L’angolo di Michele Anselmi | Scritto per Cinemonitor

Si riparla di Cinecittà. Intanto alla Mostra del cinema di Venezia, con la presentazione, sabato 2 settembre alle 15.30, del volumetto “Cara Cinecittà”, realizzato dalla rivista della casa “8 ½” . Nel frattempo, pur tra qualche intoppo e messa a punto, si sta lavorando al nuovo assetto degli studi sulla Tuscolana. Come sa chi è del ramo, nei mesi scorsi Istituto Luce-Cinecittà ha riassorbito le attività di Cinecittà Studios, più strettamente legate alla gestione dei teatri di posa e alla produzione audiovisiva, in modo da integrarle con quelle storicamente coordinate dalla società madre: il sostegno al cinema italiano, la conservazione dell’Archivio storico del Luce, la produzione di documentari, la gestione dei Fondi cinema del Mibact. Le due metà insieme, insomma, in un nuovo polo che ha l’obiettivo di diventare, come ha scritto l’Ansa, “un punto di riferimento per tutto il comparto dell’audiovisivo e uno strumento strategico del suo sviluppo”. Il tutto sotto la regia del ministro Dario Franceschini, molto attivo sul tema e sicuro di riuscire a coinvolgere anche la Rai, in realtà piuttosto riluttante. ritenuta un “partner naturale per il sostegno alle produzioni”.

L’atto di acquisizione è stato firmato dal presidente di Istituto Luce-Cinecittà, Roberto Cicutto, e dal direttore generale di Cinecittà Studios, Giuseppe Basso. Via dunque la compagine di imprenditori pilotata da Luigi Abete (bisogna dire non s’è dimostrata una grande e proficua esperienza). Tornano sotto la mano pubblica l’attività dei teatri di posa con le realizzazioni scenografiche, la produzione esecutiva e tutti i servizi collegati, ma anche tutto il polo digitale che si occupa della post produzione al restauro delle opere, fino alla conservazione, nonché la gestione delle mostre e dell’entertainment, comprese le attività editoriali, gli audiovisivi, il merchandising.

Speriamo bene, anche se c’è chi sottolinea che con Cinecittà, nel senso degli studi di posa, la cautela è d’obbligo. Pochi ricordano, infatti, che neanche dieci anni fa, era il giugno del 2008, la situazione da quelle parti stava precipitando. L’allora Cinecittà Holding non stava messa benissimo, anzi.
Troppe società: Luce, Filmitalia, le sale di Mediaport, che ponevano un problema di deficit strutturale e anche una questione di aiuti di Stato, un contratto di affitto “a perdere” con gli studi controllati da Abete e soci, tra i quali Aurelio De Laurentiis. Insomma: troppe società, troppi dipendenti, troppi debiti…
Il ministero dell’Economia, che deteneva le quote azionarie (i diritti dell’azionista erano esercitati dai Beni culturali) era stato perentorio: o si risana o si chiudono le società e si vende. Fu allora che fu nominato amministratore unico Gaetano Blandini, all’epoca anche direttore generale per il cinema presso il Mibac. La sua, comunque si giudichi l’uomo, spesso dedito a uscite colorite e lambito da grane processuali, fu una cura da cavallo.

Per dire: il bilancio 2008, approvato dall’assemblea nel maggio 2009, riporta un utile di esercizio di 704mila euro, rispetto ad una perdita di 7,9 milioni del 2007 (la perdita consolidata era 10,59 milioni). Venne conferito il ramo d’azienda a Cinecittà Studios, con un beneficio, per la parte pubblica, di 8,49 milioni di euro; fu ceduto a Massimo Ferraro, sì il mitico “Viperetta” poi parodiato da Crozza, il circuito Mediaport, con riduzione dell’indebitamento complessivo di gruppo per 38,8 milioni e il trasferimento di 218 dipendenti, con l’impegno a non operare licenziamenti per 36 mesi; fu liquidata la controllata Cinecittà Multiplex, come richiesto dalla Corte dei Conti; si diede avvio alla fusione tra Cinecittà e Istituto Luce; furono revocate circa quaranta consulenze, alcune delle quali non più considerate “strategiche”, per confermarne sei o sette su altre basi.

Così, tanto per ricordare, al di là del mito, dei ricordi e delle celebrazioni per gli 80 anni, che il dossier Cinecittà va sempre manovrato con cautela. Anche oggi che il rilancio sembra essere in vista

Michele Anselmi