Tax credit, film a micro-budget, ipotesi di percorsi innovativi del cinema nell’era del digitale sono stati al centro dei convegni tenutisi quest’anno presso la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Domenica 2 settembre alle ore 11:30 si è svolto, presso lo Spazio Incontri Venice Film Market dell’Hotel Excelsior, l’annuale convegno promosso da Microcinema. L’incontro, dal titolo “Dopo il digitale, parliamo di cinema”, si è concentrato sullo scenario della postdigitalizzazione. In un contesto in cui la soglia del 50% degli schermi digitalizzati sul territorio nazionale è stata raggiunta, ancora non si è riusciti a porre le condizioni per un mercato che ottimizzi effettivamente la circuitazione del prodotto cinematografico digitale.
Roberto Bassano, Amministratore Delegato di Microcinema, ha introdotto il convegno ed i suoi temi, i cui dibattiti sono stati moderati da Silvana Molino, Direttore Generale di Microcinema.
Mariella Troccoli, Direzione generale cinema del MiBAC, ha aperto l’incontro ribadendo il sostegno del MiBAC al progetto di Microcinema.
Tra gli interventi, da segnalare quello di Luigi Cucciniello, direttore organizzativo della Mostra: “Parliamo di cinema dopo il digitale. Il cinema ha attraversato nella sua breve/lunga vita tante rivoluzioni tecnologiche, ce ne saranno sicuramente altre dopo questa.”
Massimo Zanello (Regione Lombardia) ha sottolineato come si cominci “a vedere con più chiarezza come il digitale, con i suoi contenuti alternativi, con la possibilità di fruire di altre forme di spettacolo che non siano prettamente cinema, abbia dato nuova linfa ad alcune sale.”
Piu’ critico Silvio Maselli (Italia Film Commission), secondo cui “Non si regola da solo il mercato. E questo dimostra che è arrivato ora il momento di una politica culturale in questo Paese. Noi non parliamo di politiche culturali da anni. Così come non si parla di politiche industriali. In una politica industriale del mio Paese io sogno, agogno, un momento in cui si parli anche di una politica industriale dell’audiovisivo”.
Luigi Lonigro, ANICA, “Noi non vogliamo sentirci complici di una parte della morte dell’esercizio. Siamo sicuramente orientati verso il futuro, ma ci rendiamo conto sicuramente che c’è qualcuno che non ce la fa e che non ce la potrà fare mai. E non è giusto spingere un imprenditore che non è in condizione di affrontare un investimento.”
Lionello Cerri, Presidente ANEC, “Il problema è far vedere più cose, far vedere più avvenimenti, più film. Noi abbiamo continuato a chiaccherare ed a discutere sui formati. Proviamo a trovare un sistema per discutere di contenuti. “
L’incontro si è concluso con la presentazione del quinto volume della collana dei “Quaderni di Microcinema”, dedicato al cinema, ai suoi contenuti e ai suoi differenti mondi e linguaggi scanditi dallo sviluppo tecnologico. Roberto Bassano, AD di Microcinema, “Quest’anno il titolo è, secondo me, molto vicino a quello che poi è stato il convegno, ed è “Infiniti mondi”. Parla di fantascienza, nonché delle nostre visioni sul cinema. La cosa interessante è che il digitale apre “infiniti mondi”.
Martedì 4 settembre ore 11, presso lo Spazio Incontri Venice Film Market dell’Hotel Excelsior, per il ciclo di appuntamenti “ANICA incontra”, Ministero dello Sviluppo Economico, ICE, ANICA e la Biennale di Venezia hanno presentato “Il cinema italiano all’estero”.
“Abbiamo la possibilità di produrre film che possono circolare nel mondo ad alti livelli.” Questa convinzione, espressa dal Presidente dell’ANICA Riccardo Tozzi in apertura del Convegno, è stata sicuramente corroborata dai dati della ricerca ANICA, realizzata in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia ICE.
Dei 612 film di nazionalità italiana prodotti nel quinquennio 2006-2010, infatti, circa 350, ovvero quasi il 60%, hanno preso la strada dei mercati stranieri. Il valore commerciale delle transazioni ammonta a circa 45 milioni di euro. Il numero di pellicole italiane che hanno riscosso interesse oltreconfine incoraggia a trovare nuovi strumenti di promozione e di diffusione del prodotto cinematografico nazionale.
Dall’Europa, naturalmente, i migliori risultati, sia per quanto riguarda il numero di film (216) sia per quanto riguarda i volumi. Estremamente interessanti, inoltre, i risultati provenienti da aree come Estremo Oriente (102 film), l’America latina (87 titoli), il Nord America (86) e l’Australia (84).
La Francia e la Spagna sono i paesi europei in cui il prodotto italiano è circolato di più: 80 le pellicole distribuite in Francia nel quinquennio considerato e 75 quelle che si sono potute vedere a vario titolo in Spagna. Dal Benelux (70 film) e dalla Gran Bretagna (52 film), gli altri risultati considerevoli.
Tra i titoli italiani che hanno avuto una distribuzione nelle sale europee il film che risulta essere più visto è stato “Gomorra”, di Matteo Garrone, che ha totalizzato in 13 paesi ben 1 milione 652 mila spettatori. Segue, con poco meno di un milione di spettatori “Winx club – Il segreto del regno perduto”, poi “Pranzo di ferragosto” (558 mila) e “Mine vaganti” (525 mila).
Il dibattito seguito alla presentazione dei dati ha visto la presenza di Paola Corvino, presidente degli esportatori (UNEFA), che ha insistito nel chiedere strumenti concreti per migliorare la presenza dei nostri film all’estero.
Guido Cerasuolo, presidente dell’Associazione dei produttori esecutivi (APE), ha posto l’accento sul formidabile strumento del tax credit per attirare investitori internazionali e far aumentare le coproduzioni.
Luigi Abete, presidente di Cinecittà Studios, ha descritto il piano di sviluppo della sua azienda per attirare le produzioni straniere.
Nicola Maccanico, Direttore Generale della Warner Bros Italia, ha sottolineato la mancanza di sistema per esportare i nostri prodotti e la necessità di creare basi solide per la nostra industria culturale. Roberto Cicutto, AD di Istituto Luce Cinecittà, ha parlato di una fase di svolta nel rapporto tra i diversi attori per la promozione del cinema italiano all’estero.
Leopoldo Franza, della Direzione Generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello Sviluppo Economico, ha annunciato alcuni provvedimenti dell’amministrazione pubblica, che troveranno sviluppo nel 2013.
Infine Riccardo Monti, neo presidente dell’Agenzia ICE, ha sottolineato lo sforzo per integrare le diverse realtà italiane presenti all’estero e preposte alla promozione e alla diffusione dell’industria e della cultura italiana all’estero, ponendo il cinema come elemento di spicco di tale progetto.
Le conclusioni, affidate al Presidente dell’ANICA Riccardo Tozzi, hanno sottolineato la necessità di fare maggiore sistema soprattutto sulla comunicazione e di creare strutture di coordinamento più forti tra le realtà che promuovono il nostro cinema e, più in generale, l’industria culturale italiana all’estero.
Martedì 4 settembre alle ore 15 presso la Sala Conferenze Stampa si è tenuto il Panel internazionale dal titolo “Film a micro-budget: il futuro del cinema?”. Moderato da Peter Cowie (Gran Bretagna, storico del cinema e fondatore dell’ “International Film Guide”), ha visto la partecipazione di Richard Corliss (Stati Uniti, critico del settimanale “Time”, New York), Mick LaSalle (Stati Uniti, critico del “San Francisco Chronicle”), Savina Neirotti (Italia, Head of Program Biennale College – Cinema e TorinoFilmLab), Mark Peranson (Canada, redattore della rivista “CinemaScope”).
L’incontro ha tentato soprattutto di concentrarsi su due temi: l’importanza di saper/poter girare film a micro-budget in un periodo di crisi globale, e la necessità di trovare giovani talenti per rinvigorire il cinema del futuro.
Da più parti è stato evidenziato come sin dagli inizi degli anni Duemila, un crescente numero di giovani cineasti abbia risolto la sfida finanziaria di produrre un film usando le nuove tecnologie, e addirittura telefoni cellulari. I risultati sono stati alterni, e la fotografia non è stata spesso ai livelli qualitativi di Sven Nykvist o Vittorio Storaro. Ma la purezza e l’autenticità di questi film, insieme al frequente buon risultato al box-office, giustifica i modesti mezzi di produzione.
Tuttavia non si tratta di un fenomeno del tutto nuovo. Esistono dei precedenti nel lavoro dei grandi autori europei e asiatici. Satyajit Ray ha realizzato Pather Panchali con 3,000 $ nel 1955, Ingmar Bergman ha girato Monica e il desiderio nel 1952 per una cifra oggi equivalente a 75.000 $, e i film chiave del Neorealismo italiano sono stati prodotti con pochi spiccioli. Il regista statunitense John Cassavetes ha girato Shadows con 40,000 $ nel 1959. Nei primi anni ’90 Kevin Smith ha realizzato Clerks con 27,000 $, Robert Rodriguez El Mariachi addirittura con 7,000 $. Possiamo riflettere su alcuni successi inaspettati come Non aprite quella porta nel 1974, The Immoral Mr. Teas, The Blair Witch Project e La notte dei morti viventi – tutti quanti prodotti con meno di 120,000 $, e tutti che hanno incassato centinaia di volte il loro costo.
Il Panel, tra le altre questioni, ha sottolineato l’importanza dei festival che propongono film a micro-budget.
Martedì 4 settembre alle ore 15 si è tenuto presso la Sala Incontri Venice Film Festival dell’Hotel Excelsior il convegno “Italy, the best choice. A market meeting dedicated to producers and filmmakers wanting to shoot in Italy”.
Un incontro dedicato ai produttori e registi esteri che abbbiano come progetto di girare in Italia e alle possibilità di Tax credit in Italia per le produzioni cinematografiche estere.
Produttori esteri come Andreas Roald (Sovereign Films, produttore di “EFFIE” film girato a Venezia nel 2011), hanno condiviso la loro esperienza del Tax credit italiano, così come Raffaella Delvecchio (product manager Apulia Film Commission) ha posto l’accento sui nuovi fondi regionali, risorse indispensabili per finanziamenti presentati da IFC Italian Film Commission.
E’ stato annunciato inoltre il progetto “Filming in Venice – Venice Film&Media Fund”, un fondo dotato per il 2012 di € 100.000,00 per l’attrazione di produzioni cinematografiche ed audiovisive finanziato e gestito dalla azienda speciale Venezi@Opportunità della Camera di Commercio di Venezia, un segnale importante che l’ente veneziano intende proporre come ulteriore stimolo per lo sviluppo dell’economia del territorio.
Il progetto è nato da una collaborazione stretta con Guido Cerasuolo, presidente di APE – Associazione Produttori Esecutivi, che rappresenta l’unione delle Società di Produzione Esecutiva che operano in Italia nel settore dell’audiovisivo gestendo soprattutto produzioni internazionali.
APE ha organizzato il convegno “Italy the best Choice” proprio per comunicare, ai potenziali investitori stranieri presenti al Festival del cinema di Venezia, la varietà di incentivi che il sistema Italia offre, sia a livello nazionale attraverso il TAX CREDIT, sia a livello locale attraverso i diversi fondi regionali gestiti dalle Film Commission.
Roberto Crosta, Segretario Generale della Camera di Commercio di Venezia, nel presentare il “Venice Film&Media Fund”, ha spiegato come esso sia nato a seguito dei risultati positivi del progetto pilota avviato con il film “Effie”, scritto da Emma Thompson e prodotto da Sovereign Films, la cui produzione è stata sostenuta dall’Ente veneziano alla fine del 2011 in via sperimentale per monitorare le ricadute economiche e professionali a livello territoriale. Madrina d’eccezione era stata la stessa attrice che aveva espresso grande apprezzamento per l’iniziativa e la buona riuscita del progetto.
Per i produttori l’aspetto più interessante e innovativo è stato senz’altro quello legato alla tipologia di prodotti per i quali sono previsti gli interventi economici, che includono anche i prodotti televisivi e le pubblicità. Come evidenzia Guido Cerasuolo: “i fondi non devono essere limitati al cinema ma devono favorire la spesa sul territorio di qualsiasi prodotto audiovisivo. APE infatti, ha collaborato molto alla nascita di questo fondo, perché crede fermamente in un sistema di incentivi che possano attrarre investitori in ogni territorio” auspicando che “ciò possa diventare una best practice per tutte le camere di commercio d’Italia.”
Mercoledì 5 dalle ore 17.00 e giovedì 6 settembre dalle ore 10.00, l’associazione Giornate degli Autori ha presentato presso lo Spazio Incontri Venice Film market dell’Hotel Excelsior il seminario “Il Cinema degli Anni Zero”.
Gli Anni Zero evocati dal titolo del seminario sono una appropriazione dichiarata del titolo di due pubblicazioni: Poeti degli Anni Zero di Vincenzo Ostuni e Narratori degli Anni Zero di Andrea Cortellessa, due antologie dei poeti e dei narratori italiani che hanno debuttato nei primi dieci anni di questo secolo, e che sono ascrivibili a una tendenza comune.
Come anticipato dagli organizzatori Giacomo Durzi e Emidio Greco, che hanno ideato l´incontro insieme a Giorgio Gosetti, il seminario ha cercato “non di fare un excursus sui debutti nel cinema italiano nel decennio 2000-2010, e tanto meno un confronto tra scelte selettive – più o meno condivisibili -, ma una ricognizione dei fenomeni più rilevanti che si sono manifestati e imposti nel panorama del cinema mondiale, influenzando sensibilmente anche la realtà italiana sotto tutti gli aspetti: creativo, produttivo, economico, tecnologico, della diffusione, del modo di fruizione».
All´invito delle Giornate degli Autori hanno risposto: gli esordienti dell´anno Alice Rohrwacher, Andrea Segre e Francesco Bruni; i critici Gianni Canova, Andrea Cortellessa, Emiliano Morreale, Gabriele Pedullà; i registi Francesco Martinotti, Valerio Jalongo, Costanza Quatriglio, Daniele Vicari, il produttore Nicola Giuliano, lo sceneggiatore Stefano Rulli.
Giovedì 6 settembre alle ore 10.30 presso la Sala degli Stucchi dell’Hotel Excelsior, il Tax Credit per il cinema è stato al centro del Convegno “Banche & Cinema 2012: strategie, sinergie e percorsi innovativi”, organizzato da ANICA, ABI e La Biennale di Venezia.
Nel corso dell’incontro il Direttore per il Cinema Nicola Borrelli ha reso pubblici i dati sull’applicazione del Tax Credit esterno, ossia rivolto a imprese non appartenenti al settore cinematografico negli ultimi due anni. Il risultato è nettamente positivo: sono stati richiesti interventi di finanziamento da 151 imprese, che hanno generato un credito d’imposta per 80 milioni di euro, ossia il doppio dell’impegno diretto dello Stato per il Cinema.
Borrelli ha riportato al Convegno la volontà del Ministro Ornaghi di proporre al Governo l’estensione ai prossimi anni il provvedimento relativo al tax credit per le imprese cinematografiche, in scadenza nel 2013, già a partire dal prossimo Decreto sulla Stabilità che il Governo Monti sta elaborando.
Il Convegno ha cercato di mettere a confronto le esigenze del mondo della produzione cinematografica con quello degli Istituti di credito, i quali, negli ultimi anni, hanno riconosciuto al settore cinematografico una capacità imprenditoriale molto alta.
“E’ necessario estendere alle imprese private questa fiducia che il mondo della finanza e del credito ha riconosciuto al settore cinematografico” ha affermato il Presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi. Tozzi ha sottolineato come il mondo dell’impresa culturale sia il comparto che dovrebbe costituire la punta di diamante dello sviluppo per l’Italia.
“Dobbiamo fare sistema perché ciò sia possibile e non continuare ad andare ciascuno per conto proprio. Tutto il mondo dell’industria culturale deve lavorare per porsi obiettivi comuni di sviluppo. E’ il lavoro più importante che ci attende, insieme a quello di potenziare le strutture di mercato per aumentare le risorse interne del settore”, ha concluso Tozzi.
Un suggerimento che sembra essere stato colto dal Direttore Generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, che ha inquadrato il rapporto tra banche e cinema “come un momento e una necessità per costruire un nuovo modello di sviluppo, che veda nella valorizzazione delle risorse culturali un leva per far ripartire la crescita. La cultura deve essere sempre più ‘il petrolio’ del nostro paese”. In questo scenario rientra ovviamente l’industria cinematografica come veicolo chiave di promozione dell’immagine dell’Italia all’estero e del Made in Italy: “Le banche – ha aggiunto Sabatini – devono potenziare la capacità di valorizzare più attentamente le idee di investimento. Un ottimo supporto verrà dalla possibilità per il settore creditizio di acquisire la garanzia del Fondo per le Pmi per migliorare il merito di credito dei progetti filmici”.
Gli interventi dei rappresentanti degli Istituti di Credito hanno rilevato, ognuno dal proprio punto di vista, i punti positivi così come quelli critici dell’introduzione del Tax Credit per il Cinema.
Alberto Baldini, Responsabile del Settore Cinema della BNL – Gruppo BNP Paribas, ha rilevato come il cinema sia un elemento costitutivo del lavoro del suo Istituto, e che i 21 film che dal 2010 a oggi sono stati oggetto di un investimento di BNL abbiano avuti buoni rendimenti. Identica posizione è stata espressa da Samuele Sorato, Direttore Generale della Banca Popolare di Vicenza, che sull’opportunità del Tax Credit per il cinema ha costruito un modello di sviluppo commerciale, anche grazie a una nuova società di Merchant Bank appositamente costituita.
Secondo Carlo Stocchetti, DG di Mediocredito Italiano, il settore cinematografico italiano deve fare un salto di qualità per svilupparsi e crescere: “ancora oggi il 60 per cento degli imprenditori del settore non ritiene la banca un reale partner. Mediocredito Italiano – ha dichiarato Stecchetti – ha l’obiettivo di diventare un partner finanziario a medio/lungo termine”. Stocchetti, così come gli altri rappresentanti delle banche, si è detto certo che il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI del Ministero per lo Sviluppo Economico sarà uno strumento strategico per favorire un nuovo tipo di relazione tra l’impresa cinematografica e le banche.
L’intervento di Claudia Bugno, Presidente del Comitato che gestisce tale Fondo, ha descritto, ai numerosi intervenuti al Convegno, la funzione della Garanzia pubblica, che è volta essenzialmente a limitare il rischio degli Istituti di Credito nella loro esposizione verso le imprese produttive. “Il tessuto economico italiano è composto essenzialmente da piccole e medie aziende, che è nostro compito istituzionale supportare con misure come il Fondo di garanzia, che è per lo Stato a costo zero ed è però capace di ottener grandi risultati.”
Mario La Torre, Professore Ordinario di Economia degli intermediari finanziari alla Sapienza di Roma, ha messo l’accento su alcuni aspetti critici dell’applicazione del Tax Credit, che, in questa prima fase, a suo avviso, ha privilegiato le aziende cinematografiche già strutturate finanziariamente, lasciando indietro una miriade di idee, prodotti e aziende che non sono stati toccati dai provvedimenti fiscali.
Nelle conclusioni, Angelo Barbagallo, presidente dei Produttori dell’ANICA, ha rimarcato gli aspetti molto positivi dell’impatto del Tax Credit sul settore, osservando come ci sia la necessità di aumentare il plafond delle agevolazioni fiscali, ora fermo a 2 milioni e mezzo di euro per ogni singola impresa, e di dare la possibilità di accesso al Tax Credit anche a società di intermediazione, sul modello delle SOFICA francesi, per costituire gruppi di opere filmiche, anche differenziati nel genere e nel volume di investimenti, che possano accedere alle agevolazioni.