Gli anni di Alien – Il moderno cinema di fantascienza vol 2. (Profondo rosso editore, 2017) si apre con un corposo approfondimento sul capolavoro di Ridley Scott. Ma molto altro riserverà la lettura dei capitoli successivi. Nel secondo tomo del dittico su uno dei momenti di svolta nel cinema di fantascienza, Luigi Cozzi svela ancora di più le sue capacità di divulgatore. Se nel Gli anni di Guerre stellari, il caposaldo di George Lucas finiva per cannibalizzare l’intera analisi, lo spazio riservato alla chicca, al film curioso – all’epoca dell’uscita anche di richiamo, ma oggi quasi sommerso – rappresenta nel nuovo libro un interesse di non poco conto. Quanti, tra i giovani spettatori e entusiasti di un Interstellar o anche di un Alien: Covenant qualsiasi, conoscono perle come Il buco nero o L’uomo venuto dall’impossibile?

Il metodo saggistico di Cozzi è il solito. Informativo e ugualmente analitico, libero da preconcetti e da schemi critici prestabiliti. In Gli anni di Alien – Il moderno cinema di fantascienza vol 2. hanno uguale diritto di cittadinanza l’autoriale e imperdibile Stalker e Count-down: dimensione zero, Inseminoid e SuperAndy – Il fratello brutto di Superman senza dimenticare titoli ostici come Quintet o fuori controllo come Stati di allucinazione. Chi ama fare le pulci al metodo classificatorio potrà trovare più o meno pertinente l’inclusione di un titolo (magari le produzioni più apparentemente orrorifiche faranno storcere il naso a qualcuno), ma ad una lettura attenta appare quasi impossibile che possa lamentarsi dell’esclusione di un altro. Interviste d’annata e curiosità dello scrigno cozziano impreziosiscono il tutto.