L’angolo di Michele Anselmi
Domanda che in molti, nel giro del cinema, si sono posti oggi: quanto ha incassato “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino nel primo giorno di programmazione, cioè ieri mercoledì 24 novembre? Non si sa. Letteralmente. Com’è noto, Netflix, che produce il film con “The Apartament” di Lorenzo Mieli, non offre mai dati in merito agli incassi delle sale e agli ascolti sulla piattaforma. Ma stavolta c’è un’autorevole casa di distribuzione di mezzo, cioè Lucky Red, la quale ha assicurato l’uscita nei cinema del molto atteso film con almeno 250 copie.
Gli esercenti, come forse sapete, ne avrebbero volute molte di più in giro, almeno 350-400, vista la richiesta, e hanno molto protestato contro quella considerano una politica sbagliata contro il cinema in sala; ma il punto d’accordo tra la società di Andrea Occhipinti e Netflix si sarebbe raggiunto solo su quella cifra: appunto 250 copie.
Tuttavia i dati Cinetel che fotografano gli incassi di ieri sono difficilmente interpretabili. Un piccolo giallo. Il film compare addirittura al sedicesimo posto, con 4.188 euro in tutto. Possibile? Certo che no: infatti quella cifra corrisponde solo a 9 copie delle 250 ufficialmente in circolazione. Poi però si scopre che solo all’Anteo di Milano, ieri, sono stati staccati circa mille biglietti, per un importo totale di circa 7.500 euro. Quindi nulla torna nelle tabelle Cinetel.
Per capirci qualcosa di più bisogna andare allora, così mi consigliano, alla voce “Rassegna cinematografica”, seconda in classifica, e gli esperti del ramo concordano su un fatto: i circa 64.000 euro relativi a mercoledì sono quasi tutti da ascrivere a “È stata la mano di Dio”, per un complesso di circa una sessantina di copie. Ma ne mancano ancora tante per arrivare a 250, sempre che tali siano o saranno.
C’è maretta nell’ambiente del cinema, intendo produttori, esercenti, distributori, registi, attorno a questa pratica un po’ bizzarra. Netflix ha le sue direttive industriali, e risulta a tutti evidente come l’incasso sala per il colosso americano sia una voce del tutto residuale; ma se un film italiano, premiato a Venezia col Leone d’argento e designato per l’Oscar, esce nei cinema con Lucky Red, da anni una delle società distributrici più audaci e interessanti, be’ credo che sarebbe giusto far sapere come sta andando in sala. Sempre che l’accordo tra le due società, intendo Lucky Red e Netflix, non imponga, in termini di clausole, il silenzio in materia.
Michele Anselmi