Lo spettacolare film di Terry Gilliam è un omaggio, un omaggio ad un uomo, ad un attore, al cinema. Lo spettacolare film di Terry Gilliam è letteratura, è una figura retorica, è una sineddoche. Lo spettacolare film di Terry Gilliam è un uomo, uno, nessuno e centomila. Lo spettacolare film di Terry Gilliam è immaginazione, finalmente, è fantasia ed è realtà. Le migliori fiabe sono quelle che descrivono la realtà tramite il volo immaginifico del pensiero. Tutto questo è “The Imaginarium of Doctor Parnassus” dove Parnassus è sinonimo di Terry Gilliam, un protagonista fellinaniamente autobiografico, un uomo dannato e maledetto come il regista (per fortuna dico io! Chissà cosa avremmo visto se tutte le sue produzioni fossero state semplici.)

La storia si svolge in una Londra mistica e suggestiva, tra le cui strade si muove un improbabile carrozzone/macchina/casa/teatro di viandanti che offrono uno spettacolo ai confini della realtà, a cui si accede attraversando uno specchio, dove le immaginazioni dei visitatori prendono forma e densità, diventando reali. Tutto andrebbe bene se non ci si mettesse di mezzo il diavolo. Mai diavolo fu più affascinante nella storia del cinema. Mai il cinema ha descritto così attentamente come il bene e il male siano legati e concatenati, come l’uno non possa esistere senza l’altro, come uno abbia in sè parte dell’altro e viceversa. Tanto che alla fine il diavolo ne esce fuori pure come essere benevolo: libera i sacerdoti dalla loro inutilità, fa piazza pulita di assassini russi e salva la donzella in pericolo dal suo destino. Certo, qualcosa va sacrificata e qualche vittima deve pur esserci, ma questa è la vita. Non solo, il diavolo è tentatore, anche se lascia sempre la possibilità di scegliere. In tutto ciò, Tony (che non è trino, ma quadruplo, interpretato dal sempre più mitico nel vero senso della parola Heath Ledger e, dopo la morte, dagli amici Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell), è solo una pedina che finisce in un gioco più grande di lui e che alla fine cercherà di salvare la figlia di Parnassus, interpretata da Lily Cole ( che passa da una “Phantasmagoria” all’altra con ottimi risultati).
 
Ed in questo magico spettacolo di immagini, le immagini/cinema diventano l’omaggio ad un attore spettacolare quale Heath Ledger, tanto che i titoli di coda cominciano con “un film di Heath Ledger e dei suoi amici”; le immagini/cinema diventano letteratura e testo scritto e sacro nel momento in cui un semplice uomo diventa figura retorica, una sineddoche che fa di Heath Ledger una semplice parte attraverso la quale si indica il tutto o, preferibilmente, Heath Ledger è la sostanza e la materia di cui è fatta l’opera, perchè la sua presenza mitica ed immortale si respira per tutto il film, fin dall’inizio, prima del suo stesso ingresso in scena, che è l’ingresso di un corpo morto nella finzione del racconto, ma che diventa vivo (anche se realmente morto), quando perdendosi nella finta realtà dello specchio diventa immortale. In fondo alla fine del film nessuno è riuscito ad uscire dallo specchio, forse si, il regista decide di non farcelo vedere, perchè l’uomo che inganna il diavolo non è Parnassus, è Heath Ledger, rimasto sospeso tra vita e morte, diventato immortale grazie ad un’opera dove biografia ed autobiografia s’intrecciano irrimediabilmente, diventando vita, anche se solo per due ore. E quando il film finisce vorresti che continuasse, lo vorresti immortale, come realmente è, perchè “nulla è per sempre, neanche la morte”.
 
di Giulio Poidomani