Il sodalizio "mucci-smittiano" questa volta non incanta. A dir la verità non era andata neanche così bene come volevano far credere con "La ricerca della felicità", salvo in America. Probabilmente gli era parso di veder oro in quelle sequenze che Gabriele Muccino proiettava sullo schermo, con abbracci dietro sbarre di ferro e false voglie di rivincite sulla vita. Costato 55 milioni di $ difficilmente riuscirà a superare questa cifra, in America è solo al 6° posto nella classifica Box Office del week end mentre da noi ( 600 copie) il passaparola dell`italoamericanata si sta già diffondendo. Non si sa bene perchè poi, un regista debba arrivare (?) a Hollywood,come se fosse il miglior regista che possiamo permetterci,con un`impronta registica inesistente: tanti e inutili primi piani, lacrime che scendono ad ogni sguardo profondo, Will Smith che sembra voler piangere già dopo la seconda scena. Avrà avuto mal di testa per tutto il tempo delle riprese a causa delle sopracciglie continuamente corrugate. Si attende stancamente la svolta, che la storia decolli, che qualcosa di vero succeda realmente. Tutto patinato. Peccato, peccato davvero perchè con una storia del genere si poteva fare molto di più: un uomo provocherà la morte di sette persone e tormentato dal rimorso, senza possibilità di liberarsene, decide che ne aiuterà altre 7 dopo aver intelligentemente verificato se queste lo meritino davvero. A sopperire a tutto ciò, non c`è neanche la benchè minima traccia di una sceneggiatura robusta e difatti l`impressione è che abbiano lavorato al contrario. Gli attori sono tutti (difettosamente e troppo) in sintonia con l`aria deprimente che aleggia per tutto il film. Rosario Dawson, la bellissima di Sin City, è l`unica ad estraniarsi da un ruolo rigido e ad emergere nella trama narrativa. Il chè, dovrebbe far riflettere Mr. Smith & Co. La stessa attrice ha dichiarato:
"Muccino è l`unico regista che ti fa dare davvero il massimo"
E vabeh volevamo crederle tutti. Nessun pathos, un uomo cambia il destino di 7 (ops! 14) anime e viene da dire: tutto qui? E` apprezzabile l`inno alla vita, all`altruismo, alla voglia di costruire il destino senza accettarlo passivamente, ma il tutto viene trascinato stancamente solo per arrivare all`enigma finale. Gabriele, try again!
Voto 5