“Sotto il sole di Riccione”, nel catalogo Netflix dal 1° luglio, nasce da un’idea di Enrico Vanzina, in omaggio al fratello Carlo, con la regia di Younuts, duo romano che ha già firmato il videoclip di “Riccione” dei The Giornalisti. Racconta con semplicità un fugace periodo estivo in cui succede tutto. In fondo, l’estate è proprio così: il momento dell’anno in cui ci si sente liberi, spensierati e felici con le scuole chiuse e le giornate che si allungano, il sole caldo e i problemi lontani. I nostri giovani protagonisti, tutti con storie diverse tra loro, si incrociano al Lido 66 sulla spiaggia della riviera romagnola.
Tra partite a beach volley con gli amici di sempre e chiassose feste in cui si formano nuove amicizie, le storie dei protagonisti verranno a galla, portandoli a fare i conti con sé stessi e con i loro sentimenti, facendo nascere nuovi amori.
“Sotto il sole di Riccione” mette in luce la difficoltà dei giovani adulti, che si trovano in una posizione di stallo, tra la ricerca di un lavoro e l’esame da preparare: Ciro ed Emma sono l’incarnazione di coloro che, con fatica, cercano di farsi strada a trovare il loro posto in una società che li ha disillusi, portandoli al collasso. Parallelamente ci sono i classici liceali in vacanza che, ogni estate, si incontrano nello stesso posto, spesso cresciuti e cambiati.
La regia del film è buona, si noti la sequenza introduttiva con panoramica e campo lungo sulla spiaggia, alternando per tutto il film colori accesi, tipici dell’estate a quelli malinconici di un tramonto sul mare. Il soggetto, però, non è originale né innovativo, un insieme di cliché dell’estate italiana e del cinema che l’ha raccontata. Totalmente inutile la funzione degli adulti nel film, messi lì senza una reale storia alle spalle. Molto particolare la scelta di far curare la colonna sonora completamente a Tommaso Paradiso, con una scelta di canzoni pop di tendenza che non spiccano per brillantezza, ma come semplici canzoni di sottofondo per creare atmosfera. Nonostante un buon cast, soprattutto nel reparto più giovane, come Cristiano Caccamo e Ludovica Di Martino, la pellicola non convince del tutto, anche a causa della precedente serie “Summertime”, di cui riprende il luogo e la storia. Consigliabile per passare un paio di ore durante queste calde giornate, rimane nel polverone dei film estivi senza pretese.
Flavia Arcangeli