L’angolo di Michele Anselmi

Stavolta sui titoli di coda non c’è scritto “ispirato al film…”, si preferisce citare solo i nomi dei soggettisti, che sono gli spagnoli Josep Gatell e Manuel Burque. Ma insomma siamo lì. “È per il tuo bene” infatti è il remake italiano, certo fitto di variazioni e con l’aggiunta di alcuni personaggi, della commedia iberica “Es por tu bien” che Carlos Therón girò nel 2017. Capita sempre più spesso. Appena due settimane fa è toccato a “Cambio tutto!” di Guido Chiesa, in quel caso addirittura remake di un remake, sempre di lingua spagnola. Significa qualcosa? Secondo me sì, e non delle migliori, ma ormai si passa per rompiscatole a farlo notare; e d’altro canto, essendo il cinema di svelto consumo a corto di idee, il fenomeno è oggettivamente planetario.
Ecco quindi che l’attore e regista Rolando Ravello, coadiuvato dallo sceneggiatore Fabio Bonifacci, prende la storia spagnola, a suo modo universale e ben oliata, a volerci credere, per adattarla al contesto italiano, cucendola addosso a un sestetto di attori, tre uomini e tre donne, intonati al clima generale. Anche “È per il tuo bene” sarebbe dovuto uscire al cinema, ma a Medusa hanno preferito spedirlo direttamente, dal 2 luglio, su Amazon Prime Video. Per certi versi la destinazione migliore, pure considerando l’intreccio da commedia pop sul tema del paternalismo atavico dei padri latini, con l’aggiunta di qualche graffio “politicamente corretto” in chiave antisovranista.
Al ricco e protervo avvocato Marco Giallini casca il mondo addosso quando la figlia Matilde Gioli, nel giorno delle nozze, molla tutto e scappa in abito bianco con una ragazza nera amata da anni. Non va molto meglio all’amico veneto Giuseppe Battiston, possessivo e manesco, quando scopre che la figlia Alice Ferri se la fa con un fascinoso fotografo cinquantenne esperto in nudi femminili. Poi c’è il poliziotto Vincenzo Salemme, comprensivo e amorevole nei confronti della figlia Eleonora Frezza, se non fosse che la ragazza ha una tresca con un giovane rapper proletario che si fa chiamare ”il Biondo”.
I tre amici per la pelle non si danno pace per quanto sta accadendo, così, nel tentativo di scongiurare il loro incubo peggiore, uniscono le forze per sabotare gli amori delle figlie ormai cresciutelle e sessualmente emancipate.
Se i tre padri sembrano perdere la testa, in un crescendo di mosse maldestre e azioni illegali, le rispettive mogli, ovvero Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini, paiono più comprensive verso le figlie, anche disposte a combattere per sottrarle al controllo di quei maschi vecchio stile.
Tira una vaga aria da “La banda degli onesti”, sia pure nel diverso contesto sociale e storico, su “È per il tuo bene”, e naturalmente Ravello & Bonifacci inseriscono qualche strizzatina d’occhio alla contemporaneità: un poster di Greta Thunberg e certe manie “verdi”, la forza comunicativa del rap, la brutalità poliziesca e i meccanismi delle espulsioni a carico degli “extra” (comunitari).
Il tutto dura 93 minuti, più o meno come l’originale, anche se il regista spiega nelle interviste di essersi molto allontanato dal modello. Ho visto il trailer originale: alcune gag, in verità, tornano tali e quali. Ciò detto i tre attori in cartellone, di diversa provenienza regionale secondo una formula consolidata, sono ben affiatati e offrono quanto richiesto sul fronte dell’effetto comico venato di paradossi e pentimenti; mentre le partner vengono un po’ abbandonate per strada in attesa di un liberatorio bagno in piscina (la migliore in campo, a mio parere, è Claudia Pandolfi).
PS. La polemica “para-femminista” sul manifesto, sollevata da Selvaggia Lucarelli, fa sorridere: mi pare del tutto evidente che la prima versione, solo con i nomi dei tre attori maschi, fosse una svista, tanto più considerando la formulazione. graficamente simmetrica, del poster. Medusa s’è scusata, giustamente; ma vedo che si continua a chiacchierare del nulla.

Michele Anselmi