Oggi, 22 marzo 2021, ricorre il centesimo anno dalla nascita di Nino Manfredi (1921-2004), attore finissimo e regista sorprendente, seppure con un pugno di titoli. Lo ricordiamo con un’intervista realizzata con l’editore Gianni Gremese che per il festeggiamento dell’anniversario ha riproposto il volume “Nino Manfredi” di Aldo Bernardini, uno dei classici della collana della casa editrice romana dedicata al cinema.

Può spiegarci come nasce il progetto del libro e in quale quadro più ampio si iscrive?
Gianni Gremese: Il progetto è nato più di 30 anni fa, quando decidemmo di dar vita ad una collana di libri dedicata al cinema, caratterizzata da una formula molto particolare, che in Italia in quegli anni ancora non esisteva. C’era una vasta pubblicistica di cinema, ma per la gran parte solamente scritta e con scarse illustrazioni. Le foto sembravano quasi rendere troppo popolare l’articolo per i palati esigenti ed elitari dei cinefili di quei tempi. Così, decisi di rivoluzionare questa visione del libro di cinema, appoggiandomi piuttosto all’esempio dei grandi editori americani. Ho voluto quindi impiantare in Italia qualcosa che nessuno aveva ancora fatto: realizzare grandi album illustrati, che avvicinassero al cinema le grandi masse popolari. In quegli anni le persone si recavano al cinema più per gli attori che per i registi. E come in tutti i fenomeni di divismo, era grande la curiosità per conoscere quanto più notizie possibile grazie a questi libri. Ebbene all’epoca successe lo stesso anche per questo volume dedicato a Nino Manfredi, che abbiamo pensato quindi di riproporre ai nostri lettori in occasione del centenario della sua nascita. Con i mezzi tecnologici e digitali di cui disponiamo oggi, siamo riusciti a riprendere il testo di Aldo Bernardini così com’era, cercando di recuperare e rispettare fedelmente gli impianti di allora; la collana “Gremese vintage” è nata proprio con l’intenzione di riportare alla luce il passato, come si fa con un lavoro archeologico.
Questa nuova edizione, pubblicata oggi con molta più consapevolezza e precisione, è stata arricchita da diversi elementi. Enrico Giacovelli, direttore della collana, ha inserito molte altre critiche e recensioni riportate non solo sui quotidiani, come facevamo allora, ma anche su riviste e libri.
All’epoca però i materiali a disposizione erano scarsi e spesso di pessima qualità, acquisiti spesso da giornali o locandine. La nota più importante di questa nuova edizione è quindi rappresentata dall’aggiunta di un inserto fotografico a colori, con centinaia di foto di alta qualità, tutte tratte dalle pellicole. Questa è una caratteristica che contraddistingue tutti i libri recenti della Gremese: posso affermare, senza il timore di essere smentito, che fino a pochi anni fa tutti i libri di cinema pubblicati non solo in Italia, ma nel mondo, anche da noi, erano falsi. La maggior parte delle foto non erano fotogrammi originali dei film, ma semplicemente scatti affidati sul set, nella preparazione delle scene, ai “fotografi di scena” che immortalavano la scena allo scopo di numerarla e averla disponibile alla fine della lavorazione nell’ordine richiesto. Non avevano tanto quindi la funzione di rappresentazione dello spettacolo, quanto quella di una catalogazione delle scene. Questa volta, invece, abbiamo tratto le fotografie direttamente dalle pellicole, con un procedimento tecnico che oggi è possibile, in questo modo c’è una assoluta scientifica verità, perché sono davvero le immagini reali dei film.

Il rapporto che lega Nino Manfredi alla famiglia Gremese è di lunghissima data. Ci può parlare di come si è stretto questo legame e come si è evoluto nel tempo, ricordando magari anche qualche aneddoto?
G. G.: Il rapporto con Nino Manfredi è nato con il nostro lavoro di editori. Lui all’epoca fu molto gentile e disponibile, ricordo che mi recavo spesso a casa sua con le bozze del libro, per verificare alcuni elementi di cui non eravamo pienamente convinti, e nel lavorare con lui si manifestavano esattamente le stesse dinamiche presenti in una redazione, in cui si esprime il proprio parere in merito all’impaginazione, alla scelta di immagini e contenuti. Nonostante non fosse un grafico editoriale, le sue idee erano sempre molto indovinate, aveva un suo gusto, una visione artistica che molto spesso si rivelava quella giusta. Ricordo bellissimi pomeriggi trascorsi nella casa di Nino, un giorno mi presentò al suo cameriere e si raccomandò a lui simpaticamente dicendo: “Lo vedi questo? Questo è il mio editore! me raccomando, daje tutto quello che vo’, vole un whisky? daje er wiski, vole un caffè? daje er caffè, non je deve manca’ gnente… ”. Insomma non era proprio come stare in ufficio… Con grande disponibilità partecipò anche alla festa dedicata ai primi dieci anni della nostra casa editrice. Ovviamente nel corso del tempo non mancarono anche ovvie differenze di opinioni o interessi tra noi, ma non hanno mai scalfito la bellezza e la sincerità dei nostri rapporti.

Quest’ultima edizione recupera il saggio di un grande critico qual è stato Oreste Del Buono, davvero illuminante e in anticipo sui tempi se pensiamo che già nel ’79, nel tratteggiare il profilo dell’attore, dà alla sfera televisiva lo stesso peso che dà a quella cinematografica… Possiamo parlarne?
G. G.: Oreste Del Buono è stato uno dei grandi artefici della carriera artistica di Manfredi: colse in pieno le sue qualità, sin dai primissimi film, quando non era ancora un attore noto al grande pubblico. Abbiamo deciso perciò in questa edizione di inserire il saggio di Oreste del Buono, in quanto massimo conoscitore di spettacolo e cinema, un grande critico decisamente lungimirante. Rileggendolo le sue parole oggi, ci siamo resi conti di quanto fossero belle e adatte ad introdurre il libro, capaci di delineare la figura di Manfredi in modo molto arguto e raffinato.

La parte del testo dedicata ai film (e anche al teatro e alla televisione) propone lo schema fisso (credits-soggetto-nota dell’autore-critica) tipico dei vostri volumi classici, che si conferma assolutamente funzionale anche a quarant’anni di distanza dalla prima pubblicazione… Come avete immaginato questa struttura?
G. G.: La carta vincente dei nostri libri è stata proprio questa struttura, la formula quindi americana, storico-scientifica, che non mira a recensire solo i film più noti, ma a fornire le informazioni di tutti i film, anche quelli minori. Questo volume segue il medesimo schema, sono infatti presenti tutti i film di Nino Manfredi sia quelli che hanno avuto successo che quelli che non lo hanno avuto. Sono riportati dunque, tutti i dati completi di ogni film, grazie ai quali molto spesso è possibile scoprire storie e curiosità insospettabili e molto interessanti. La lettura di questi dati storici risulta così molto intrigante.
In quegli anni la realizzazione di questi volumi dedicati al cinema non era semplice, e non esisteva quindi in Italia un’editoria di questo genere, eravamo noi i primi a farla, a documentare e a dare informazioni così dettagliate e inedite, per gli appassionati e per gli studiosi, di un’enorme produzione cinematografica di cui spesso non c’erano tracce. L’impresa risultava dunque decisamente complessa. A quei tempi non potevamo avvalerci di internet e, per raccogliere le critiche cinematografiche che decidevamo di inserire film per film, dovevamo recarci presso le emeroteche per reperire ogni singolo giornale, un’operazione che richiedeva giorni e mesi di lavoro. Naturalmente se avessimo affidato questo lavoro ai critici, che non lo avrebbero mai fatto, non saremmo mai arrivati a quei risultati. Noi invece scovammo una rete di appassionati, primo fra tutti Enrico Lancia, persona straordinaria che sin da bambino aveva la curiosa abitudine di recarsi al cinema con una matita e un piccolo quaderno su cui appuntava freneticamente tutti i cast credits, cercando di riportare tutto ciò che riusciva a copiare mentre scorrevano i titoli di testa. È proprio da questi piccoli quaderni che iniziò il nostro arduo lavoro, rielaborammo tutti i dati presenti. Insieme ad Enrico Lancia riuscimmo in questa operazione che ci permise di pubblicare i numerosi volumi che significarono la prima fonte di consultazione per migliaia di appassionati. Negli anni l’editoria ha progredito, siamo così arrivati ai giorni nostri e nel frattempo questi libri si sono esauriti. Abbiamo perciò approfittato di questa occasione unica dei centenari, prima per Sordi e ora per Manfredi, per farli rivivere in questa nuova collana, che abbiamo chiamato “Gremese Vintage” perché i volumi appaiono in una grafica e in una struttura che fa pensare a quegli anni eroici dell’editoria di allora, ma senza le lacune, le limitazioni e le imprecisioni di allora, grazie ai diversi mezzi tecnici di oggi, per far assaporare la bellezza di quegli anni ai tanti cinefili di oggi.