Uno studio di Simona Previti sulla grande attrice | "La più bella italiana di Tunisi"

Poche dive hanno sul pubblico il potere di fascinazione di Claudia Cardinale, musa di Visconti e Fellini, amata dagli intellettuali, indimenticabile in C`era una volta il West e Fitzcarraldo come nei film di Bolognini e Zurlini. Pubblichiamo con piacere un estratto da un libro di recente pubblicazione che Simona Previti ha dedicato alla grande attrice.

[…] Di fronte alla macchina da presa quel suo corpo maestoso ha un forte potere di “apparizione”; il suo viso, è un punto luce che attira a sé. Un volto meraviglioso che seppe spostare i riflettori di un concorso di bellezza, dal palco al pubblico, eleggendola “La più bella italiana di Tunisi”. La sua particolare fotogenia la imporrà nei primi ruoli (Tre straniere a Roma, I Soliti Ignoti, Un Maledetto Imbroglio); poi una strada sempre più rapida verso il successo, i grandi titoli e le grandi interpretazioni: Il Bell`Antonio, I Delfini, Rocco e i suoi fratelli, La Viaccia, La ragazza con la valigia, Senilità fin poi al `63, l`anno dell`affermazione divistica con Il Gattopardo di Visconti e 8 ½ di Fellini.

Una bellezza un po` “selvaggia”, la felinità di una gatta – amava ripetere Visconti – che non si lascia completamente addomesticare. Il fascino fra una femminilità candida – il broncio puerile come di una Bardot italiana, la fronte corrucciata dei capricci infantili – e una femminilità più matura, un corpo abbondante, generoso nelle forme, ma quasi inconsapevole della sua carica erotica (non conscio nel suo infantilismo), come dice Guido-Mastroianni in 8 ½ “Bambina e già donna”. Fu questo il fascino conturbante che Moravia seppe cogliere perfettamente in quella famosa intervista: un viso da bambina su un corpo da donna.

 

 

 

Presenza forte della sua fisicità nello spazio dell`inquadratura e al tempo stesso assenza, distanza. Corpo offerto ma sfuggente verso una dimensione lontana. Claudia Cardinale rappresenterebbe la carnalità imprendibile delle dee vergini: archetipo femminile dell`indipendenza e dell`autosufficienza come Artemide, Atena e Estia, e per questo sfuggente; ma allo stesso tempo sempre offerta al desiderio maschile, rapita, posseduta come la dea-bambina, Kore, la Fanciulla (il mito di Persefone). Un darsi e sottrarsi. Nel mito infatti la donna-bambina, inconsapevole ancora delle proprie attrattive sessuali, presenta una combinazione archetipica di sessualità e innocenza, di offerta e natura sfuggente.La posizione distesa d`altronde, addormentata (figura dell`offrirsi), costituisce una rima figurativa lungo i ruoli della Cardinale. Frequente nell`iconografia stessa del mito, assieme al sonno e al risveglio, sono figure di riti di passaggio fra due dimensioni e due realtà: l`umano, il divino – così come di mezzo è il territorio mitologico su cui Claudia si muove. Ancora stato intermedio fra assenza e presenza, offerta del corpo e innocenza, un immaginario di passaggio. “Giovane e antica, bambina e già donna”.