Vacanze Romane | Di un siciliano attraverso il festival
Terza Stazione
a cura di Gabriele Sabatino
Roma | My Bed | alba del 18 ottobre `09
Non riesco a prendere sonno, credo perché quando sei così felice di stare immerso in delle vacanze cinematografiche non credo nemmeno ce ne sia tanto bisogno. Sogni ad occhi aperti, perché sprecare tempo inutile a farlo ad occhi chiusi?
La giornata di ieri è stata davvero di quelle che scatenano i festival. E i numeri li aveva tutti. I giornalisti hanno visto Up in the air, l`atteso film con Clooney, la mattina alle ore 9.00. Sicuramente vedere i film in proiezione stampa ti permette di bruciare sul tempo tutti gli altri e poter già affondare a pranzo la frase: "io l`ho visto". Ma (c`è sempre un rovescio della medaglia) ci si perde il red carpet (e in questo caso ne vale la pena), ci si perde l`applauso del pubblico (o i fischi) e ci si perde l`atmosfera di essere e vivere l`esperienza cinematografica nel suo complesso, vedendolo insieme a chi il film lo ha pensato, scritto, realizzato.
Ho preferito dunque meditare in casa fino a pranzo (e vabè diciamolo, ho recuperato ore di sonno perse tra cocktail party e proiezioni notturne) e arrivare alle 16.00 per un caffè al Lounge Levi`sMov che ospitava un incontro proprio con il regista del film Up in The Air, Mr. Jason Reitman, che per i meno fisionomisti è lo stesso regista di quel delizioso film uscito qualche anno fa dal titolo "Juno" (forse in Italia amplificato dalla polemica contro-aborto di Ferrara).
Ma voglio vedere After alle 16.00 e scappo dunque in Sala Sinopoli. After è un film di un regista spagnolo Alberto Rodriguez, praticamente quasi sconosciuto in Italia ma molto famoso in Spagna, che provoca, ri-provoca e azzarda. Solo che con questo film secondo me azzarda troppo e perde. 117 minuti di cui un buon 40% di scene di sesso esplicite, immotivate. Va bene l`Andalusia, il sud della Spagna, el calòr, el fuego, la passione, la "prima volta" che è sempre quella che dà maggiori emozioni (lo dice il film), però un film non corre se le scene rimangono lì appese. Se l`attesa non è risolta, se il fiato è sul collo, ma non riesco a capire perché, sarò anche impaurito-emozionato-trepidante, però dopo un po` mi annoio. Il film l`ho visto a tratti affascinante, a tratti inutile. Una cosa che non sono riuscito a capire è il perché Rodriguez ha sentito il bisogno di farci vedere le stesse scene più volte. Come se bisognasse giustificare dei flashback, o come se delle volte stessimo poco attenti e poi ce le ripropone per dire "ecco questa era importante".
Usciti dalla sala l`assalto delle hostess per obbligarmi a votare il film. E siccome mi si dice che "il voto è un diritto-dovere" allora mi accingo a grattugiare la parte argentata della scheda di votazione e registro il mio giudizio (non cercate di estorcermi informazioni su quanto ho votato da 1 a 5, perché il voto è segreto).
Fuori dall`auditorium il pubblico è in delirio. Sono le 19 e fra qualche minuto arrivano i protagonisti della passerella di "Up in the air" (titolo italiano: "Tra le nuvole"). I flash sono ovviamente tutti per George Clooney e per la fedelissima accompagnatrice Elisabetta Canalis. E io? Io dov`ero? Le vere star si fanno attendere e dunque mentre Clooney arriva sempre in anticipo (A Venezia 10 minuti prima, qui ben 25 minuti prima!) io, della vecchia scuola, sono arrivato dopo George, che nel frattempo era intento a firmare degli autografi impossibili, direi quasi acrobatici, visto che è riuscito ad accontentare, con la sua firma, alcuni fan in attesa nella balconata superiore, prima dell`ingresso in sala (Santa Cecilia, of course).
Mi chiedo se questo stra-parlare di Clooney -Canalis faccia bene o meno. Bene a chi poi? Al cinema? Ai giornalisti? Al pubblico? Non credo si possa pensare un Festival, un film o il cinema in generale senza la sua parte glamour. E` una costola importante. Forse il problema è che tutto ciò sta diventando molto più di una costola, quasi un organo vitale, non vorrei azzardare ma forse proprio il cuore.
Mi chiedo se questo stra-parlare di Clooney -Canalis faccia bene o meno. Bene a chi poi? Al cinema? Ai giornalisti? Al pubblico? Non credo si possa pensare un Festival, un film o il cinema in generale senza la sua parte glamour. E` una costola importante. Forse il problema è che tutto ciò sta diventando molto più di una costola, quasi un organo vitale, non vorrei azzardare ma forse proprio il cuore.
Ma un momento, ma chi è che parla di loro? I giornalisti? E dunque l`inversione di tendenza dovrebbe forse venire da loro o sbaglio?
Qualcuno pensa che in Italia i giornalisti sono alla frutta
Tra l`altro, in questo caso le chiacchiere stanno a zero: il film era bello. E vale la pena parlare del film e non del vestito (nero) della Canalis.
Tra le nuvole è un altro bel lavoro di Reitman. Pensato e scritto lodevolmente e interpretato davvero in maniera brillante da tutti non solo Clooney. Sia Vera Faminga che Anna Kendrick sono eccezionali e brave. Più brave che belle (e spero cogliate la battuta, visto che invece sono tutte e due molto affascinanti).
Una storia di un uomo che licenzia, che lo fa per mestiere. E lo fa bene. Così bene che non ha altro e pensa che non gli serva, che stia perfettamente bene così. Ma a rompere ovviamente le uova nel paniere di George arrivano due donne: una ragazzina da centodiecielode che vuole sconvolgergli la vita lavorativa e una donna del suo stesso "club" che, senza accorgersene, lo inizia al cambiamento personale. Ma chi la fa l`aspetti, sembra dire il film. E mentre coloro che George ha licenziato nel lavoro hanno una vita reale (motore di un possibile andare avanti), lui non sembra avere una vita reale e quando la trova prova l`ebbrezza di essere licenziato da questa.
Frase da ricordare/scordare: "con i soldi ti ci puoi riscaldare, puoi pagare la bolletta del riscaldamento, puoi comprare una coperta, una stufa…ma il calore dell`abbraccio di tuo marito…beh quello anche senza soldi ti riscalderà sempre di più".
Oltre il film, il party. Villa Medici, sede dell`Ambasciata di Francia, ospita una festa incantevole. Strettamente ad inviti, ovviamente Cinemonitor.it c`era! E tra un controfiletto al pepe verde e un martini dry, i giardini della villa si riempiono di musica e danze acrobatiche. Luci suggestive e dj internazionali riscaldano la folla romana. Un panorama mozzafiato, da Trinità dei Monti al cupolone passando per San Carlo e il Colosseo. Ho trovato perfino il tempo (o il coraggio) di fare i complimenti a Valentina Carnelutti per il suo sproloquio in una superba scena del film di Virzì "Tutta la vita davanti".
E tra un brindisi e una chiacchierata (rigorosamente movie theme) ritorno con il mio scooter (e un freddo gelido) a casa. Fischiettando "Vacanze Romane" dei Matia Bazar…
Sabatino | sul Lungotevere in festival
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