L’oro di Ischia | Il festival delle location 

Una delle location più interessanti dell’Ischia Film Festival è stata la Chiesa Barocca diroccata del Castello Aragonese, dove ogni sera si sono svolti gli Incontri alla CattedraleParliamo di cinema, un’iniziativa del Festival che vuole mettere a tu per tu il pubblico con i professionisti del settore, attori, registi e scenografi che raccontano, in un’atmosfera inedita ed informale, aneddoti e segreti del loro lavoro.
 
Nella nona edizione hanno parlato di cinema con il pubblico ischitano Jaroslaw Szmidt, produttore di Il Pellegrino Vestito di Bianco, Andrea Papini, regista del lungometraggio La misura del confine, girato sul monte Rosa, Fèdèrick Sojeher, docente all’INSAS e direttore del Master professionale in sceneggiatura, regia e produzione dell’Università Paris I Panthèon-Sorbonne, che ha presentato Hitler ad Hollywood, Eugenio Cappuccio, Miglior Regia per Se sei così, ti dico sì e Alice Rohrwacher, premiata per l’Opera Prima Corpo Celeste, dedicato a tutte le donne coraggiose che hanno permesso la realizzazione del film.
 

 
Nella serata di giovedì 6 luglio si è svolto invece un incontro particolare che ha avuto come protagonisti i fratelli Avati: il produttore Antonio e il regista Pupi, che ha ricevuto anche il Ciak di Corallo alla Carriera. Dopo la presentazione del trailer del suo ultimo film Il cuore grande delle ragazze, Avati ha spiegato al pubblico presente le motivazioni che hanno spinto la realizzazione del film: avvertivo, ha detto il regista, la necessità di raccontare la donna nella comparazione con quello che è la donna di adesso.
 
Il film racconta, infatti, una storia d’amore ambientata nelle Marche: location più volte scelta dal regista che, nonostante le origini bolognesi, ha avuto una maggiore simbiosi ad ambientare i suoi film anche in altri numerosi luoghi della Penisola come negli Stati Uniti.
 

 
Anche i luoghi, la cui valorizzazione rappresenta la mission dell’IFF, sono protagonisti delle storie dei suoi film: dai paesaggi delle Marche, alla Bassa Padana di La casa dalle finestre che ridono ed infine agli interni particolari e angusti di Regalo di Natale. La scelta di una location è stata poi fortemente influenzata dall’imprinting della cultura contadina del regista che ha cercato di trasmettere e raccontare attraverso i suoi film. I luoghi, come ha poeticamente analizzato Avati, reagiscono come una donna: dapprima è diffidente, poi dopo il corteggiamento improvvisamente cambia colore e ti accoglie. La scelta di un luogo è quindi comparabile ad una storia d’amore. 
 
Alessandra Alfonsi