Solo andata | Il viaggio di un Tuareg

Si immerge nella realtà attraverso l’occhio dei suoi personaggi questo regista talentuoso che sa far uso della fotografia per dipingere ciò che c’è di più bello e poetico dentro e fuori di noi.  Fabio Caramaschi ha offerto la telecamera e condiviso la costruzione del suo documentario con un adolescente Tuareg per raccontare la migrazione della sua famiglia dal Niger all’Italia. 

Sidi, infatti, è un giovane erede degli “uomini blu” del deserto del Sahara, emigrato a Pordenone, nel nord-est industriale italiano.

Ci sono voluti otto anni per creare questo bellissimo documento e la vera storia comincia per Caramaschi – come egli stesso racconta – dieci anni fa quando in Niger ha conosciuto i protagonisti del film. Ha costruito, proprio insieme a loro, un rapporto di fiducia e di rispetto che si è rivelato indispensabile per descrivere nel dettaglio le emozioni, le paure e le speranze di individui costretti a conciliare l’identità di appartenenza con le bellissime tradizioni legate alla vita nel deserto dove il termine libertà assume un significato pieno in quegli spazi sconfinati, con una cultura completamente diversa come quella italiana.

Il regista, quindi, cede in parte l’onere e l’onore delle riprese allo stesso protagonista, l’adolescente Sidi, che racconta la storia del suo esodo attraverso le interviste ai suoi familiari ed esplora nel contempo le pieghe della realtà italiana per scoprirne le profonde peculiarità.

Questa metodologia operativa, particolarmente complessa e faticosa  – afferma il regista – mi ha permesso di offrire ai soggetti del film la possibilità di autorappresentarsi  e al tempo stesso di fornire allo spettatore un punto di vista interno alla vicenda narrata in cui identificarsi. 

L’inchiesta di Sidi raggiunge un fondamentale punto di svolta quando finalmente il padre riesce a vincere la sua battaglia contro la burocrazia italiana e ottiene i documenti per fare venire in Italia anche il fratello più piccolo di Sidi, Alkassoum, che aveva dovuto abbandonare per anni in Niger a causa delle leggi italiane sul ricongiungimento.

Sarà proprio il piccolo Alkassoum, una volta ricongiunto alla sua famiglia che farà l’ultima intervista proprio a Sidi che ora è costretto a raccontarsi fino in fondo.

La magnifica fotografia di questo lavoro mette in luce tutta l’abilità del cineasta. Fabio Caramaschi ha vinto, infatti, numerosi premi non solo come regista ma anche come fotografo (il premio Flaiano, il Premio Kodak, il Premio Libero Bizzarri,  Maremma doc fest, Roma doc fest, il Premio Cinemavvenire). I suoi due precedenti documentari sono stati trasmessi da RaiTre. Solo andata, il viaggio di un Tuareg è stato trasmesso il 7 luglio 2010 nel programma DOC3 su RaiTre, è stato selezionato all’African Film Festival di New York, all’IDFA di Amsterdam e al premio Libero Bizzarri. 

Livia Serlupi Crescenzi