L’angolo di Michele Anselmi
Non è una ripicca, tanto meno senile, ci mancherebbe altro, ma solo la richiesta di un po’ di rispetto. D’ora in poi scriverò solo dei film che gli uffici stampa mi fanno vedere in anteprima. Sono in pensione, potrei fare benissimo a meno di recensire i titoli che escono nelle sale, lo faccio perché ancora – solo un po’, in verità – mi diverto e perché tanti amici e lettori sembrano apprezzare quanto vado segnalando (ringrazio commosso). Non apprezzano, invece, alcuni uffici stampa, i quali, pur conoscendo la piccola opera di divulgazione critica che svolgo su Facebook e sul sito Cinemonitor, legato all’università della Sapienza, si dimenticano sempre più volentieri di invitarmi alle proiezioni anticipate. E credo di essere abbastanza noto nel giro.
Va benissimo, loro diritto. Mio diritto disinteressarmi ai film da loro promossi. Giovedì 27 ottobre, per dire, escono ben dieci nuovi film in sala. Sono troppi, naturalmente, sarà un’ecatombe sul fronte del botteghino, e tuttavia avrei segnalato ciò che c’è di buono, come ho fatto con l’ottimo “La stranezza” di Roberto Andò (trovate la lunga recensione sulla pagina Fb di domenica scorsa, se interessa).
Ma gli altri? Per dire: esordisce l’atteso thriller “Io sono l’abisso” di Donato Carrisi, ma nessuno sembra avermi invitato. Ho guardato e riguardato la lista di email, spam incluso; solo ora scopro, dopo una gentile telefonato di Fosforo in seguito a questo post, che stamattina, martedì 25, si svolgeva una proiezione stampa e che mi era stata spedito un enigmatico invito dal quale non si capiva l’oggetto dell’anteprima (del resto lo stesso Carrisi chiede ai giornalisti di non rivelare, nei loro articoli, perfino i nomi degli attori coinvolti).
Escono anche “Amsterdam” di David O. Russell e “Triangle of Sadness” di Ruben Östlund, che erano alla Festa di Roma in orari parecchio scomodi, ma non ci voleva nulla a mostrarli prima anche ai giornalisti che non hanno seguito la faticosa cine-kermesse, come successo esattamente con “La stranezza” e altri film.
Fino a qualche tempo sarei andato a vederli al cinema, facendo buon viso a cattivo gioco, ora non ci penso proprio. Sempre più spesso capita di essere escluso da proiezioni “segretissime”, riservate agli amici dei registi o ai giornalisti considerati tali. Diranno gli interessati: e chi se ne frega? D’accordo. Lo so: nessuno di noi cine-scribi resiste di fronte a una battuta del genere, tutto passa in secondo piano. Libero anch’io però di fregarmene. Almeno un po’.
Michele Anselmi
(Nella foto: Michela Cescon in “Io sono l’abisso” di Donato Carrisi)