L’angolo di Michele Anselmi

Una buona partenza, ma non l’exploit atteso. Ieri, primo giorno di programmazione, con circa 385 copie in giro (ma diventeranno 500 tra oggi e domani), “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti ha incassato 98.300 mila euro per un totale di 15.669 biglietti staccati, arrivando terzo al botteghino giornaliero, dopo “La casa – Il risveglio del male”, secondo, e “Super Mario Bros. Il film”, saldatamente al primo posto da settimane. Francamente mi aspettavo parecchio di più, ma è probabile che domenica sera, a fine week-end, Moretti, Rai Cinema e Fandango festeggeranno con cifre decisamente migliori. Un’antica legge del cinema insegna che il risultato del giovedì va moltiplicato per cinque o per sei, vai a sapere se è vero.
Certo fa un po’ impressione – fa impressione a me – il corredo di confessioni emotive rintracciabili sui social: c’è chi ha pianto, chi s’è commosso, chi ringrazia Moretti per avergli ridato fiducia nella politica e nel cinema, chi s’è mosso dalla Toscana per arrivare in tempo al Nuovo Sacher, chi scrive “perfetto”, “meraviglioso”, “capolavoro”, chi vuole già andare a rivederlo. Per dire, l’amica Marzia Milanesi, di solito caustica, razionale, poco dedita agli entusiasmi, scrive su Fb: “Sopraffatta dalle emozioni. Come le montagne russe alle giostre che ti tolgono il fiato ad ogni discesa a rotta di collo. Oltre ogni aspettativa. Grazie Nanni”. Una sorta di reazione emotiva collettiva, quasi di adesione totale, sia all’artista sia al film, che un po’ incuriosisce e un po’ spaventa. Mi chiedo: che ci sia anche una “componente-Meloni”? Una reazione di pelle al governo di destra?
Un amico del ramo, che preferisce restare anonimo, mi ha scritto: “Una cosa è certa, il film riporterà un po’ di senior al cinema, perlopiù sessantenni. Sono quelli che preferiscono vedere sé stessi e parlarne con gli amici, come si faceva una volta. Preferiscono compiangersi e piangersi addosso”. Non so se sia così, temo però che tutti noi si viva in una sorta di “bolla” che falsa un po’ la realtà, una percezione alterata rispetto alle dimensioni del fenomeno-Moretti.
Un altro amico, al quale pure il film è molto piaciuto e l’ha scritto, mi fa sapere, scherzando ma non troppo: “Probabilmente coloro che, pure attratti da “Il sol dell’avvenire”, hanno rinviato ai prossimi giorni l’uscita per andare al cinema, alla fine ieri sera sono rimasti a casa a vedere una serie su Netflix”. C’è qualcosa di vero, credo, nella battuta.
PS. La tabella con i dati è presa dalla pagina Fb di Pedro Armocida.

Michele Anselmi