Da venerdì 9 nelle sale | Dagli strip club agli Oscar, vita di una sceneggiatrice

La storia di Young Adult, sia letteralmente che fittiziamente, inizia a Minneapolis. “Per una qualche ragione, ogni volta che torno a Minneapolis mi sento davvero ispirata e raccolgo nuove idee”. La sceneggiatrice Diablo Cody ha vissuto lì per anni e la citta è diventata una sorta di musa ispiratrice per lei. Ma nella piccola citta americana, Brook Busey, questo il vero nome della sceneggiatrice, si dedica con passione anche al suo hobby, lo strip club, cambiando spesso nome, da Bonbon a Roxanne, fino a Cherish. Decide poi di farne la sua carriera e di aprire un blog ma per mantenere l’anonimato sceglie di chiamarsi Diablo Cody, una combinazione tra il titolo di una canzone dei Duran Duran e il nome di una cittadina americana.

Il suo primo blog si intitola Pussy Ranch e per il sito internet di Will Ferrel, Funny or Die, realizza la clip “Tight", storia di una donna che “ha la più stretta vagina del mondo”. Tanto che qualcuno le ha attribuito avere una vera e propria ossessione per l’organo genitale femminile. Per Cody invece e` solo un modo per affermare il suo pensiero femminista, richiamando la figura retorica con cui gli uomini descrivono il generale con il particolare, nella fattispecie la donna. Il produttore di Young Adult, Mason Novick, tra l’altro amico intimo della sceneggiatrice, incappa nel blog di Cody e la convince a scrivere una sceneggiatura. Nasce in questo modo Juno, il suo debutto cinematografico che le è valso l’Oscar come migliore sceneggiatura. A chi le domanda come abbia fatto a vincere un premio cosi ambito al primo colpo, la sceneggiatrice risponde ironicamente che “è entrata in libreria e ha acquistato due sceneggiature, quella di American Beauty e Ghost World per poi frullarle in un software per sceneggiatori, Final Draft”.

Ma per Young Adult il percorso sembra essere stato diverso. “L’idea è nata dopo aver appreso un’incredibile notizia di cronaca di una donna che anni dopo il liceo è tornata alla ricerca del suo amore”. Ho pensato che fosse una storia piena. E se per questa donna, il momento più felice della sua esistenza fosse stato il periodo liceale? E cosa accadrebbe se dovesse decidere che per riavere quella gioia l’unica strada da percorrere è quella di tornare indietro e ritrovare l’uomo che l’aveva resa felice?" E cosi dopo Juno, un’adolescente alle prese con i problemi degli adulti, ecco una commedia anti-romantica che ribalta la prospettiva e racconta la storia di un’adulta alle prese con i problemi dei teenager.

Ma il passaggio da web al cinema di Diablo Cody ricorda quello da web a carta di altre blogger. La sceneggiatrice aveva già evidenziato in Juno e in altri lavori più di un limite di sceneggiatura e scrittura dei dialoghi, con un certo compiacimento verso battute stereotipate e uno slang adolescenziale che possono funzionare all’interno dei commenti di qualche post. Anche in Young  Adult ci si muove al di fuori di una sceneggiatura strutturata per creare Mavis, interpretato da Charlize Teheron, “l’unica, in grado di interpretare il ruolo sgradevole di una donna sempre ubriaca e priva di morale ma allo stesso tempo entrare in empatia con il pubblico”, dando libero sfogo ad un personaggio incapace di avere relazioni sentimentali e con un’emotività che agisce come un disco impazzito, per cui si passa dagli shock puri, alla commedia, fino ad arrivare alla tragedia di una vita.

Il tema, quello dell’immaturità emotiva di molti adulti, è più impegnativo rispetto a Juno e forse si concilia meglio alla macro complessità della cinematografia ma non le consente di fare il salto di qualità. L’ex spogliarellista, tatuata da Braccio di Ferro nel tentativo di destrutturare le figure femminili liberandole dagli stereotipi che l’affliggono ne mette in scena altri di natura caratteriale, proponendo personaggi di donne cosi instabili e poco evolute che diventa difficile scorgere qualche forma di pensiero femminista cosi tanto propagandata dalla stessa scrittrice.

Ma i buoni propositi restano. In una cinema ancora maschilista, Cody, nota anche per i repentini cambi di look e un linguaggio schietto, cerca comunque di rovesciare i cliché del cinema hollywoodiano dando voce a dei personaggi femminili come Mavis, che, seppur sgradevoli e troppo instabili, sono costantemente ignorati dai media. ”Penso che esista una lunga storia di personaggi maschili che amiamo odiare, ma ben pochi personaggi femminili di cui poter pensare lo stesso”. Non ci resta che aspettare il suo primo lavoro da regista, dal titolo provvisorio Lamb of God, la storia di una giovane ragazza cattolica che sopravvive ad un incidente aereo ma rimane orrendamente sfigurata, per assistere ad uno sviluppo più approfondito del personaggio femminile senza il rischio di realizzare una inutile ed inefficace parodia di genere.

Monica Straniero