L’angolo di Michele Anselmi
Domanda, spero non del tutto peregrina: quanto tempo impiegate a capire, vedendo un film o una serie in streaming, se vale la pena di andare avanti o no? Un esperto del ramo mi dice, non so se sia vero, che a Netflix abbiano calcolato un tempo medio di 8-10 minuti. O lo spettatore è catturato all’interno di quel minutaggio oppure molla. Lo so, tutto ciò fa orrore a Nanni Moretti, l’ha pure messo, più o meno, nel trailer del suo nuovo film “Il sol dell’avvenire”, ma nella vita vera accade, piaccia o no, proprio qualcosa del genere. Anche con il rischio di sbagliare, s’intende.
Per dire: io ho resistito un quarto d’ora vedendo “Era ora” di Alessandro Aronadio su Netflix, ma allo scoccare dei quindici minuti ho deciso che era diretto e recitato troppo male per proseguire. Ho smesso e non me ne pento, anche se il film sta avendo un successone su quella piattaforma. Stavo per fare lo stesso con “The English”, la miniserie western in sei puntate di Hugo Blick, prodotta da Prime Video, che stanno dando su Paramount+: mi sembrava, a partire dalla grafica dei titoli di testa, una variazione british dei vecchi “cappelloni” all’italiana. Invece ho tenuto duro, forse adorando il genere in modo irragionevole, e bene ho fatto, perché strada facendo il manufatto, interpretato e prodotto da Emily Blunt, trova una sua misura più intima e distesa, anche profonda, nonostante il ricorso a una brutalità a tratti poco sostenibile.
Quindi? Non esistono regole, anche se magari Netflix non ha proprio tutti i torti nel definire i tempi: l’importante è annusare se arriverà la fregatura o no.
“L’inglese” del titolo è un’aristocratica britannica, Lady Cornelia Locke, che si ritrova nel cuore del selvaggio West americano nel 1890. Vedova e figlia di un militare, la giovane donna ha attraversato l’oceano e viaggiato per mezza America, risalendo da New Orleans, perché vuole trovare e uccidere l’uomo, forse anch’egli britannico, che ha ucciso suo figlio. Destinazione: Hoxem, Wyoming, una cittadina appena nata e quindi senza legge. La strada è naturalmente lunga, irta di pericoli, per una bella donna vestita di rosso che gira con una valigia piena di soldi, pensando di poter comprare tutto. Per fortuna, a un passo da morte sicura, sarà salvata da una ex guida indiana dell’esercito americano, un Pawnee ribattezzato dai bianchi Eli Whipp che ha perso tutto, ha combattuto, ucciso, torturato, sventrato e oggi vorrebbe solo andarsene verso nord, lì da dove venne.
Il resto lo potete immaginare: lei, appunto Emily Blunt, non è affatto una mammoletta, anzi sa uccidere, pure usare l’arco all’occorrenza; lui, Chaske Spencer, non è solo un guerriero dal cuore desertificato in cerca di pace e solitudine.
A suo modo “The English” è una parabola sui temi del razzismo, della sopravvivenza, del potere e forse dell’amore. La messa in scena è iperrealistica, sia pure venata di simbolismi e toni surreali/metafisici, ma il meglio sta nei dialoghi tra i due viaggiatori, sempre più l’uno legata all’altra e viceversa. Se vi piace il western, consiglio di provare, sapendo che il primo episodio, pur affollato di partecipazioni illustri, non offre il meglio della serie che verrà.
PS. Raccomando, se interessa, di vederlo in originale coi sottotitoli. Inglesi e americani sono due popoli divisi… dalla stessa lingua.
Michele Anselmi