The Social Network | Hai una nuova richiesta di amicizia 

Il social network più famoso e popolato del pianeta, Facebook, è diventato amico del mondo. Eppure il testo della locandina sollecitava una tenue tensione rivelatrice: “Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico”. David Fincher, regista poliedrico e autore di film come Alien, Seven,The Game, Figh Club, The Curious Case of Benjamin Button, è riuscito nella difficile impresa di narrativizzare le vicende, le battaglie legali e di rivalsa sociale, che hanno portato un nerd-boy (Mark Zuckerberg interpretato da un sorprendente Jesse Eisenberg) a scalare la vetta del mondo con Facebook. Fincher intelligentemente adotta l’unica strada possibile nel fare un film di questo tipo, mette in scena una tensione narrativa sorretta da prospettive parallele verosimili che s’intersecano ripetutamente puntando entrambe alla soddisfazione delle curiosità dello spettatore: com’è nato realmente Facebook? Cosa c’è davvero dietro? Quali sono gli aspetti meno noti? Come tutte le grandi innovazioni tecnologiche che sono in grado di cambiaci la vita, gli stili, i consumi, ed entrare di prepotenza nel nostro vissuto quotidiano, anche Facebook ha dietro la business-idea che nasce da un bisogno prodotto dalla società iper-moderna: socializzare. Ma qui sembra dirci Fincher, è anche altro: frustrazione sociale, aridità dei rapporti, conflitto che genera mutamento che ha come causa rovesciata l’innovazione e ridefinizione di modelli sociali relazionali. Zuckeberg ha di fatto trovato il modo più divertente e veloce di farlo. Bisogna dirlo però, il film è retto principalmente da una sceneggiatura compatta e ben interpretata dall’inespressività elegantemente comunicativa di Jesse Eisenberg, che aveva già dato prova delle sue grandi abilità relazionali/attoriali in Adventureland. Questo ragazzo fa della comunicazione non verbale il suo non plus ultra. Ammicca, annuisce, si lascia leggere come un libro aperto semplicemente osservandone la mimica facciale e la gestualità ma risulta criptico e cinico quando si ricorda di esser determinato ad affermarsi e ottenere consensi a tutti i costi. Nei panni di Zuckerberg, si vede dapprima riconoscere il suo status di genius e innovatore salvo poi vedersi costretto ad affrontare le beghe legali contro il suo ex amico Eduardo Saverin (co-fondatore di Facebook), il creatore di Napster (Sean Parker interpretato da Justin Timberlake) e altri tre ragazzi dell’Università di Harvard che si dichiarano i veri creatori di Facebook mentre ciò che questi volevano effettivamente creare era solo “HarvardConnection” , progetto on line per mettere in contatto gli studenti della loro università. Da sempre Fincher è innamorato di percorsi narrativi che si evolvono e procedono parallelemente con il mutamento, l’evoluzione dei personaggi, i conflitti (interiori ed esterni), verticali e orizzontali. Facebook ha alla base l’affermazione sociale di quei soggetti che si auto-emarginano dalla società, ripugnandola e cercando di rivoluzionarne i meccanismi che la sorreggono. Non si sa se sia leggenda o realtà ma pare che Zuckerberg abbia messo on line gratuitamente un’applicazione da lui stesso creato in grado di riconoscere il testo all’interno di brani musicali a sfregio della Microsoft che era pronta a pagargliela a peso d’oro. Dietro Facebook c’è l’idea generatrice di un ragazzo che abbandonato dalla ragazza sente il bisogno di reagire all’insoddisfazione sociale in qualche modo e lo fa nell’unico modo che conosce: crea e rivoluziona e finisce vittima della sua stessa creatura. 

Un F5 ripetutamente interpellato che gli comunichi se la sua friend list avrà o no una ragazza in più. 

Il film costato 47 milioni di dollari ha finora incassato in tutto il mondo $106,644,54.

Francesco Sarubbo

 

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