The Golden Temple, ovvero tutto quello che avreste voluto/potuto sapere sui retroscena delle Olimpiadi di Londra 2012 e che qui non saprete. Il primo docu-lungometraggio di Enrico Masi, prodotto da Caucaso Factory con la partecipazione di Aplysia, è infatti un’occasione sprecata. La macchina da presa ci conduce nell’East End di Londra stravolto e rigenerato dalla grande vetrina sportiva ed economica degli ultimi giochi olimpici, i terzi ospitati all’ombra del Big Ben. Masi dà voce a chi questa “rigenerazione” l’ha patita e vissuta, tra slancio e delusione.
C’è Mike che vive su una barca nei canali industriali della città dopo che la sua casa è stata abbattuta per far posto al nuovo villaggio olimpico; c’è l’evangelizzatore ghanese Ben che biasima il corso degli eventi umani e del capitalismo dominante; c’è il business man John che sottolinea la portata imprenditoriale del mega-restauro urbano e l’entusiasta guida turistica Sue che decanta la rinascita di questo dimenticato angolo di Londra. Si parla della costruzione di Westfield, il più grande centro commerciale d’Europa che è “corridoio” preferenziale e obbligatorio verso le arene sportive, ma anche delle radiazioni nascoste ed emerse sotto il nuovo stadium e della rovina di tutti quei piccoli(ssimi) esercizi commerciali schiacciati ed isolati dai cantieri. Ma sono solo parole, parole, parole. Masi zooma sui volti delle persone fino quasi a saturare l’intera cornice dello schermo, ma non sui fatti, sulle prove “scientifiche” e fattive del “monstrum” olimpico. Si rimane alla superficie di qualche emozione qua e là, in uno standard diffuso di “normale amministrazione” che non stupisce né sconvolge come previsto, sperato, annunciato in apertura di pellicola. Fare le nozze coi fichi secchi, si sa, è dura.
Nelle parole del magnetico imbonitore religioso Ben ritorna più volte la parabola della casa che, costruita sulla sabbia, cadrà. The Golden Temple è, e duole dirlo, privo di basi solide, restando facciata scarna di un tempio dorato che nasconde, dietro il vuoto di esili impalcature, tanto fumo, tanto rumore (per nulla).
Tommaso Tronconi