Dopo due anni di distanza dal successo italiano di “Sotto il sole di Riccione” torna sul piccolo schermo degli abbonati Netflix il sequel “Sotto il sole di Amalfi”. Prodotto da Lucky Red disponibile dal 13 luglio 2022 sul colosso di streaming, il film è diretto da Martina Pastori con una sceneggiatura di Enrico Vanzina, Caterina Salvadori e Ciro Zecca e interpretato da buona parte del cast del primo film, in particolare: Lorenzo Zurzolo (Vincenzo), Ludovica Martino (Camilla), Davide Calgaro (Furio) e due nomi importanti come Isabella Ferrari (Irene) e Luca Ward (Lucio).
“Sotto il sole di Amalfi” apre il suo racconto con il ritorno di Camilla su territorio italiano – dopo il suo anno all’estero in Canada – accompagnata da una nuova amica, Nathalie, una giovane donna bellissima e determinata, ma con un grande segreto custodito nel suo cuore. Il film racconta, come il precedente, le classiche vacanze estive all’italiana, fatte di amore, sole, mare e nuove avventure per i giovani protagonisti del racconto.
La storia riprende, sotto molti punti di vista, il celebre cult “Sapore di mare” – e non è un caso che Vanzina sia tra gli sceneggiatori – che sfocia in una nuova versione 2.0 ispirata alla Generazione Z, un racconto che strizza l’occhio a intrecci facili, interpreti che inevitabilmente piacciono, divertono e rappresentano la maggior parte dei giovani fruitori dello show. “Sotto il sole di Amalfi” rispecchia, in tutto e per tutto, il filone del summer film, regalando un mix di commedia, storia d’amore e paesaggi estivi.
La sceneggiatura è chiara fin dal principio: tutti i protagonisti, giovani e adulti, vivono le torride giornate estive tra piccole e grandi crisi personali. Vincenzo, a causa della sua cecità, continua a fingere di non aver bisogno di nessuno e mente spudoratamente di non aver paura dell’oscurità in cui è immerso senza essere compreso da nessuno delle persone che lo circondano, eccetto una. L’inclusività – che dovrebbe essere uno dei pilasti del film – viene spesso cancellata dai comportamenti sbagliati di tutti i personaggi che ruotano attorno a Vincenzo: dalla pausa incontrollata della madre, il tatto della fidanzata (che preferisce dissimulare che affrontare il problema), il dono del padre (un paio di occhiali che simulano la realtà) che non ha mai accettato la cecità del figlio, motivo per cui l’uomo ha abbandonato la famiglia, fanno sì che Vincenzo si senta sempre in bilico, non sostenuto da chi lui più ama. L’unico che, effettivamente, riuscirà a comprenderlo, accettarlo e renderlo felice sarà Lucio.
“Sotto il sole di Amalfi” è sicuramente una tipica commedia romantica che gioca con gli stilemi del genere: la storia di Vincenzo e dei suoi amici segue un percorso già scritto spesso rappresentato in altri film della stessa categoria. Sembra quasi un racconto senza tempo, soprattutto se non si fa caso all’uso dei social, anche il luogo – nonostante il titolo – non è emblematico poiché ci si potrebbe trovare in qualsiasi altra spiaggia italiana.
Si tratta di un’opera decisamente non originale, nonostante gli sceneggiatori tentino in tutti i modi di fissarlo in alto inserendo tematiche importanti come quelle della famiglia allargata, l’inclusività, l’amare sé stessi e l’accarezzare – e soprattutto accettare – le proprie insicurezze.

Flavia Arcangeli