Chi ha detto che alla donna piaccia il sesso associato sempre al sentimentalismo?

Già, chi l’ha detto?! Hanno dai 25 ai 70 anni, lavorano professionalmente nel cinema e nella televisione, nel teatro e nella video arte: sono Le ragazze del Porno! Avete letto bene, le ragazze! Registe e produttrici, donne che a breve cambieranno ogni visione del porno tradizionale. O almeno, è quanto, da qualche tempo, propongono di realizzare Maria Chiaretti, Erica Z. Galli e Martina Ruggeri (Industria Indipendente), Tiziana Lo Porto (ideatrice del progetto), Anna Negri, Regina Orioli, Titta Cosetta Raccagni, Lidia Ravviso, Emanuela Rossi, Slavina, Monica Stambrini, Roberta Torre,  lanciando nella cinematografia italiana un’aria della sensualità e del piacere tutta al femminile con dei film pornoerotici diretti da donne.

Nonostante progetti simili siano stati già realizzati nel resto del mondo (in Svezia dalla regista Mia Engberg, in Spagna da Erika Lust, in Francia con le antologie di corti prodotte da Canal + e distribuite in Italia in DVD, negli Stati Uniti con Annie Sprinkle), la notizia in Italia lascia un po’ perplessi ma desta anche molta curiosità. Se non altro perché il genere ha sempre preso le distanze da chi risiede in un Paese in cui la sessualità è vissuta ancora nell’ombra o, al contrario e nei peggiori dei casi, diviene oggetto estremo nelle strategie di marketing esasperandone il significato.  Si parla di erotismo e pornografia, due generi cinematografici molto differenti, nonostante entrambi rappresentino il piacere sessuale. In effetti, mentre un film erotico presuppone una trama, una narrazione, un’ambientazione e un contesto in cui le scene erotiche si inseriscono, per cui risultano parte di un discorso narrativo ed emotivo, nella pornografia ciò che realmente emerge è fondamentalmente l’atto sessuale, caratterizzato nella pellicola dai primi piani degli organi sessuali, dall’enfasi del piacere e, soprattutto, dalla meccanicità con cui gli attori si impegnano nella prestazione.

Detto questo, inevitabilmente ci si chiede quale novità il progetto potrebbe apportare nel porno, considerando il genere “narrativamente” privo di alternative. Intervistando una delle protagoniste, la regista-attrice Regina Orioli si sofferma su alcune dinamiche del cambiamento, vale a dire, sulla diversa percezione del sesso che emergerebbe dal grande schermo se i riflettori, diretti da una donna, venissero puntati partendo da ciò che il genere femminile desidera, dal modo in cui la donna vive il proprio corpo e il piacere. In pratica, si vuol proporre l’esatto opposto che la pornografia tradizionale rappresenta, abituandoci a vedere la donna solo come “l’altro sesso” mentre tutta la libido ruota intorno alle capacità fisiche, ai bisogni, ai ritmi e alle pulsazioni maschili. La centralità delle differenze sembra chiara e le intenzioni determinate ad affrontare un discorso che superi le barriere sessiste, dando spazio a una visione sessuale che parta dalle sensazioni e dai desideri femminili.

Gli ostacoli più evidenti sono due: trovare attori non professionisti che fisicamente si distacchino dal prototipo del genere porno; la difficoltà di ottenere i finanziamenti. Il progetto si concretizza nella realizzazione di dieci corti che costituiranno un lungometraggio Le Ragazze del Porno/My Sex: Seratina, di Negri; Mano di velluto, di Orioli; Queen Kong, di Stambrini; Educazione sentimentale di Hot Rabbit, di Chiaretti; Alla notte, di Raccagni; Harem, di Ravviso; Il sesso degli angeli, di Rossi; Alicia in the Supermarket, di Torre; Gang Banging, di Slavina. Attraverso il crowdfunding (la partecipazione economica del pubblico mediante donazioni o acquisto di opere d’arte Art For Porn) saranno realizzati i primi tre cortometraggi. In Italia film porno girati da donne e destinati ad un pubblico femminile? Oltre che un traguardo, sarebbe una rivoluzione in atto!

Patrizia Miglietta