“Il Mediterraneo è mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre…”.  Il Mediterraneo, i suoi popoli, i suoi paesi, i suoi linguaggi, le sue religioni, le sue identità, la sua cultura, le sue storie e la sua storia sono i protagonisti del MedFilm, il Festival di Interesse Nazionale e Culturale per Forum Mediterraneo e Partenariato Euro-Mediterraneo, diretto da Ginella Vocca e in programma da oggi 6 novembre fino al 13 presso il Cinema Savoy e il Museo Macro di Roma.

Patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per la XXIma edizione il MedFilm Festival, presentato a Roma alla presenza di Luciano Sovena, ospita pellicole provenienti dai paesi dell’area del Mediterraneo che affrontano e raccontano, con sensibilità ed estrema attualità, le storie e le problematiche geopolitiche del “mare fra le terre”, quali quelle degli immigrati clandestini e dei richiedenti asilo.

In particolare in questa edizione, che consegnerà il Premio alla Carriera 2015 a Ugo Gregoretti omaggiato con la proiezione di Apollon – Una fabbrica occupata, sono tre i percorsi tematici analizzati dai settantotto film distribuiti nelle varie sezioni del festival: donne, Siria ed immigrazione. Ampio risalto e spazio vengono dati alle pellicole delle ventisette registe donne che mostrano i  molti e variegati volti della ribellione femminile, come nell’israeliano Mountain di Yaelle Kayam, nel turco Until I Lose my Breath di Emine Emel Balci, nel documentario italiano Gesù è morto per i peccati degli altri di Maria Arena e nel francese Parisienne di Danielle Arbid.

Nel focus siriano le opere ci mostrano, invece, un altro sguardo del paese, distante da quello drammatico della cronaca attuale, ospitando pellicole che raccontano storie e tensioni quotidiane e appartenenti al genere cinematografico degli Home Movies. Non potevano poi mancare i film sul dramma internazionale che sta attanagliando e mortificando quest’area: l’immigrazione. Molte sono, infatti, le pellicole che raccontano le storie degli immigrati clandestini e dei richiedenti asilo, come nell’italiano Mediterranea di Jonas Carpignano, film di apertura del festival e finalista della IV edizione dei Lux Film Days, nel francese Parisienne di Danielle Arbid e nell’opera polifonica Magna Graecia-Europa Impari di Lamanna e Kerzanet.

Infine, quest’edizione del MedFilm Festival, secondo le intenzioni degli organizzatori, vuole soprattutto rafforzare i legami tra il cinema italiano e quello israeliano attraverso i molti eventi speciali, come il focus sulla serialità televisiva ospitando Hagai Levi, regista e produttore di In Treatment e The Affair, e la presentazione, in anteprima internazionale, della puntata pilota di The Accursed, miniserie su personaggi di spicco della cultura israeliana.

Alessandra Alfonsi