Il principe dei ladri | Tra mito e leggenda
Un altro Robin Hood. Se ne sentiva davvero la necessità? Eppure le avventure del leggendario eroe inglese che ruba ai ricchi per dare ai poveri esercitano ancora il loro fascino.
E anche la premiata coppia Ridley Scott-Russell Crowe (5 pellicole insieme all`attivo) vuol darne la sua versione. La mente corre subito a Il gladiatore e rimandi in effetti ce ne sono anche se Crowe porta sulle spalle il peso di dieci anni in più e nel suo sguardo manca quella luce che ricordavamo.
Scott cambia prospettiva e decide di fare di Robin Hood un prequel, una sorta di storia dell`uomo-prima-del-mito. Troviamo Robin Logstride – questo il nome "vero" di Hood – di ritorno dalle crociate, arciere al seguito di Re Riccardo Cuor di Leone. Stanco di battaglie e inutili carneficine (e qui la memoria va a Le crociate altro super colossal diretto da Scott e ai suoi troppo moderni scontri di cività) coglie al volo l`occasione della morte in battaglia del suo re per darsi alla macchia. Ma il senso dell`onore ha il sopravvento su di lui…
Robin Hood diventa così un personaggio storico, un paladino dei diritti ante litteram, un fautore della Magna Charta, un uomo giusto e fiero che combatte la tirannia. Crowe è massiccio e muscoloso, indossa una pesante cotta di maglia e probabilmente è molto più simile ai veri inglesi dell`epoca. Niente a che vedere con l`ironico e agile arciere di Sherwood del nostro immaginario.
Lady Marion (una matura e altera Cate Blanchett) è una via di mezzo tra Jeanne d`Arc e Queen Elizabeth. Femminista, più guerriera che damigella in pericolo. Il film si apre con una freccia incendiaria scoccata dal suo arco. Nasconde un pugnale fissato alla coscia e all`occorrenza si cala l`elmo sugli occhi brandendo la spada come un uomo. Per poi trasformarsi nella Wendy di Peter Pan che nutre e accudisce i bimbi sperduti nella foresta.
Mark Strong ormai è intrappolato nei panni del cattivo; Oscar Isaac, reduce da Agora di Amenábar, veste bene quelli del capriccioso e debole Giovanni Senzaterra. William Hurt è Guglielmo il Maresciallo, ministro del re. Una grandiosa Eileen Atkins nel ruolo della regina madre Eleanora d`Aquitania mentre Max von Sydow è Sir Walter Loxley. Un irriconoscibile Matthew Macfadyen interpreta lo Sceriffo di Nottingham. I compari di Robin Hood hanno ruoli di secondo piano.
Forse ciò che non convince è proprio questo voler attualizzare una figura del passato. Rileggere la storia con gli occhi di oggi, in cui una carta concessa ob torto collo da un sovrano, a proteggere i diritti dei sudditi più potenti, viene vista come il primo passo verso la democrazia. Fare di Robin Hood una sorta di Braveheart, patriota ed eroe nazionale.
La pellicola tuttavia funziona, le scene di battaglia tengono incollati, le musiche di Marc Streitenfeld sono splendide e incredibili gli scorci creati dal direttore della fotografia John Mathieson.
Francesca Bani