“Tales from the Loop” trasporta protagonisti e spettatori in un mondo fuori dall’ordinario, in cui la corrente cyberpunk incontra il mondo post-romantico, dando così origine ad una commistione di generi che si intrecciano e si sviluppano negli otto episodi della serie. A colpire lo spettatore, rendendo la scena unica e intrigante, l’effetto della contrapposizione tra i paesaggi dai vasti orizzonti dell’Ohio e la presenza dei soggetti robotici. Questa dissonanza è data dalla presenza di elementi tanto distanti tra loro, quello naturale e quello futuristico, e si rifà apertamente ai lavori dell’artista Simon Stalenhag, in cui i paesaggi delle steppe svedesi vengono bruscamente interrotti dall’emergere di enormi robot, immense strutture cementate e macchine arrugginite, evocando così forti sensazioni di smarrimento in chi li contempla.
Giocando con queste ambientazioni e con le emozioni che esse suscitano, Nathaniel Halpern ha deciso di ideare e raccontare le storie del Loop, che sono poi diventate le trame delle otto puntate della serie. Gli episodi sono antologici anche se, nell’insieme, riconducibili ai tasselli di un unico grande puzzle. Ogni puntata può infatti essere vista singolarmente, senza troppi problemi di comprensione, ma è una successiva visione d’insieme che fa entrare lo spettatore nel vivo della storia. Nei racconti, i luoghi finiscono per essere molto più che semplici sfondi, diventando delle vere e proprie trasposizioni del mondo emotivo dei personaggi. Tutti i protagonisti si ritroveranno, in un preciso momento delle loro vite, in assenza di punti di riferimento, soli, e con una grande perdita da affrontare. Questo accostamento tra la solitudine dell’individuo e paesaggi sconfinati può essere facilmente ricondotto al mondo romantico per eccellenza, facendo rientrare “Tales from the Loop” in quel filone definibile steampunk.
A rendere definitivo il senso di smarrimento dei personaggi – quanto quello degli spettatori – è l’assenza di quello che è anche uno dei nostri punti di riferimento più importanti, il tempo che scorre. Il tempo cronologico come lo intendiamo non esiste nella serie, ma viene invece plasmato e distorto. I personaggi vivono salti temporali, invecchiano o ringiovaniscono, talvolta senza un apparente motivo. Le cose in questo mondo semplicemente accadono in ripetizione, in un ‘loop’ continuo. Tra robot, macchine magiche, paesaggi incredibili e luoghi senza tempo si sviluppano i rapporti umani che rimangono centrali nella serie. Sono proprio le relazioni interpersonali ad essere messe in primo piano, ancor prima della fantascienza. Nelle trame, per quanto il mondo futuristico possa essere innovativo e strabiliante, i sentimenti sono esattamente quelli che governano anche il nostro mondo: la paura, la gelosia, la compassione, l’amore. Le storie incredibili di “Tales from the Loop” sono su Amazon Prime Video.
Chiara Fedeli