Seconda prova dietro alla macchina da presa per Francesco Bruni che, dopo il successo di Scialla!, torna nelle sale con Noi4, ritratto di una famiglia romana in una calda giornata di giugno. Centro iniziale del racconto è Giacomo, timido e serioso tredicenne in attesa dell’esame orale di terza media. Come se non bastasse, in quello stesso giorno, ha anche deciso di dichiararsi ad una sua compagna di scuola, amata in segreto. Intorno a questo evento vediamo muoversi gli altri membri della famiglia: la sorella Emma, ventenne idealista ed irrequieta, che sogna di fare l’attrice e dorme dentro al Teatro Valle occupato. Ancora i suoi due genitori, che vivono ormai separati: il padre Ettore, artista fallito, squattrinato e inaffidabile, ma spensierato, e la madre Lara, ingegnere, che si è dedicata anima e corpo tanto ai figli quanto alla sua professione. Nel corso del film, i personaggi si cercano e si incrociano, a coppie sempre diverse, in vari punti del centro di Roma, per poi ritrovarsi tutti insieme

Bruni decide di raccontare la famiglia contemporanea, accusando televisione e pubblicità di presentare un immagine ormai vecchia, inaffidabile della vera essenza dei nuclei famigliari che tutti frequentiamo e conosciamo: in chiave troppo edulcorata o, viceversa, tragica, il ritratto non corrisponde mai alla verità del nostro presente, sembra dire l’autore. Anche qui, come in Scialla!, al centro ci sono i rapporti fra i vari componenti, ma la dinamica è più composita e complessa rispetto all’opera d’esordio. Oltre a raccontare la relazione tra genitori e figli, infatti, ci si riferisce anche al rapporto tra una madre e un padre e tra un fratello e una sorella. Ogni personaggio si completa attraverso il rapporto e il racconto degli altri, come se un solo personaggio si frammentasse in quattro diversi prototipi umani. E proprio da questo aspetto deriva un maggior ritmo, una più attenta frenesia del racconto dove la problematicità dei temi trattati è stemperata dall’umorismo: non succede niente di tragico e i personaggi, pur nella loro contraddittorietà, risultano tutti amabili. Merito anche dei quattro protagonisti.

Marco Scali