L’angolo di Michele Anselmi
Avvertenza: “Nuevo Orden” è molto duro, per nulla una passeggiata, ma merita d’essere visto. “Finalmente un film da Leone” scrissi dalla Mostra di Venezia 2020, e un po’ così andò: non beccò quello d’oro, andato a “Nomadland”, ma quello d’argento sì. “Nuevo Orden”, cioè “ordine nuovo”, viene dal Messico e porta la firma di un cineasta 42enne, Michel Franco. Vai a sapere se anche lui finirà a Hollywood, com’è successo ai connazionali Guillermo del Toro, Alejandro González Iñárritu e Alfonso Cuarón; di sicuro il giovanotto, pure produttore con la sua società Teorema, ha un gran talento, non solo visivo. Il suo film è disponibile dal 15 aprile, cioè da oggi, sul nuovo canale Iwonderfull di Prime Video Channels (abbonamento mensile 6.99 euro) e sulla piattaforma Iwonderfull.it.
Al Lido Franco ne parlò come di “una visione distopica del Messico che tuttavia si discosta solo leggermente dalla realtà”. Non so se “distopica” sia l’aggettivo giusto: direi angosciante, minacciosa, a tratti insostenibile, forse profetica. Anzi decisamente profetica: basterebbe pensare, pur nella loro diversità, ai fatti violenti successi in questi mesi recenti nel mondo (Birmania, Hong Kong, Capitol Hill). “Il mondo è sempre più polarizzato e non mi stupisce che le espressioni della rabbia siano sempre più radicali nella forma, senza sbocchi concreti” ha spiegato il regista in un’intervista a “La Lettura”.
Nei quartieri alti di Città del Messico si sta celebrando una sfarzosa festa di matrimonio. Attorno ai due rampolli s’è riunita la società che conta, uomini d’affari, giudici, politici, generali, ma c’è qualcosa di strano nell’aria. Dai rubinetti esce acqua verde, e dello stesso colore è la vernice usata dai manifestanti esasperati, a causa della miseria e della corruzione, per imbrattare le auto dei ricchi, per “sporcare” il loro benessere assoluto.
In questo contesto di crescente tensione, la sposa Marianna è l’unica ad aver conservato un briciolo di umanità nei confronti del prossimo. Un disperato ex domestico necessita di un prestito da 200mila pesos per far operare d’urgenza al cuore l’anziana moglie; così Marianna molla tutto, infastidita dall’indifferenza dei genitori, per raggiungere la malata. Sarà l’inizio di un incubo a occhi aperti, perché nel frattempo la festa è stata presa d’assalto dai rivoltosi, che uccidono e depredano come indemoniati, mentre l’esercito, per stoppare i disordini e le devastazioni, instaura una feroce dittatura militare, nella quale nessuno può sentirsi al sicuro, inclusa la facoltosa figlia dell’élite…
“Nuevo Orden”, distribuito da I Wonder Pictures, sfodera un ritmo implacabile, una narrazione inquietante, da Messico in fiamme. Nella prospettiva del film salta presto ogni diritto civile, ogni libertà democratica: i soldati vengono lasciati liberi di sequestrare, torturare e chiedere riscatti milionari; il caos generale, avrete capito, viene usato dai potenti per stabilire, appunto, un nuovo ordine concentrazionario in nome della retorica nazionale.
Nel settembre 2020 il regista citava nelle interviste movimenti come Occupy Wall Street, i “gilet gialli”, Black Lives Matter, eccetera; ma è squisitamente da macelleria messicana, per dirla con Massimo D’Alema, il contesto nel quale si sviluppa questa furente allegoria sociale. Attenzione, è il monito del film: la povertà diffusa genera una ribellione incontrollata, e a quel punto potrebbe risultare la scelta più “facile” mobilitare l’esercito per spegnere la democrazia, come sta accadendo appunto in Birmania.
Naturalmente “Nuevo Orden” non è solo cosa racconta, ma come lo racconta: cioè immergendo lo spettatore in una sorta d’inferno dantesco a occhi aperti, dove tutti sono sacrificabili e l’arbitrio scatena i peggiori istinti. La messa in scena potrebbe sembrare a tratti sadica, ma io la trovo semmai solo realistica, con un lucido taglio morale che prorompe da quelle immagini di ferocia e insensatezza. Le armi del cinema per evitare che prima o poi sparino quelle vere.
Michele Anselmi