L’angolo di Michele Anselmi
Presentando su La7 il bel film “La seconda volta” di Mimmo Calopresti, nel quale recitava nel ruolo del professore torinese ferito gravemente dai terroristi rossi, Nanni Moretti ha ricordato che prima di quel 1995 nessuno conosceva in Italia Valeria Bruni Tedeschi. Ha raccontato infatti che fu un regista portoghese, immagino il Laurence Ferreira Barbosa di “Le persone normali non hanno niente di eccezionale”, a portargli materialmente al cinema Nuovo Sacher le “pizze” di un film dove recitava l’attrice ormai italo-francese.
Moretti ricorda male, però. Se è vero che Valeria Bruni Tedeschi aveva recitato già in tredici film, perlopiù girati in Francia, è altrettanto vero che era stato Pupi Avati a farla conoscere in Italia già nel 1989, con una bella e amarognola vicenda corale, ambientata a Porretta Terme nel 1936: “Storia di ragazzi e di ragazze” (qui sotto la foto con Felice Andreasi). Tre anni dopo, sempre in Italia, era stata protagonista del piccolo e sfortunato film “Agnès” di Giorgio Milenotti; e nel 1993, ancora da noi, era comparsa nel film di Giuseppe Piccioni “Condannato a nozze”. Insomma non era proprio una “sconosciuta”, anche se nei panni di Lisa Venturi, la brigatista in carcere a Torino che in libera uscita rincontra con un certo disagio una delle sue incolpevoli vittime, cioè un misurato Moretti, offrì in effetti una prova notevole.
Sempre a proposito di Nanni e La7. Abbastanza divertente e bizzarra la sua presentazione del “Caimano”, costruita come un lungo sketch durante il quale il regista-attore si sottopone a una seduta di ginnastica posturale o qualcosa del genere (il Pilates?) mentre parla di esordi al cinema e di Berlusconi. Ma una cosa ha colpito particolarmente il sottoscritto e non solo: il colore esagerato, innaturale, compatto, tra il mogano chiaro e il terra di Siena, preso di recente dai suoi capelli rispetto alla barba rimasta sale e pepe.
Michele Anselmi