A cinque anni dal suo ultimo film, Hellboy – The Golden Army, Guillermo del Toro torna con l’avveniristico Pacific Rim, nelle sale italiane dall’11 luglio. Celebre per titoli come Il labirinto del fauno, in cui traspare una originalissima ricercatezza estetica, il regista messicano firma un lavoro che pur appartenendo ad un genere preciso farà discutere. Essenzialmente per due ragioni principali. Da quando macchine giganti antropomorfe tipo Jeeg, Mazinga o Goldrake hanno invaso l’immaginario collettivo grazie a fumetti e TV, infatti, mai era stato tentato un esperimento di trasposizione filmica dei loro mondi, soprattutto di questa portata globale. Da questo punto di vista, l’atteso blockbuster potrebbe funzionare da apripista per una eventuale lunga lista di lungometraggi sull’argomento (e non sappiamo proprio se augurarcelo vista la qualità discutibile dei cinecomics degli ultimi mesi).
In secondo luogo, occorre sottolineare l’enorme somiglianza – sia nelle vicende narrate che nel design generale del mondo futuristico descritto – con un famosissimo manga nonché anime (fumetto e rispettivamente cartone animato giapponese) che spopolava in tutto il mondo alla fine degli anni Novanta, ovvero Neon Genesis Evangelion, cui gli autori del kolossal americano, stranamente, non riconoscono di essersi ispirati. Eppure già diciotto anni fa nell’opera del nipponico Hideaki Anno, la Terra era preda di razzia da parte di creature mostruose dall’origine sconosciuta contro cui gli umani scagliavano gli Eva, ovvero mecha (enormi cyborg) dal design molto simile a quelli di Del Toro, guidati anch’essi attraverso connessioni neuronali. In entrambi i racconti, poi, sullo sfondo di un pianeta ormai prossimo all’apocalisse, vengono narrate le vicissitudini di guerrieri che – attraverso la metafora del lavoro di squadra (in coppia) e delle delicate relazioni uomo/donna – combattono per la salvezza dell’umanità senza dimenticare di vincere anche qualche battaglia interiore.
Sicuramente, Pacific Rim non passerà inosservato, sia sufficiente pensare alle orde di fan del similare Evangelion, seguitissimo dal pubblico del Sol Levante nel corso di tutta la sua messa in onda televisiva; in seguito alla trasmissione dell’ultima puntata, addirittura, gli spettatori scrissero in massa alla casa di produzione costringendola ad editare una nuova versione dello stesso poco gradito episodio. Cose dell’altro mondo, verrebbe da dire.
Michele Pinto