L’angolo di Michele Anselmi
Con civile scelta giornalistica, per la quale ringrazio, sono stati resi noti in anticipo i vincitori della 75esima edizione dei Nastri d’argento, storico premio legato al Sindacato nazionale giornalisti cinematografici pilotato con mano sicura da Laura Delli Colli (stasera la premiazione al Maxxi di Roma). Un’edizione molto “femminile”, politicamente correttissima, che ha visto trionfare Emma Dante con “Le sorelle Macaluso”, nelle categorie più importanti, incluse miglior film e migliore regia, e Susanna Nicchiarelli con “Miss Marx”, eletto “film dell’anno”.
Direi che i giurati abbiano fatto confluire i loro consensi sulle due registe in modo da indicare una strada, una sensibilità, uno sguardo; e quindi non starò qui a dire che, secondo me, “Le sorelle Macaluso”, l’anno scorso in concorso alla Mostra di Venezia, non mi pare un film riuscito sul piano dello stile o particolarmente significativo sul versante drammaturgico; mentre “Miss Marx” almeno rappresenta un esperimento anche produttivo (attori inglesi, una storia ottocentesca, ambientazione inedita).
Ad essere sincero, mi paiono frutto di un’eccessiva generosità, ma un po’ si sapeva, anche i Nastri conferiti a “L’incredibile storia dell’isola delle Rose” di Sydney Sibilia, ritenuta migliore commedia, e soprattutto a “I predatori” di Pietro Castellitto, migliore opera prima, di nuovo dopo i David di Donatello e un immeritato premio veneziano. A proposito della famiglia Castellitto: meglio sarebbe stato premiare il padre, Sergio, per come incarna il vecchio Gabriele D’Annunzio prossimo alla morte nel notevole film “Il cattivo poeta” di Gianluca Jodice, al quale sono andati solo due riconoscimenti “tecnici”.
E ancora: mi pare del tutto pleonastico, specie dopo il David di Donatello ricevuto per “Volevo nascondermi”, il Nastro piovuto su Elio Germano per la sua prova d’attore (ramo commedia) in “L’incredibile storia dell’isola delle Rose”; mentre Kim Rossi Stuart ottiene giustamente il premio come migliore attore drammatico per “Cosa sarà” di Francesco Bruni, pure migliore sceneggiatura.
Quanto alle attrici: Teresa Saponangelo è davvero brava e intensa in “Il buco in testa”, film abbastanza sfortunato dell’ottantenne Antonio Capuano che avrebbe meritato un po’ più di attenzione nelle sale post-Covid, nonostante il periodo inclemente; mentre, sarà di sicuro colpa mia, continuo a pensare che gli ex-aequo non si dovrebbero mai dare: invece, sul fronte commedia, ecco premiate insieme Miriam Leone per “L’amore a domicilio” e Valentina Lodovini per “10 giorni con Babbo Natale”.
Qui di seguito, nel link, tutti gli altri premi di questa edizione dei Nastri 2021, per chi fosse interessato nel dettaglio.
Michele Anselmi