Vacanze Romane | Di un siciliano attraverso il Festival

Prima Stazione
 
Roma | Auditorium | Giorno 15 ottobre ’09
 
Il nostro IV Festival del Film di Roma inizia alle 9 del mattino. E non può iniziare diversamente che in coda.
Delle volte invece che Festival potrebbero chiamarli “Attesival”, sembra quasi di essere alle Poste per ritirare una raccomandata, o alle casse di un centro commerciale di sabato pomeriggio.

 

Ma le file non fanno la stessa paura di Venezia. Qui siamo in pochi, assonnati e soprattutto “a casa”. Roma, capitale del Cinema Italiano, accoglie su un tappeto rosso ancora arrotolato (avete visto le foto postate sul profilo Facebook di Cinemonitor?) i suoi giornalisti. La prima proiezione è infatti dedicata, riservata ai soli accrediti “press”.
 
Triage di Danis Tanovic, apre ufficialmente questo Festival nel modo più drammatico possibile (e mi riferisco al genere cinematografico). E siccome sono qui per “Vacanze”, non posso parlarvi di cose tristi. Devo trovare qualche elemento felice, sorridente, dannatamente glamour.
E come non notare allora la t-shirt di Paz Vega (riproposta più volte durante il film) con la scritta “DELAY” (ritardo)? Come non notare un’infallibile, ironica, carismatica personalità come quella di Christopher Lee? E come non notare la mancanza sul tappeto rosso di Colin Farrell?
 
Mi state chiedendo se ho pianto? Sì, ovvio. Lo sapete che in fondo sono un tipo melense.
La scena: “Una donna è di fronte ad un mucchio di teschi di uomini uccisi in guerra. Colin, fotografo di professione, scatta con impeto e impressiona lo sguardo e il dolore della donna che tiene in mano un’altra fotografia (se non è rimediazione questa!) del marito e i dei suoi figli. Implora nella lingua universale dei gesti di trovare i suoi tre teschi, i suoi tre uomini persi. Colin, finge di cercare, di trovare un’impossibile somiglianza. E le regala tre di quei teschi. La donna li avvolge in una coperta e va via. Si volta, sorride.
La voce di Lee è chiarificatrice: i sopravvissuti si affidano alla magia. Devono sforzarsi di credere anche ciò che sanno di essere non vero. E’ l’unico modo per andare avanti”.
 
In proiezione stampa (si vocifera, nessuno lo sa per certo) che il film non sia piaciuto. Al pubblico a quanto pare sì. E’ una storia vecchia.
 
Il nostro pomeriggio trascorre nell’organizzare la presentazione di CensiAnimaCorto 2009, il prossimo martedì 20 presso la Green House, uno spazio del Villaggio del Cinema, accanto l’Auditorium, dove Cinemonitor ha una sua postazione ospitata dalla RomaLazio Film Commission.
 
Alle 18 alla Casa del Cinema incontro i quindici ragazzi del NCN LAB, che cureranno per Cinemonitor.it un diario con la loro esperienza. Che tra l’altro trovo formidabile. Loro vengono da varie esperienze della Scuola Nazionale di Cinema. Chi già diplomato, chi fa “cartoni animati”, chi sceneggiatura, chi regia, chi produzione. Un gruppo misto che imparerete anche voi a conoscere. E questi “privilegiati” hanno l’opportunità di seguire delle full immersion seminariali con ospiti nazionali e internazionali con i quali potranno dialogare vis a vis. L’obiettivo finale? Mettere nero su bianco un progetto che possa essere proposto al prossimo Festival del Film di Roma 2010 per raccontarlo, attraverso un backstage.
 
Si mangia il classico pezzo di pizza al volo, e siamo pronti per un film che Cinemonitor ha seguito in maniera speciale. Viola di Mare di Donatella Maiorca, l’abbiamo visto in Sala Ikea alle 22.00.
 
Un siciliano attraverso il Festival, può vivere varie esperienze in diverso modo. Tutto è volerlo e non dire mai di no, non perdersi nulla, ma proprio nulla. E vedere il film accanto a Natalia Aspesi, l’autorevole e pungente penna di Repubblica non ha prezzo. Primo perché ti senti “qualcuno”, secondo perché il suo taccuino è mezzo pieno già prima dell’inizio della proiezione (scriverà quanto sono scomode le sedie? O che viene troppa luce dagli indicatori delle uscite di emergenza?), terzo perché noti delle chicche che non ti aspettavi, come ad esempio il suo cognome impresso nell’etichetta interna del giubbino (sarà stilista in segreto?).
 
Domani sapremo cosa ha scritto del film. Comprerò La Repubblica all’alba, perché io ero lì e lei anche, stessa posizione, stessa sala. Ma che sensazioni ha avuto lei? E quali io? Cosa ha visto lei che io non ho visto? E cosa io di cui lei non ha scritto?
 
Intanto non si può non applaudire la meravigliosa creatura che è la colonna sonora di Gianna Nannini. Io, che sono troppo avanti, avevo già imparato il testo della canzone che accompagna i titoli di coda e che si chiama “Sogno”, che Gianna ha scritto con Will Malone. E di cui in fondo vi inserisco il testo integrale di cui una frase va sottolineata “ci sarà qualcosa nella vita per cui valga la pena […] ci sarà qualcosa che ritorna e che ti fa partire ora”.
 
Il film? Ce lo aspettavamo più grintoso, più passione, più verità, più vicino. I dialoghi a mio parere sono troppo distanti da quello che, nella realtà, due donne che si amano possono realmente dirsi. Però c’è la Sicilia (e il film sembra attraversarla). C’è l’isola di Favignana ripresa in maniera sensazionale, quasi ti viene voglia finito il film di andare a prenotare un viaggio. E poi c’è l’attualità. La non approvazione della Legge Concia, l’ondata omofoba (come la chiama in prima pagina uno dei principali quotidiani della free press) che torna ad aggredire due giovani gay e, soprattutto, una discriminazione che, nonostante i tempi, la tecnologia, la cultura, il progresso, ci portiamo ancora dietro pesantemente. Insomma è quasi il caso di dire che siamo stati capaci in cento anni di far parlare due persone da un capo all’altro del mondo mentre si vedono su uno schermo piccolo quanto un palmo di mano, ma non siamo ancora capaci di pensare normale due persone che si amano. E attenti, ho detto persone, non donne (Maria Grazia Cucinotta docet).
 
E intanto le mie Vacanze Romane continuano.
Sabatino | Buona la prima.  
 
 
 
 
Artista: Gianna Nannini
Album: GiannaDream (Solo i sogni sono veri – 2009)
Canzone: Sogno
 
 
Sogno
Sogno che ti prendo
come neve a ciuffi
soffio sui baci allontanati
sui baci tuoi versati
sogno la mia carne trasformarsi in puro spirito
mi accorgo che sei sveglio
mi scordo che ti afferro
 
ci sarà qualcosa nei tuoi occhi viola
ci sarà qualcosa nella vita per cui valga la pena
ci sarà qualcosa che mi può stordire
ci sarà qualcosa, anche una cura,un sogno per morire
 
a te che te ne vai
dono la mia dolcezza,estrema verità,eterna mia incertezza
a te che te ne vai
 
sogno che sprofondo in questo viaggio mio mentale
e tutto è nella notte, notte tutta uguale
sogno che sei un urlo di bambino intrappolato
il gioco è cominciato e già è finito il gioco
sogno che divento il tuo piccolo gigante
sul prato sei un diamante,nel prato a piedi nudi
sogno che entra il mare in questo bosco di frattaglie
ed io conosco i funghi e tu raccogli i fondi
 
ci sarà qualcosa nei tuoi occhi viola
ci sarà qualcosa nella vita per cui valga la pena
ci sarà qualcosa persa per la strada
ci sarà qualcosa che ritorna e che ti fa partire ora
 
a te che te ne vai
e diventi un’ossessione
non cederò la notte,perduta mia illusione
a te che te ne vai
e diventi un’invasione
non cederò la notte,eterna mia ossessione
 
e diventi un’invasione
ti aspetterò la notte,eterna mia ossessione.