“Upload” è la serie targata Amazon Prime che apre le porte del paradiso, un Eden virtuale in cui le persone possono essere trasposte e vivere così in eterno. Nel parallelo digitale, morte e malattia diventano solo un vago ricordo e il ‘luogo ideale’ diviene un Hotel immerso nel verde: il programma Lake View della società Horizen.

Non esattamente per una propria decisione, la coscienza di Nathan Brown, programmatore ventisettenne, viene ‘uploadata’ in un albergo virtuale in cui trascorrere i suoi giorni post morte. Il ragazzo è deceduto prematuramente in seguito ad uno strano incidente automobilistico che sembrerebbe non essere del tutto casuale, e la sua ragazza, Ingrid, ha deciso di ‘caricare’ il fidanzato in rete, così da non perderlo mai definitivamente. Il protagonista affronterà così la sua nuova realtà, tra le vicende dello strano hotel digitale e quelle dei bizzarri personaggi che lo abitano, ma anche cercando di risolvere il caso della sua dipartita, il tutto mentre viene controllato da Ingrid, la quale non ha nessuna intenzione di separarsi da lui. È lei a pagare per l’affitto del programma, infatti, ed è lei quindi ad avere la vita di Nathan – o quello che ne resta – in pugno.

Quella creata da Greg Daniels è una serie che prende liberamente ispirazione senza somigliare eccessivamente a niente che si conosca già. Per coloro che hanno visto “Black Mirror” infatti sarà difficile non ritrovare nel mondo digitale dell’upload un nuovo San Junipero, un luogo, cioè, dove poter vivere serenamente un eterno presente, seppur virtuale. Grazie alla sua forte caratterizzazione, però, “Upload” non risulta essere una caricatura della serie televisiva britannica, ma piuttosto un ulteriore approfondimento sul tema. La compresenza di due realtà, delle quali una diviene l’alternativa all’altra, è il principio comune, ma gli aspetti che vengono esaltati sono anche i tratti distintivi della nuova serie americana; nel mondo virtuale dell’“Upload” si affrontano le meccaniche più controverse, se vogliamo inquietanti, di un’ipotetica alternativa digitale, il tutto mantenendo sempre un’atmosfera leggera e divertita, dal taglio prettamente tragicomico. Il fatto di poter essere controllati facilmente da terzi – in vita come nella morte – è per esempio uno dei motivi portanti della serie, così come vengono affrontati anche i risvolti di un futuristico digital divide, mostrando cosa accadrebbe a chi non potesse permettersi i costi di un aldilà ‘di lusso.’

La nuova serie Amazon Prime è un’ulteriore conferma al cambiamento della visione del futuro nel nostro immaginario collettivo, un futuro che non è più rappresentato da macchine volanti, androidi efficienti o megalopoli tecnologiche e all’avanguardia. Il domani sembrerebbe essere in rete, nella possibilità di vivere – eternamente – mondi paralleli che si rivelano essere sempre più comodi e convenienti rispetto al nostro reale.

Chiara Fedeli