Non ho letto il libro, ma ho visto il booktrailer
(crisi dell’editoria nella società dell’immagine)
di Federica Fornaciari
Il testo riprodotto
è tratto da www.ticonzero.info
Quello di oggi è un mondo piuttosto complesso quando si tratta di mass media. Basta dare un’occhiata alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie per accorgersi che siamo nel bel mezzo di una rivoluzione. Assistiamo alla diffusione di ‘testi’ di varia natura che comprendono materiali espressivi diversi: immagini, parole, grafica, musica, voci. Booktrailer, e-book, You Tube e Kindle sono solo alcuni dei nuovi termini che danno voce alla rivoluzione mediatica. Siamo immersi a tutti gli effetti in quella che si configura come una società dell’immagine: i mezzi di comunicazione evolvono a un ritmo serrato e condizionano il nostro approccio a tutti gli ambiti della vita. L’esito? È un periodo davvero affascinante per chi si occupa di media e comunicazione. Quello di oggi è un mondo piuttosto complesso quando si tratta di mass media.
Basta dare un’occhiata alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie per accorgersi che siamo nel bel mezzo di una rivoluzione. Assistiamo alla diffusione di ‘testi’ di varia natura che comprendono materiali espressivi diversi: immagini, parole, grafica, musica, voci. Booktrailer, e-book, You Tube e Kindle sono solo alcuni dei nuovi termini che danno voce alla rivoluzione mediatica. Siamo immersi a tutti gli effetti in quella che si configura come una società dell’immagine: i mezzi di comunicazione evolvono a un ritmo serrato e condizionano il nostro approccio a tutti gli ambiti della vita. L’esito? È un periodo davvero affascinante per chi si occupa di media e comunicazione.
1 – Cos’è un booktrailer?
Il booktrailer è un breve video multimediale, simile al trailer cinematografico, che nasce come strumento di promozione editoriale in Internet. L’idea è quella di creare un filmato della durata di qualche minuto che traduca in immagini le emozioni, le atmosfere e i temi di un libro ai fini di invogliare gli spettatori all’acquisto e (magari) anche alla lettura.
1.1 – Alcuni esempi di booktrailer. L’audiovisivo a supporto della parola scritta?
Il booktrailer è stato sperimentato in America e in Inghilterra ed è arrivato in Italia nel 2004 grazie all’idea di Francesca Fantini e Francesca Nestola, due studentesse che hanno deciso di produrre come tesi di laurea un prototipo di booktrailer per il libro “Otranto” di Roberto Cotroneo. Il booktrailer non deve essere uno strumento descrittivo quanto piuttosto evocativo ed espressivo. Non si tratta di riassumere il libro ma darne un assaggio, presentarne il sapore per invogliare alla lettura. Dopo alcune sperimentazioni, nel 2005 è stato pubblicato su Internet il primo booktrailer italiano per l’uscita di “Baciami, Giuda” libro edito da Marsilio Editori. Marsilio Editori ha scommesso sul booktrailer e per produrne uno si è affidata a Bonsaininja, un team di giovani videoartisti che si è dimostrato in grado di produrre un video di forte impatto visivo-emozionale.
FIGURA 1 – Quello di Baciami, Giuda è il primo esempio ufficiale di Bootrailer italiano. Il romanzo di Will Christopher Baer è un noir edito dalla Marsilio Editori. Il booktrailer è stato prodotto dal team Bonsaininja.
Perché Marsilio Editori ha avuto fiducia in questo nuovo strumento di promozione?
L’idea è nata da Jacopo De Michelis, curatore della collana ‘Black’ di Marsilio, che ha scommesso nella forza del video come un mezzo espressivo capace di estendere la lettura anche al “pubblico delle immagini.” La scelta del libro da pubblicizzare non è stata casuale: Baciami Giuda è un romanzo dark ossessivo alla Chuck Palahniuk che si presta benissimo ad essere riversato su schermo. Ulteriori sperimentazioni hanno portato alla diffusione del fenomeno in Internet, tanto che ora esiste un portale europeo del booktrailer (www.booktrailers.eu). In Settembre 2008 il Trailers FilmFest di Catania ha ospitato una ventina di booktrailers, e Milano ha dedicato un festival a questo nuovo genere di promozione editoriale. In realtà non si tratta di un fenomeno di grande portata se si considera che in Italia vengono pubblicati circa 60.000 titoli all’anno e che su www.boktrailers.eu ci sono appena 83 booktrailers. Anche se di scarsa incidenza a livello percentuale, quello del booktrailer è senza dubbio un fenomeno interessante. Alcuni degli autori che hanno sperimentato il booktrailer, si sono avvicinati a numerose nuove sperimentazioni narrative. Un esempio è quello dei Wu Ming: visitare il sito Internet del romanzo Manituana è davvero un’ “esperienza sciamanica” che avvolge il lettore in una sorta di realtà virtuale accompagnandolo attraverso vari piani di lettura del romanzo. Tramite Google Earth, è addirittura possibile “visitare i luoghi del romanzo con un corpo di sogno.” La strategia dell’ariete, romanzo dei Kai Zen con relativo sito Internet, è un altro esempio di quella che sembra essere una ricerca di tridimensionalità del libro. Questi romanzi, come molti altri, vivono tramite i siti Web a loro dedicati, conoscendo una nuova flessibilità che li trasforma in oggetti quasi animati e in continuo divenire. E allora il booktrailer non sembra essere semplicemente una trovata pubblicitaria per un settore in lentissima risalita qual’è quello editoriale. Al contrario, pare si tratti di un modo per dare nuova vita alla parola rinforzandola tramite l’immagine. Allo stesso modo, la versatilità di Internet permette a un libro di crescere e mutare quotidianamente – ad esempio attraverso un blog – e di esplorare nuove possibilità comunicative grazie a numerosi strumenti multimediali (Google Earth e You Tube sono alcuni esempi). Gli autori vanno alla ricerca del pubblico stimolando un’interazione che dia nuovo vigore alla curiosità dei lettori. Senza dubbio qualcosa sta cambiando nell’approccio alla lettura. Ed è lecito ipotizzare che Internet, essendo un mezzo interattivo, non-lineare, frammentario, multimediale, e potenzialmente multitasking, abbia un ruolo nel modificare il modo in cui le persone leggono.
1.2 – Narrazioni brevi per immagini e nuove forme narrative
Da alcuni anni a questa parte stiamo assistendo ad uno sviluppo massiccio di strumenti di comunicazione differenti rispetto a quelli tradizionali. Le nuove generazioni si avvicinano sempre di più ai nuovi linguaggi che sorgono rapidamente per far fronte alla corsa incalzante verso una velocità di fruizione sempre maggiore. Cerchiamo linguaggi evocativi e immediati. Abbiamo sviluppato un’attitudine alla velocità, e in parte siamo stati obbligati a farlo per non restare schiacciati dalla mole di informazioni che quotidianamente ci investe. Il booktrailer è solo un esempio delle nuove forme di narrazione che stanno nascendo per cercare di avvicinarsi a un pubblico di lettori sempre più esigenti e veloci. Non si tratta tuttavia di uno strumento sostitutivo del libro, il booktrailer è un tentativo di dare nuova forza comunicativa a un medium “vecchio” quale è quello della carta stampata. L’obiettivo? Sperimentare nuovi veicoli comunicativi, unire nuove forme narrative a quelle esistenti e dare dinamicità ad un mezzo statico che, altrimenti, rischierebbe di morire soffocato dallo sviluppo delle nuove forme espressive. Nuovi strumenti di comunicazione stimolano la creatività. È interessante immergersi nei nuovi sviluppi dell’espressione. Quello che spaventa è che i neonati linguaggi prendano il posto di quelli vecchi, e se ne sbarazzino: sedersi in poltrona per ore a leggere lo stesso libro nell’era di Internet potrebbe sembrare una condanna alla staticità. Il booktrailer e i siti Internet che accompagnano i libri sembrano essere tentativi di mediazione fra dinamicità e profondità comunicativa, finalizzati a rinsaldare un legame fra mezzi comunicativi vecchi e nuovi. Un dato positivo c’è, e lo evidenzia Gian Carlo Ferretti in Storia dell`editoria letteraria in Italia: La Biblioteca di Repubblica ha venduto circa 50 milioni di classici segnando forse l’evento più importante per l’editoria italiana degli ultimi anni. Il dubbio che rimane è chi ha comprato e letto quei classici? Lettori che già leggevano o persone che non lo facevano?
1.3 Le nuove forme della narrazione. Qualche altro esempio.
1.3.1 Graphic Novel
Il Graphic Novel è una narrazione per immagini, diversa sia dal fumetto che dal romanzo. Il piano visivo prende il sopravvento, le parole passano in secondo piano e la comunicazione è affidata soprattutto all’espressione grafica. Un esempio su tutti è “Cardiaferrania”, graphic novel edito da Minimum Fax, scritto e disegnato da Riccardo Falcinelli e Marta Poggi. Si tratta di un esperimento grafico-letterario che cerca di creare nuove abitudini di lettura, avvicinandosi a un pubblico rapido e distratto. La narrazione scarna ed essenziale viene completata dal supporto grafico. Le parole scivolano sulle immagini e acquistano una forza espressiva nuova. Ecco che l’approccio di lettura richiede abilità differenti da quelle abituali, concedendo all’immagine l’onere di attrarre il lettore e di stimolarlo verso nuovi percorsi interpretativi. I lettori sono senza dubbio attratti da questa nuova dimensione della lettura: prova ne è il successo strepitoso di Persepolis, graphic novel di Majane Satrapi, che ha avuto notevole successo anche nella sua versione cinematografica.
1.3.2 Racconti a misura di schermo
È interessante osservare il legame che si sta creando fra le nuove abitudini di “lettura” e la diffusione di Internet. Assistiamo al proliferare di storie e racconti pubblicati in rete. Il fenomeno piuttosto complesso è stato analizzato, fra gli altri, da Attilio Del Giudice: scrittore, filmaker, pittore. Del Giudice ha scritto una serie di “Storie dolci feroci e veloci”: narrazioni brevi e illustrate, fatte apposta per Internet. A misura di schermo. Si tratta di una narrativa compressa e dotata di una notevole forza sintetica.
In un’intervista di Luisa Carrada pubblicata sul sito www.mestierediscrivere.com, lo stesso Del Giudice dichiara: “Ho ipotizzato che i connotati sintetici di entrambe le scritture (parole e immagini Ndr) potessero funzionare con la psicologia fruitiva dell’utente Internet, il quale, a mio parere, è disponibile a ricevere stimoli anche di tipo creativo, ma che non gli facciano perdere troppo tempo e scatti telefonici.”
1.3.3 Spot, trailer, videoclip e altre forme brevi della narrazione
L’elenco delle forme narrative brevi più o meno conosciute e diffuse potrebbe procedere a lungo, ne esistono per tutti i gusti. Spesso queste forme brevi nascono con fini pubblicitari e ottengono un inaspettato interesse artistico che prescinde dallo scopo per cui sono state concepite: da un lato i trailer cinematografici, gli spot pubblicitari, i videoclip e altri testi nati con fini commerciali, vengono studiati da semiotici e studiosi di varie discipline interessati all’aspetto comunicativo-artistico, che prestano massima attenzione al valore estetico e alle forme di linguaggio utilizzate. Dall’altro lato, pare ci sia un’evoluzione del gusto del pubblico verso queste nuove forme narrative: il successo di Persepolis, l’attenzione per il booktrailer e la diffusione del Kindle sono esempi che sembrano convalidare tale ipotesi.
È possibile che tale evoluzione sia in qualche modo condizionata dall’information overflow conseguente alla diffusione di Internet? Baricco (2006) paragona quello che sta accadendo con lo sviluppo delle nuove tecnologie ad un saccheggio culturale operato da un popolo di “barbari” utenti della rete, multitasking e ipertecnologici. Non si tratta di una critica, quella di Baricco è la constatazione di una modifica radicale che caratterizza la società attuale. Gli adolescenti sono la rappresentazione di come Internet ha modificato il nostro modo di rapportarci alla vita. L’esperienza non deriva più dalla profondità, ma dalla traiettoria generata da un movimento che resta in superficie (Baricco, 2006). Questi barbari saccheggiano le forme narrative a cui siamo abituati e fanno esperienza seguendo traiettorie che permettono loro di conoscere la superficie di tante informazioni, senza perdere velocità. Senza affondare nel Web. Come Baricco (2006) osserva, “surfare” è una definizione emblematica dell’attività digitale dei barbari. L’estetica del surfista si sostituisce a quella del palombaro nell’era di Internet. Il booktrailer è le altre forme brevi della narrazione che permettono questo dinamicità dell’esperienza narrativa possono essere l’esito di tale mutazione.
1.4 – Crisi dell’editoria nella società dell’immagine.
Prendendo in considerazione i dati ufficiali sull’editoria pubblicati dall’Istat nell’Annuario Statistico Italiano, possiamo osservare che nel 2008 il 44 per cento della popolazione italiana di 6 anni e oltre ha letto libri nel tempo libero. Nonostante i dati mostrino un lieve aumento rispetto agli anni precedenti (42,3 per cento nel 2005 38,6 nel 2000), la quota dei lettori continua ad essere ben lontana dai valori degli altri paesi europei. Si consideri inoltre che tale quota comprende una percentuale altissima di lettori occasionali: il 47,7 per cento del totale non legge più di tre libri all’anno, mentre i cosiddetti lettori forti sono solo il 13,2 per cento.
Tutti i soggetti coinvolti nella filiera editoriale possono rivolgersi al marketing per tentare di realizzare dei prodotti che vadano incontro sempre meglio al variegato mondo della domanda. Lo hanno già fatto e continuano a farlo. Ma gli esiti sono piuttosto deludenti: la base dei lettori non si è allargata. I dati Censis relativi al 2006 evidenziano che i lettori che hanno acquistato almeno tre libri nell’ultimo anno sono il 39,8 per cento degli italiani. Per quanto riguarda il resto d’Europa, i lettori abituali sono il 47,7 per cento in Spagna, il 48,3 in Francia, il 60,2 in Germania e il 63,7 in Gran Bretagna.
I risultati dell’Italia non sono esaltanti, tuttavia come evidenziato dall’Ufficio Studi Aie, si assiste ad un lieve ma costante aumento sia del numero totale di copie stampate sia del fatturato complessivo del settore editoriale. Secondo i dati del Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2008 (AIE) il fenomeno che si ripete di anno in anno è quello della diminuzione del numero di copie stampate per ogni opera. Nel 2006 la tiratura media è stata di 4.300 copie, mentre nel 2004 era di 4.600 copie, nel 2003 era di 4.800, nel 2000 di 4.900 e dieci anni prima di 5.800. Tuttavia non si tratta necessariamente di un dato negativo, questo
fenomeno puo’ infatti avere numerose spiegazioni: ad esempio, l’introduzione di tecnologie che rendono conveniente stampare un libro anche in quantità minori e la distribuzione via Internet hanno permesso ad opere minori di essere pubblicate a costi accessibili facendo in modo che il mercato apra uno spiraglio alle produzioni indipendenti. Il fenomeno di www.lulu.com ha semplificato questo mercato, permettendo a chiunque di diventare potenziale autore con costi di pubblicazione e distribuzione moderati.
1.5 – Kindle, l’iPod degli e-books.
La crisi editoriale e i nuovi sviluppi tecnologici possono provare a compensarsi a vicenda. Risultato? Nel 2007 Amazon lancia il Kindle, un il rivoluzionario dispositivo portatile per leggere i testi di libri, giornali e siti Internet. Jeff Bezos, creatore del Kindle, ha dichiarato che “i libri sono l’ultimo bastione dell’analogico: la musica e il video sono digitali da tempo, e così pure i testi brevi in conseguenza della diffusione di Internet. Ma le lunghe forme narrative non ancora” (Levy, 2007).
Quittner (2008) evidenzia che non ci sono ancora dati precisi relativi alla diffusione del Kindle, ma un’approssimazione delle vendite negli Stati Uniti è di circa 55.000 al mese nel 2008. Gli Stati Uniti hanno spesso dettato il trend in merito ai nuovi fenomeni espressivi, tuttavia non sembra che il libro elettronico abbia i presupposti per diffondersi anche in Italia in modo altrettanto rapido.
Il Kindle viene presentato da Amazon come l’iPod del libro e pare predisposto a trasformare il fenomeno degli e-book da una nicchia di mercato ad un’abitudine di massa, perlomeno negli Stati Uniti. Fin dal suo lancio ha superato di gran lunga le aspettative di vendita previste da Amazon che l’ha dovuto dichiarare sold out quasi subito dopo la messa in vendita (BBC, 2007).
Alcuni azzardano un paragone con il trend conosciuto dall’iPod (Castelli, 2008), mentre gli scettici evidenziano le disparità fra due mercati molto differenti: quello di chi legge e quello di chi ascolta musica. Tuttavia Amazon ha già lanciato il Kindle 2.0, la Sony sta facendo progressi con il Reader, e anche Telecom Italia ci ha provato presentando il suo libro fonino. Che sia un segnale rassicurante di un’editoria pronta a ripartire? Magari. Ma bisogna tenere presente il fenomeno Internet, e le conseguenze che la diffusione del Web potrebbe avere (o ha già avuto) sull’approccio degli individui alla lettura.
1.6 – Ruolo di Internet: la cultura in rete?
Internet è senza dubbio una risorsa insostituibile che permette di avere accesso ad una quantità di informazioni enorme ed eterogenea. È ovvio pensare che un fenomeno così potente generi conseguenze profonde nel tessuto sociale del mondo intero, modificando la percezione dello spazio e del tempo e, come diretta conseguenza, la percezione che gli individui hanno di se stessi e della società di cui fanno parte.
I dati Istat rivelano che nel 2008 si registra un aumento nella quota di utilizzatori di Internet (dal 31,8 per cento della popolazione di 6 anni e oltre nel 2005 al 40,2 per cento nel 2008) e un incremento delle persone che dichiarano di utilizzare la rete tutti i giorni o una o più volte alla settimana (dal 24,9 per cento nel 2005 al 34,1 nel 2008). Jakob Nielsen (1999), guru della Web usability, evidenzia che il tipo di lettura è senza dubbio molto differente quando si tratta di Web o carta stampata. La lettura di una pagina Web è così diversa dalla lettura della pagina di un libro che riesce persino difficile considerarla una forma di lettura vera e propria. Analizzando l’approccio degli utenti alle informazioni presenti su Internet, Nielsen ha scoperto che il 79 per cento degli utenti del Web si limita ad effettuare una rapida scansione dei contenuti della pagina (si tenga anche in considerazione il fatto che, come attestano alcune ricerche, la lettura su un monitor richiede mediamente il 25 per cento di tempo in più rispetto alla lettura sulla carta). Si tratta di un pubblico ultrarapido, irrequieto e molto esigente. L’uso dei contenuti nella rete procede attraverso uno zapping più o meno consapevole e attivo, alla ricerca frenetica di informazioni.
Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione che investe tutti gli ambiti della narrazione. L’aggiornamento degli strumenti della comunicazione, lo sviluppo di nuove tecnologie e la ricerca di linguaggi dinamici e forme narrative nuove è una caratteristica fondamentale della generazione di Internet. Il booktrailer è una delle sperimentazioni che sono nate per accompagnare e rafforzare più o meno direttamente le forme narrative tradizionali, e si presenta come una sorta di “aggiornamento linguistico” finalizzato a stimolare un nuovo interesse verso un mezzo di comunicazione tradizionale quale è il libro. L’abitudine all’interattività e alla dinamicità, stimolata dalla diffusione del Web, ha probabilmente un ruolo nell’aggiornamento delle forme espressive e nello sviluppo di sperimentazioni sempre nuove. Quello che risulta interessante è il tentativo di inglobare le forme espressive “vecchie” all’interno di un “nuovo mondo della narrazione” che scivola sulla parola scritta e cerca maggior vigore espressivo nell’immagine, nella parola parlata, nel suono, e nell’interazione di linguaggi differenti. Il booktrailer, il graphic novel, la nascita di siti Internet dedicati ai rispettivi libri sono alcuni esempi di questo tentativo di commistione. In Oralità e scrittura (1988) Ong sostiene che nella società contemporanea c’è stato un ritorno all’oralità dato dal fatto che i nuovi media hanno numerose caratteristiche che li avvicinano al mondo dell’immagine e della parola parlata. Le nuove tecnologie stimolano gli individui ad un approccio di lettura diverso rispetto a
quello usato per la carta stampata. Se nella generazione della stampa la lettura era caratterizzata dalla staticità e dalla linearità imposte dalle caratteritiche del mezzo, nell’era di Internet il lettore è immerso in una comunicazione non-lineare o multi-lineare stimolata dai link ipertestuali che collegano i contenuti più disparati, di conseguenza l’esperienza narrativa avviene su piani differenti mescolando parola scritta, immagini, video, grafica, suoni. Quali possono essere le conseguenze delle nuove tecnologie della comunicazione nell’evoluzione della società? In che modo i nuovi media possono influenzare quelli
vecchi, o rapportarsi con essi? In un periodo di rivoluzione mediatica, è necessaria una riflessione relativa al legame fra le caratteristiche di un mezzo espressivo e le sue potenzialità nel generare un cambiamento nella struttura intellettuale della società.
Gli autori che hanno riconosciuto la necessità di un aggiornamente delle forme di comunicazione si sono lanciati in sperimentazioni creative per cavalcare l’onda della rivoluzione mediatica, e molti di loro lo hanno fatto trascinando con sè le forme narrative tradizionali per metterle alla base di queste sperimentazioni e permettere ad entrambe le forme di trarre beneficio da una collaborazione. Il booktrailer, i siti Internet dedicati ai libri, lulu.com e il Kindle, sono alcuni esempi della volontà di dar nuovo vigore ad un medium autorevole e bello quale quello del libro. La sfida è far sì che il pubblico dei lettori possa trarre beneficio da diverse forme comunicative, sapendo seguire un filo rosso che collega libri, booktrailer, siti Internet, graphic novel etc, per ottenere un’esperienza giocata su più dimensioni che sappia divertire, informare, stupire, o semplicemente far vivere ancora una volta il piacere della narrazione.
BIBLIOGRAFIA
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Baricco, A. 2006. I barbari. Saggio sulla mutazione. Fandango Libri, Roma.
BBC News, 22 Novembre 2007. Amazon Kindle sells out on debut. Scaricato il 10
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Carrada L. 2000. Racconti a misura di schermo (intervista con Attilio Del Giudice).
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Castelli, L. 6 Agosto 2008. Il silenzioso decollo del Kindle. La Stampa. Scaricato il
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Ferretti, G.C. 2004. Storia dell`editoria letteraria in Italia. Einaudi, Torino.
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Ong, W.J. 1986. Oralita’ e scrittura. Il Mulino, Bologna.
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Gennaio 2009 da
http://www.time.com/time/business/article/0,8599,1821451,00.html
Il testo riprodotto è tratto da www.ticonzero.info
Sul numero di Aprile 2009 anche:
La scuola attiva: il Collegio dell’Adriatico come centro di eccellenza in Italia
di: Giulia Fiorini
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