Da oggi a mercoledì 7 ottobre arriva per la prima volta finalmente nelle sale italiane Nausicaä della valle del vento, il secondo lungometraggio diretto da Hayao Miyazaki, uscito nelle sale giapponesi nel 1984. Un talento fuori dalla norma quello dell’autore giapponese. Il suo valore travalica le semplici virtù di regista. Non solo artefice di strisce animate, il Maestro merita d’essere letto e riletto soprattutto per quelle immagini impresse su carta da cui si involano, imponenti, le sagome fantastiche su grande schermo. Nausicaa è il lavoro di una vita. I sette volumi del manga sono il frutto di tredici anni di disegni e riflessioni sui temi più cari all’artista. È il 1982 quando l’autore inizia a pubblicare Nausicaä sulla rivista d’animazione giapponese Aminage. In quel periodo Miyazaki non fu mai sfiorato dall’idea di un adattamento cinematografico. Il manga era solo un passatempo in attesa di trovare un posto di lavoro in qualità d’animatore. L’opera fu interrotta più volte per altri progetti. Non sottovalutiamo tuttavia la crescita e la maturazione di Nausicaa. Il fumetto fu il modo di approfondire un universo fantastico. Molti elementi dovevano essere semplificati per assicurare coerenza alla sceneggiatura e all’animazione di un universo post-apocalittico. La pellicola riassume i primi due volumi del manga. A quel tempo i successivi non erano ancora stati progettati.

In un lontano futuro in cui la terra è coperta quasi interamente da una giungla tossica, solo pochi lembi di pianeta sono ancora abitabili. Gli uomini combattono guerre contendendosi terre ancora intatte. Il conflitto dei paesi Tolmec e Dorok è quello tra due stati imperialisti che vogliono espandere il loro spazio vitale. La terra di Nausicaä è stata la nostra terra, devastata 1000 anni or sono da soldati giganti, Colossi Guerrieri ardenti d’energia atomica. L’umanità, divisa da guerre catastrofiche, è arretratra a una mentalità feudale. Gli uomini lottano per sopravvivere in un ambiente ostile, sopraffatto e minacciato da una sterminata foresta, dimora d’insetti giganti e piante velenose, spazzini di un ecosistema violentato dall’inquinamento umano accumulato nei secoli. Al margine di questo universo minacciato, un angolo di paradiso: la Valle del Vento. Qui, in questo reame agricolo e indipendente, il vento, lungi dai gas tossici, respira e si lascia respirare mentre l’acqua scorre pura nelle fonti. In questo mondo vive Nausicaa, giovane e coraggiosa principessa, amante di ogni forma vivente, animale e vegetale. Conosce il linguaggio del cuore sì che in assoluto silenzio entra in empatica armonia con ogni creatura. All’eroina spetta l’arduo compito di spazzar via odio e violenza dagli uomini che distruggono tutto ciò che toccano corrodendo in profondità il loro pianeta.

Gli adulti, per Miyazaki, sono espressione e simbolo della nostra società: le vittime del conflitto, cadaveri abbandonati a terra, sono ben visibili. Si muore in Nausicaä come in Mononoke. Nessun momento di violenza è mitigato e in entrambi i film la conclusione, anche se positiva, lascia in bocca un sapore acre di cenere. A livello puramente visivo, l’animazione è abbagliante. La bellezza grafica si sposa con una ricerca spirituale e umanistica che si traduce in messaggio panteistico.

Chiara Roggino