieme a lei, tratte da Manhattan, Il cacciatore, Innamorarsi, Kramer contro Kramer, I ponti di Madison County, La scelta di Sophie, Il diavolo veste Prada, Mamma Mia!
FILMAKER: ISTRUZIONI PER L`USO: INCONTRO CON ASIA ARGENTO
42 secondi sono sufficienti per raccontare una storia, evocare un mondo, trasmettere una sensazione o diffondere un`idea? Sicuramente lo sono "per accendere l`immaginazione" con il cinema, secondo autori come David Lynch o Abel Ferrara, Mike Figgis o Leos Carax, Jonas Mekas o Sergei Bodrov, Charles Burnett o Harmony Korine che sono alcuni dei 42 registi coinvolti in questo turbolento esperimento di immagini e suoni che mette insieme 42 secondi di creatività per ciascuno di essi. Il film sembra portare alle estreme conseguenze, estetiche e narrative, la dimensione della "narrazione breve" che la diffusione di videoclip o commercial, YouTube e cellulari, ha trasformato in una delle aree più contese e battute sia dal mercato audiovisivo che dalla ricerca estetica dei più avanzati processi di mediatizzazione. Che tipo di cinema sarà praticato nel futuro in questo orizzonte tecnologico e linguistico? Che cosa vorrà dire, nei prossimi anni, sognare e realizzare un film? E che identità avrà l`autore di un film in questo futuro? Per questa ragione la proiezione del film verrà seguita da un incontro con uno dei 42 registi, Asia Argento e si chiamerà "Filmaker: istruzioni per l`uso". Attrice sin dall`infanzia e successivamente sceneggiatrice e regista, interprete per autori assai personali come Olivier Assayas, Sofia Coppola, Abel Ferrara, Tony Gatlif, Gus Van Sant ma anche militante assidua degli horror del padre, Asia Argento non solo rappresenta un esempio fuori dal comune dell`abitare il cinema in Italia lavorando costantemente anche nel mercato internazionale, ma è anche una personalità capace di muoversi con duttilità e brillantezza, humour e sensualità in una idea affascinante, ancora tutta da inventare, di modernità del cinema.