THE ORPHANAGE

 
Dal produttore Guillermo del Toro, un nuovo e avvincente incubo horror Hecho en España”.
 
Quando un film ti fa pensare che sia valsa la pena aver impegnato una sera libera, essere uscito di casa con il brutto tempo, aver lottato per trovare parcheggio e aver speso bene 7.50 € ? Se dovessi rispondere subito dopo aver visto “The Orphange” di Juan Antonio Bayona, potrei tranquillamente affermare che un film è degno di lode quando ha una sceneggiatura intelligente, una regia ispirata, e poiché di un film “dell`orrore” stiamo parlando, anche quando riesce a farti fare più di un salto sulla poltrona.
“The Orphanage è un film intelligente perché rivisita in chiave moderna alcune fiabe per bambini virandole in chiave horror, e se il riferimento più immediato (e dichiarato) è al Peter Pan di Barrie, è difficile non pensare ad una rilettura della favola nera “Hànsel e Gretel” di Jacob e Wilhelm Grimm.
(Se poi vogliamo indulgere nel gioco metacinematografico dei rimandi e delle citazioni l`inquietante apparizione della sensitiva interpretata da Geraldine Chapline – in una delle sequenze più riuscite del film – è un felice rimando al “Poltergeist” di Tobe Hooper.)
La trama è presto detta: Laura (Bélen Rueda) torna con il marito e il figlioletto nel vecchio orfanotrofio dove è stata cresciuta, con l`idea di ristrutturare l`edificio e riavviarne l`attività. Il piccolo Simòne un giorno coinvolge la madre in una inquietante caccia al tesoro che costringe la donna a confessare al figlio un penoso segreto…
Il regista Bayona rivisita con intelligenza l`archetipo orrorifico della casa stregata, non indulgendo nell`abuso di facili effetti gore (e al tempo del successo del genere “torture-porno” è sicuramente un ulteriore merito) ma facendo emergere il sottotesto del film legato al complesso di colpa materno della protagonista femminile. L`unico neo in una sceneggiatura molto ben congegnata riguarda il personaggio di Carlos (Fernando Cayo), padre e marito fin troppo disinteressato alla sorte della moglie e del figlio per risultare credibile; per il resto tutto convoglia perfettamente al giusto epilogo drammatico e la coerenza della narrazione concede anche la consolazione di un`ultima visione pacificatoria che concilia, pur nel dramma, la disperata ricerca del perdono di Blanca.
 
Marco Moraschinelli