“O mia bela Madunina, che te brillet de lontan…”cantano i milanesi, e non solo, per omaggiare la città di Milano ricordando la statua della Madonna che, dall’alto del Duomo, veglia sul destino dei suoi abitanti: quasi un faro che illumina la vita spirituale ed economica della grande metropoli lombarda. Per quelli di Chianciano Terme, diventata una città fantasma, a seguito dei “tristi giorni”, mostrati da Fabrizio Guarducci in “Una sconosciuta”, con Sebastiano Somma e Sandra Ceccarelli, l’immagine della Madonna-Musa ispiratrice ha il volto di una donna che con i suoi lunghi capelli marroni, colta, elegante e vestita di bianco infonde pace e che al protagonista Daniele, proprietario del Bar delle Terme, ricorda Sofia, la figlia violinista morta molti anni prima.
Il risveglio spirituale del piccolo polo termale, assopito e traumatizzato (forse dal covid? Nel film è imprecisato il motivo dei “tristi giorni”, causa del torpore cittadino e della chiusura delle attrattività economico-culturali) è interrotto dall’arrivo improvviso di questa donna misteriosa, ma piena di grazia, che, oggi giorno, sedendosi allo stesso tavolino di un locale da poco riaperto e scrutando gli altri commensali, trasmette loro energia, pace e felicità.
Tratto dal romanzo omonimo scritto dallo stesso regista, “Una sconosciuta” è un’opera spirituale con la quale il regista mostra la sua riflessione, sospesa tra il sacro e il profano, sulla odierna società, in cui “non si parla più e nessuno comunica più” e con la quale, attraverso i monologhi degli attori, soprattutto di quelli principali, si interroga in modo shaskepeariano sui grandi temi esistenziali individuando nella musica (da notare il delicato e splendido accompagnamento musicale curato da Pino Donaggio) la chiave per superare l’incomunicabilità e per ritornare al dialogo: alla normalità. Tuttavia, per la tipologia di inquadrature utilizzate, soprattutto per i primi e i primissimi piani, per la recitazione, a volte così approssimativa da parte di alcuni attori minori da sminuire l’elevato valore spirituale della trama, ad esclusione chiaramente di quelli principali, come Somma e Ceccarelli, la resa centrale e finale del film finisce per farlo sembrare troppo statico: quasi una soap-opera religiosa con finalità terapeutiche ed etiche.
Invece, come ha dichiarato il regista, «il film, come del resto anche il libro, è stato scritto per riaccendere il dialogo fra i cittadini che non comunicavano più fra loro. La musica di Pino Donaggio, la fotografia di Stefano Spiti, il contesto e il contenuto, fanno respirare conflitti ed emozioni». Prodotto e distribuito da Fairplay, “Una sconosciuta” è un film evento, in uscita nelle sale nelle giornate del 13, 14 e 15.
Alessandra Alfonsi