Sono veramente lontani i tempi del raffinato Atalante di Jean Vigo, dell’onirico e beffardo tuffo nel fiume di Jean, o delle molte pellicole romantiche francesi appartenenti al filone della Nouvelle Vague, come L’amore a vent’anni e Jules e Jim.

Tratto da A testa in giù, una pièce teatrale di Florian Teller, Sogno di una notte di mezza età è il quarto film del regista Daniel Auteuil, che per questa nuova opera cambia registro e tematica dedicandosi prevalentemente alle avventure amorose. Ma sono veramente lontani i tempi della classica pellicola romantica francese, onirica e delicata, e Sogno di una notte di mezza età è, in generale, una commedia piacevole, divertente e, soltanto in pochi frame, per lo più concentrati nel finale, romantica.

Tutta la storia, più immaginaria, fantasiosa che reale, si svolge all’interno di un’abitazione, in due semplici ed anguste stanze di un palazzo francese. Una coppia di artisti ospita per una sera un’altra coppia di artisti teatrali e, durante la cena, dall’incontro, dallo scambio di sguardi e di parole esplode la fantasia, più erotica che sensuale, dell’attore-regista Daniel Auteuil, che dà sfogo alla sua immaginazione pensando la mora, vestita di rosso, attrice teatrale e amica-compagna di Gérard Depardieu in diverse situazioni.

Il Robert De Niro francese, sposato con una donna bionda, noiosissima e snob, si invaghisce, follemente, ma solo per una notte, dell’amante del suo amico. E Sogno di una notte di mezza età si può considerare come una pellicola semplice, i cui punti di forza sono rappresentati dalle gag tra due mostri sacri della recitazione francese, con un happy-end casto e cattolico.

Alessandra Alfonsi