L’angolo di Michele Anselmi
Dico la verità. Ho esitato a vedere la seconda stagione di “Your Honor”, nonostante la presenza di uno dei miei attori preferiti in assoluto: Bryan Cranston. Mi sembrava che la prima, certo ben scritta e recitata, allungasse troppo il brodo, e il remake italiano con Stefano Accorsi, protagonista nei panni del giudice corrotto trasportato in Italia, mi aveva tolto la voglia di proseguire. Ma ieri sera, forse spinto dalla forte immagine di lancio, che mostra il giudice Michael Desiato in carcere, smagrito, emaciato, con capelli lunghi e barbone da abate Faria, ho ceduto.
E ho fatto bene. Perché “Your Honor” 2, altri dieci episodi, sempre troppi, non sembra un seguito appiccicato col Vinavil, un raschiare il fondo del barile. Ideata da Peter Moffat per Showtime, sulla base del prototipo israeliano “Kvoda”, la minisierie, ora su Paramount+ dal 3 febbraio con tutti gli episodi disponibili, riprende il discorso da dove s’era interrotto, mostrando appunto il giudice di New Orleans deciso a farla finita nel penitenziario in cui è stato rinchiuso.
Ha perso tutto Desiato, perfino il figlio Adam, che pure cercò di aiutare ad ogni costo, infrangendo non so quale leggi, dopo aver scoperto cosa aveva fatto: investire e uccidere per errore il terzogenito del feroce boss mafioso Jimmy Baxter. Ora l’ex giudice vorrebbe solo morire d’inedia e di fame, invece lo alimentano a forza per farlo restare in vita. È l’incipit di una nuova parte della storia, più intimista e dolorosa, con Desiato che si ritrova presto a piede libero, ma ai margini della società che conta, a patto che collabori con l’Fbi per incastrare Baxter.
Craston, nella prima stagione perfetto nell’incarnare un uomo duro e potente, qui rende Desiato una sorta di relitto umano, tumefatto e laconico, desideroso solo di farsi da parte e non tradire l’unico amico che gli è rimasto, il sindaco nero Figaro al quale deve un grosso favore, s’intende illegale. Tutti sono bravi e ci sono parecchie svolte mica male; ma il meglio viene forse coni duetti tra i due antagonisti, i quali scopriranno di avere qualcosa in comune. Baxter è incarnato da Michael Stuhlberg, che qualcuno ricorderà protagonista di un bel e sfortunato film dei fratelli Coen, “A Serious Man”.
Michele Anselmi