L’angolo di Michele Anselmi (dopo la Mostra)

Un amico cinefilo di Facebook mi scrive nottetempo su Messenger, dopo aver letto su Fb il mio commento finale per Cinemonitor sui premi a Venezia 78. Dice, in sostanza, che l’Italia non sa farsi rispettare, che la Mostra non difende bene i nostri film. Gli rispondo che non è affatto così, anzi: la kermesse appena finita ha regalato all’Italia ben tre premi su otto, anche di un certo peso nel caso del Leone d’argento andato a “È stata la mano di Dio” di Sorrentino e del Premio speciale della giuria andato a “Il buco” di Frammartino. Mi pare grasso che cola, anche perché non c’era un presidente di giuria italiano, bensì il coreano Bong Joon-ho, certo gran estimatore di Gianni Morandi, e la storia dimostra che dal 1954 vinciamo il massimo premio, appunto il Leone d’oro, solo con “l’aiutino” di un presidente nostrano. Lo so, suona male, e non entro nel merito della qualità dei singoli film italiani, di ieri e di oggi: ma così è. Il mio interlocutore non mi crede, dice che impossibile. Allora, per lui e per chi la pensa come lui, ritiro fuori un brano di un lungo articolo che scrissi per “il Secolo XIX” dopo la vittoria di “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi: era il 2013, presidente di giuria Bernardo Bertolucci.

(…) D’altro canto, proprio noi italiani non dovremmo lamentarci dell’andazzo. La verità nuda e cruda? Vinciamo il Leone d’oro a Venezia solo quando la giuria è presieduta da un italiano. Non c’è malizia in questa affermazione, perché negli anni, diciamo dal 1954 a oggi, film di riconosciuto valore hanno conquistato, meritatamente, il massimo premio: da “La Grande Guerra” a “La battaglia d’Algeri”. E tuttavia la statistica registra questo: con l’aiutino vinciamo, senza dobbiamo accontentarci di premi minori, per lo più attori e attrici.
Non succede così, appunto, quando governa la giuria un presidente italiano. Proviamo a fare la lista. Nel 1954 Ignazio Silone conferisce il Leone d’oro al mediocre “Giulietta e Romeo” di Renato Castellani. Nel 1959 il Leone viene addirittura diviso a metà tra due italiani: “La Grande Guerra” di Mario Monicelli e “Il generale della Rovere” di Roberto Rossellini. Presidente di giuria? Luigi Chiarini, poi direttore della Mostra. Nel 1962 ancora Chiarini premia “Cronaca familiare” di Valerio Zurlini sia pure ex aequo con “L’infanzia di Ivan” di Andrej Tarkovskij. Nel 1963 Arturo Lanocita laurea, tra i fischi della destra, “Mani sulla città” di Francesco Rosi. E ancora: Mario Soldati premia nel 1964 “Il deserto rosso” di Michelangelo Antonioni, Carlo Bo nel 1965 “Vaghe stelle dell’Orsa” di Luchino Visconti, Giorgio Bassani nel 1966 “La battaglia d’Algeri” di Gillo Pontecorvo, Sergio Leone nel 1988 “La leggenda del santo bevitore” di Ermanno Olmi. Ci vorranno altri 10 anni prima che l’Italia riconquisti l’ambito Leone: nel 1998 con “Così ridevano” di Gianni Amelio, presidente di giuria Ettore Scola. Fino a questo 2013, quando trionfa il documentario “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi per mano, appunto, del carismatico presidente Bernardo Bertolucci.
Inutile dire, a scanso di equivoci, che parecchi dei film citati sono capolavori, pietre miliari del cinema italiano, pezzi di storia destinati a durare nel tempo. Grandi anche se non avessero vinto il sospirato primo premio. Ma così è. I Leoni, fino ad ora, sono arrivati solo con presidenti di giuria italiani. Magari è un caso. O forse no. Che dite?
1954: ”Giulietta e Romeo” di Renato Castellani
(Presidente di giuria Ignazio Silone)
1959: ex aequo “La Grande Guerra” di Mario Monicelli
e “Il generale della Rovere” di Roberto Rossellini
(Presidente di giuria Luigi Chiarini)
1962: ex aequo “Cronaca familiare” di Valerio Zurlini
e “L’infanzia di Ivan” di Andrej Tarkosvkij
(Presidente di giuria Luigi Chiarini)
1963: “Mani sulle città” di Francesco Rosi
(Presidente di giuria Arturo Lanocita)
1964: “Il deserto rosso” di Michelangelo Antonioni
(Presidente di giuria Mario Soldati)
1965: “Vaghe stelle dell’orsa” di Luchino Visconti
(Presidente di giuria Carlo Bo)
1966: “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo
(Presidente di giuria Giorgio Bassani)
1988: “La leggenda del santo bevitore” di Ermanno Olmi
(Presidente di giuria Sergio Leone)
1998: “Così ridevano” di Gianni Amelio
(Presidente di giuria Ettore Scola)
2013: “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi
(Presidente di giuria Bernardo Bertolucci)