Il fuorigioco iraniano | Lo sport visto dalle donne
Nel 2006 con Offiside Panahi vinse l’Orso d’Argento al Festival di Berlino aggiudicandosi così il Gran Premio della Giuria. Il film fu poi presentato in molti altri festival Internazionali, come il New York Film Festival e l’American Film Institute Film Festival, ma soltanto nel 2011 Offside è stato distribuito nelle sale cinematografiche.
Sebbene l’idea della pellicola nasca da un episodio personale e privato che ha coinvolto all’età di undici anni la figlia del regista, desiderosa di assistere ad una partita di calcio, il film descrive le restrizioni che ancora persistono nella società iraniana: lo stesso Panahi, come noto, è stato condannato a sei anni di reclusione e all`interdizione del suo lavoro di regista cinematografico perché di idee opposte al regime.
Offiside è, infatti, la storia di un gruppo di ragazze che, pur di seguire le partite della Nazionale iraniana e condividere così una passione collettiva, nascondono la loro vera identità travestendosi da uomini. Del resto, la realizzazione dello stesso film è frutto di un mascheramento cinematografico: per ottenere i finanziamenti dall’omologo Ministero della cultura iraniano, il regista ha presentato un soggetto diverso e, al momento delle riprese, ha allestito due troupe diverse: una realizzava il soggetto finanziato, l’altra invece Offside.
Il film dallo "stile neorealista", che ormai connota la filmografia di un regista che ha esordito al cinema come assistente di Abbas Kiarostami nel romantico Sotto gli ulivi, appartiene ad un genere cinematografico ibrido: ha una sceneggiatura, scritta dallo stesso Panahi, che lo avvicina alla commedia, ma una messa in scena documentaristica. Come nei film precedenti del regista, fra tutti Il cerchio, Leone d’Oro al Festival di Venezia nel 2000, questa nuova opera riflette e denuncia in maniera corale le condizioni femminili in Iran: il divieto per le donne di assistere ad una partita di calcio è solo uno delle molte folli proibizioni che vigono in Iran.
La visione dello sport, in particolare del calcio, che emerge da questo film è quella tradizionale e sostanzialmente pura: un momento di socializzazione, collante di una Nazione ed unione di emozioni che travalicano il genere sessuale. Del resto al cinema, i racconti di sport praticati da donne hanno sempre suscitato grande interesse e curiosità. La storia della boxeur Maggie, che in The Million Dollar Baby di Clint Estwood ad ogni costo vuole intraprendere la carriera pugilistica nonostante il rifiuto del manager Frankie ad allenarla, ne è un esempio lampante.
Alessandra Alfonsi