“Non dirlo a nessuno”, soprattutto dopo quello che è successo al critico e al giornalista Fabio Ferzetti, che è “un piccolo film”. Recensisco quest’opera, presentata nell’ambito di Venice Production Bridge alla 79ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, dopo aver visto il video dell’infuocata conferenza stampa di “Il signore delle formiche”, durante la quale un insolito Gianni Amelio – regista pluripremiato di molte pellicole toccanti e delicate, quali “Il ladro di bambini” e “Lamerica”, che hanno contribuito a sensibilizzare, a commuovere il pubblico italiano su tematiche civili, leit-motiv di molte opere in questa edizione veneziana, e a denunciare misfatti compiuti nel nostro paese – inveisce, inaspettatamente per una Mostra d’Arte e soprattutto per lo spessore del regista e dei temi dai lui narrati, in modo esagerato e smisurato, contro Fabio Ferzetti, critico e giornalista dell’Espresso, ledendo il diritto alla libertà di critica del giornalista e decidendo, esercitando allo stesso modo, un suo diritto, di non rispondere alla domanda di Ferzetti, per non aver gradito una sua recensione dove, nel titolo, stabilito peraltro dalla redazione nel rispetto delle logiche della costruzione della notizia e della notiziabilità, definiva “Hammamet” un piccolo film.

Ai critici, nel suo saggio “Elogio della critica”, il giornalista A.O. Scott attribuisce anche il merito di promuovere le opere cinematografiche: il film su Craxi in Tunisia, record di incassi per il regista, ne è una prova. Io, da parte mia, per scongiurare il rischio di essere in una futura conferenza stampa “aggredita” dal regista, che spero comprenda questa mia ironia nel difendere il diritto di critica, così come sancito dall’articolo 21 della Costituzione Italiana, non definirò “Non dirlo a nessuno”, diretto da Alessio Russo, un piccolo film, se pur la resa non sia ottima, ma sognatore e realizzato in difesa dei diritti LGBT.

Se pur il racconto utilizzi molti clichè (come l’auto in panne nel tentativo dei protagonisti di scappare dalla banda dei criminali), la recitazione sia stentata rendendo il film a tratti goffo, è pur sempre un’opera realizzata e interpretata da ragazzi under trenta, onirico e appassionato (come non notare un chiaro riferimento a “Il sorpasso” di Dino Risi quando Leo e Teo a bordo di un’auto percorrono la città deserta?). E non si tratta di un piccolo film perché, nonostante tutto, in modo semplice e delicato, affronta, oltre a molte tematiche della Generazione Z, il tema dei diritti, soprattutto LGBT, con le musiche azzeccate di Tobia Seegatz.

Girato tutto in una sola notte, “Non dirlo a nessuno” con Michelangelo Vizzini, Enea Lorenzoni, Francesca Bertoli, Federica Carta e Klaudia Pepa, è tratto da una storia vera: una storia d’amore tra due ragazzi, Leo e Teo, che si incontrano casualmente in una Milano di periferia e si aiutano reciprocamente scoprendo la loro identità e difendendo la loro libertà.

Alessandra Alfonsi